ogni tanto anche una notizia positiva per gli appassionati di fortificazioni della nostra area veneta, vista oggi sul sito del quotidiano locale L'Arena:

http://www.larena.it/dossiers/Dossier/87/1/

L'assalto del cemento respinto dal bastione

23/12/2008 | La soprintendenza ai monumenti ha bloccato, facendo valere il vincolo di tutela paesaggistica, una lottizzazione progettata sui Montesei, le colline a ridosso di Vago, in direzione Nord, sulla sommità* del colle che domina la rotatoria in località* Quattro Strade. La zona verde, si è riscoperto nell'occasione, conserva ancora i resti della Batteria Monticelli, fortificazione militare costruita nel 1883 e che si credeva scomparsa: a segnalarne la presenza è stato lo storico dell'architettura Lino Vittorio Bozzetto e Legambiente. Lavagno si riappropria così di una pagina di storia che era andata dimenticata.
«Legambiente», spiegano per l'associazione il presidente Luciano Albi e Albino Perolo, «ha chiesto ora anche il vincolo monumentale sui resti del forte, perché con la sua area di pertinenza ha un'importante valenza culturale».
Se non fosse stato per uno dei tanti progetti edilizi che danno l'assalto alle colline attorno a Verona, e che obbligano a studiare le mappe, non si sarebbe riscoperta la Batteria Monticelli. Il progetto edilizio, per ora fermato, prevedeva la realizzazione di una doppia fila di case a schiera proprio all'interno dell'ex area della fortificazione, ancora oggi delimitata dai cippi originari, anche se nel 1929 il Demanio la vendette a privati.
La fortificazione fu costruita dal Regno d'Italia a partire dal 1883 perché fosse ben mimetizzata. Con il progredire della potenza dell'artiglieria, infatti, non erano più adeguate le architetture militari ottocentesche, sul modello delle Torricelle asburgiche. Così la Batteria Monticelli sprofonda nel terreno, si nasconde alla vista, coperta di spessi strati di terra: non si distingue dalla sommità* del colle ora coperto di vigne, tanto da ingannare anche un autore come Umberto Pelosio, che ha scritto nel 1986 della fortificazione: «Da tempo completamente scomparsa, era stata costruita a sud del forte San Briccio per battere la strada Verona-Vicenza» (Le fortificazioni nel Veronese, volume edito dal Comando Ftase).
Si sbagliava, perché la Batteria Monticelli è ancora là* a raccontare la propria storia che, poi, è anche la nostra. Dal punto di vista paesaggistico la situazione della Batteria Monticelli è di particolare interesse, sia per l'adattamento dell'opera fortificata all'ultima dorsale montana protesa verso la pianura, sia per la sua mimetizzazione nella conformazione naturale del rilievo. I versanti attorno all'opera fortificata contribuiscono alla formazione dello spalto esterno per il campo di tiro ravvicinato e radente delle artiglierie. Mai nessun colpo fu sparato da questa altura, ma almeno il bastione un assalto lo ha respinto: quello dei cementificatori.
Lo spazio di pertinenza della Batteria Monticelli è demarcato sul terreno da cippi di pietra, che configurano la poligonale contrassegnata nelle cartografie catastali. I terreni di pertinenza originaria, privi di edificazione, permettono la percezione prospettica ancora integra. «Proprio per queste ragioni lo spazio di pertinenza andrebbe salvaguardato nella sua integrità*», raccomanda Legambiente.
Nel piazzale interno si presenta l'opera muraria con la serie di locali a volta per il ricovero degli artiglieri, al piano terra, e le postazioni d'artiglieria al piano superiore. Queste, originariamente, erano separate da traverse casamattate intermedie, poi demolite, comunicanti con il vano sottostante per mezzo di singole scale, a rampa rettilinea. In aderenza al fronte dei ricoveri è stato, nel tempo, costruito un piccolo fabbricato agricolo di due piani, con alcune tettoie annesse.

Un sito da preservare per storia e paesaggio

23/12/2008 | Lino Vittorio Bozzetto, architetto e storico delle fortificazioni, è tra i massimi esperti italiani di costruzioni militari. «Tre sono le valenze», spiega l'esperto, «della Batteria Monticelli. Prima di tutto, ha un'importanza di carattere storico, perché completa il campo trincerato di Verona verso settentrione e verso oriente. Per secondo, va sottolineata la soddisfazione per la riscoperta inaspettata. Per finire, va rimarcata la bellezza sul piano del paesaggio: perfettamente mimetizzata nella collina tanto da passare inosservata, la postazione permette uno sguardo impareggiabile sul territorio in direzione di Vicenza».
La Batteria Monticelli riveste speciale interesse storico-architettonico tra le opere di fortificazione appartenenti alla piazzaforte ottocentesca di Verona, nell'ultima fase di evoluzione del sistema a campo trincerato, attuata dagli architetti militari del Regno d'Italia. Il modello della piazzaforte a campo trincerato prevedeva una corona di opere autonome proiettate nel territorio, a difesa avanzata di Verona. In città* essa venne attuata, per fasi successive, a partire dal 1848 e si compì con i lavori del 1866. La cerchia esterna dei forti distaccati si estendeva, sulle due rive dell'Adige, da Ovest (Forte Albrecht/Parona) a Est (Forte John/Preara - Batteria del Castello di Montorio). Con l'annessione all'Italia, vengono edificati i forti Masua, Monte Tesoro, Monte Castelletto, San Briccio e la Batteria Monticelli, che conclude la nuova corona a oriente. G.C.