Articolo tratto dal sito "La Gotica ritrovata"
L`episodio storico che stiamo per narrare è tratto dal diario del 135th regiment della 34th Infantry Division. Siamo a ottobre 1944 e più precisamente dal 13 al 15 nei pressi di Monterumici in comune di Monzuno. Gli americani in questo periodo cercano in tutti i modi di sfondare la linea del fronte che era tenuta dalla 4° Fallschirmjager Division (paracadutisti) e dalla 16° SS panzergrenadier Division Reichsfurer. Nonostante la supremazia aerea e di mezzi corazzati alleata sia schiacciante, gli sforzi per passare risultano vani perché le due divisioni tedesche, sebbene decimate da precedenti battaglie su altri fronti, oppongono un` accanita resistenza riuscendo ad arginare le continue falle che gli americani provocano sulla linea del fronte. Oltre ad azioni militari su grande scala, data la situazione di stallo, sia gli americani che i tedeschi utilizzano delle pattuglie di pochi uomini per catturare prigionieri e verificare le forze avversarie. Durante uno di questi pattugliamenti gli avversari vengono a scontrarsi, con i tedeschi in situazione d`inferiorità* perché gli americani chiedono l` appoggio dell` artiglieria schierata in località* Farnè vicino a Scascoli, sul versante opposto della valle del Savena. La pattuglia tedesca lascia sul terreno alcuni morti che, a causa dell` intenso fuoco nemico, non riescono a recuperare. Passano circa settant`anni, siamo a marzo 2010, gli autori del libro la Gotica Ritrovata stanno eseguendo delle ricerche sul luogo dello scontro seguendo le indicazioni del diario quando, grazie alle forti piogge dei giorni precedenti ed a un crollo di parte del costone, scoprono uno scarpone. Cominciano a scavare intorno allo scarpone e si accorgono della presenza dei resti umani di un caduto, ma poi notando che ci sono troppe ossa femorali ( ben quattro...), allargano lo scavo e in breve tempo recuperano un secondo scheletro. Oltre alle ossa vengono rinvenute una piastrina, un distintivo da spallina, tutti i bottoni delle due giacche, le zip dei giacconi , un badiletto e in entrambi le calzature, sul primo stivaletti da lancio in cuoio nero mentre il secondo indossava scarponcini da alpino (Gebirgsjager ). Purtroppo non si trova nient`altro per cui, probabilmente, i soldati americani della pattuglia del lontano 1944 hanno preso come souvenir gli oggetti mancanti ( era pratica piuttosto comune durante la guerra ).
Anche se pochi, gli oggetti presenti sono sufficienti per identificare i due corpi come paracadutisti tedeschi, perché, oltre alla piastrina di riconoscimento numerica ( in dotazione dei soli reparti di volo e paracadutisti), c`erano su entrambi gli scheletri le zip per la chiusura della cerniera lampo,accessorio tipico del giaccone dei paracadutisti, i bottoni metallici con gli anelli di fissaggio in uso sulle uniformi tropicali ed i bottoni in plastica delle camicie della Luftwaffe ( Aviazione tedesca ) . Lo scheletro privo di piastrina aveva un distintivo da spallina con le lettere gotiche NS che corrisponde a "Luftnachrichtenschule" ovvero "scuola trasmissioni dell`aviazione". Inoltre un corpo aveva gli stivaletti da lancio tipici dei reparti paracadutisti, il secondo invece indossava gli scarponi delle truppe alpine. Ancor oggi è pratica comune soprattutto tra gli ufficiali delle truppe d`elite, di scegliere parti di uniforme o equipaggiamento ritenuti più "comodi", moda comunque riscontrata anche in foto d`epoca. Avvisate le autorità* locali, gli Autori eseguono il recupero dei resti in collaborazione con l`Arma dei Carabinieri, in particolare si ringraziano le autorità* competenti, il Sindaco, il Brigadiere e il Maresciallo Comandante della Stazione dei Carabinieri di Monzuno, per la loro competenza e la velocità* nell`attivare tutte le procedure previste dalla legge. Nell`attesa che vengano espletate le formalità* del caso, si contatteranno le autorità* tedesche per reperire informazioni relative ai due caduti, per arrivare a completare la loro storia, iniziata nel lontano 1944.
Finalmente altri due dispersi potranno riposare in pace in terra consacrata.
Riposino in pace.
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