Gran bel servizio, complimenti.![]()
Gran bel servizio, complimenti.![]()
Stupendo lavoro, Ragazzi.![]()
per forte 149 :
vorrei aggiungere un contributo "uniformologico" al tuo bel lavoro. Posto un immagine tratta
dal volume di Elio e Vittorio Del Giudice - Uniformi Militari Italiane dal 1861 ai giorni nostri (il 1968 visto che il libro è edito da Bramante in quell'anno) :
Il primo a sinistra è un fante dei Raggruppamenti di Frontiera in uniforme di servizio invernale
nel 1952. Notare il cappello alpino con fregio della fanteria e le mostrine rettangolari verdi
con orlo rosso. Questi reparti di Frontiera divennero,con il 1 gennaio 1957, Alpini da posizione.
Il secondo è un alpino "normale" in uniforme da marcia invernale, anno 1955
Ciao da Fabio
[attachment=0:2oouf6j4]gaf.jpg[/attachment:2oouf6j4]
Come sempre, Fabio, ti ringrazio per la tua conferma, sul modo di portare il fucile, talvolta effettivamente lo si portava anche capovolto, per praticità*.
Forse, questo può "aiutare i consueti dubbiosi", sulla buona fede delle nostre ricostruzioni d'Arresto.
La prossima volta faremo delle foto con il fucile in "bilanci-arm". (per correttezza).
Ciao by Andrea.
"NELLA ROCCIA, COME LA ROCCIA". motto XI°R.A.P.
Vorrei aggiungere due parole sulle occasioni che un alpino aveva di entrare in opera in tempo di pace. In pratica queste erano tre:
1) Per effettuare interventi di manutenzione. In questro caso si entrava disarmati.
2) Per servizio di sorveglianza armata, nel corso di controlli che venivano ordinati dal
comando di compagnia. In questo caso il fucile veniva portato sempre con la volata
rivolta in basso,non per una questione di regolamento, ma per un semplice motivo
di praticità*: In tal modo si avevano le mani libere e non si urtava con la canna contro
i riquadri delle porte stagne. Questo l'ho visto fare al Val Tagliamento,al Val Fella ma
anche al Val Brenta ,nel periodo di 4 settimane che sono stato a S.Candido.
3) Nel corso delle "attivazioni" . Per questi casi era prevista una precisa procedura
per entrare in opera: Dal momento dell'adunata del plotone esternamente all'opera
seguiva una precisa successione di ordini e movimenti,per squadra,che regolavano
minuziosamente l'ingresso.
Faccio solo un esempio riferito alla squadra cannonieri:
com.te di plotone : " squadra cannonieri attenti ! " , " numerarsi e nominarsi !"
A partire dal I gruppo tiro : N° 1 comandante di squadra e capopezzo
N° 2 serrvente puntatore
N° 3 servente caricatore
N° 4 servente ventolista
Seguiva il II gruppo tiro,con le stesse modalità*, e poi il resto del plotone
Veniva quindi dato l'ordine "seguire in opera !" che veniva eseguito di corsa.
Una volta all'interno, il personale raggiungeva i posti assegnati ,ove si fermava in fila
sull'attenti in attesa dell' ordine "a posto dietro al pezzo !" ,seguito da "al pezzo in
batteria !" e "chiudere la porta stagna !" "inserire e indossare le maschere !"
Tutta questa procedura non conteneva alcuna indicazione su come portare l'arma
individuale. Ciò evidentemente dipendeva da un ordine che veniva impartito dal
comandante di plotone in funzione delle circostanze.
Queste brevi note le ho tratte dagli appunti che avevo preso ad Aosta durante il corso
auc. Spero che possano essere utili a forte 149 per una prossima ricostruzione.
Ciao da Fabio.
Ringrazio, Bunker43 per le ulteriori informazioni.
Aggiungo alcune foto per testimoniare l'esperienza dei nostri collaboratori.[attachment=1:3u7rsoyq]Bunker1.JPG[/attachment:3u7rsoyq]
Anni 70, alpini d'Arresto del Val Tagliamento.
[attachment=0:3u7rsoyq]Bunker2.JPG[/attachment:3u7rsoyq]
Ex alpino d'Arresto, Socio A.S.S.F.N-E
Ciao by Andrea
"NELLA ROCCIA, COME LA ROCCIA". motto XI°R.A.P.
Complimenti a tutti.
Cercherò qualche foto "d'epoca" per integrare l'ottimo lavoro.
Felicitazioni a Buzz per la promozione "sul campo"![]()
audaces fortuna iuvat
[hiddenlink:1fv1f2vd]http://caffettiere.blogspot.com/[/hiddenlink:1fv1f2vd]
In realtà* il cappello alpino fu assegnato ai Raggruppamenti di frontiera solo nel 1953 (F.O. del 31/8/1953) ed inizialmente senza penna che fu concessa solo l'anno successivo (F.O. del 15/3/1954).Originariamente Scritto da bunker43
Per conoscere se fosse usato antecedentemente l'emanazione del F.O. (cosa possibile peraltro), bisognerebbe risalire a testimonianze dirette o fotografiche.
[attachment=0:3fzcsq7q]p19.JPG[/attachment:3fzcsq7q]
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????????
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"NELLA ROCCIA, COME LA ROCCIA". motto XI°R.A.P.
Solo alcune note sui volumi di V.ed E.Del Giudice: Praticamente tutti i disegni di uniformiOriginariamente Scritto da jolly46
del periodo bellico e post bellico sono tratti da fotografie. Gli autori si basavano sì sui
regolamenti ma i loro disegni,per principio,dovevano essere il più possibile aderenti alla realtà*.
E' quindi da una foto,evidentemente datata 1952,che viene tratto il disegno.
In quel periodo si usava,talvolta,anche il termine di Guardia alla frontiera e può essere
benissimo che gli appartenenti ai raggruppamenti usassero portare il cappello alpino
come la Gaf. Comportamento,probabilmente,"tollerato"dai superiori,in attesa della emanazione
dei F.O.
Peraltro in quegli anni uniformi e armamento erano alquanto improvvisati,come dire che ci
si arrangiava con il poco che si aveva a disposizione.
Nel disegno in questione si notano parecchie anomalie che l'autore,data la sua esperienza
in questo campo,non avrebbe sicuramente disegnato se non corrispondenti alla realtà*.
Questo divario fra regolamenti e realtà* quotidiana ha sempre caratterizzato la vita militare
figurarsi nell'immediato dopoguerra.
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