Premessa filosofeggiante.
Spesso si sentono dare dei consigli, anche dal sottoscritto, che se applicati nel modo sbagliato o nel contesto sbagliato possono creare più danni che benefici.
Non sono un professore di restauro ma un semplice hobbista e quanto sopra riportato è frutto di semplice esperienza pratica acquisita negli anni.
Partiamo dalle attrezzature più comuni necessarie nel campo restauro per poi passare alle più specialistiche divise per settori.
Le principali sono tre ,le mani, gli occhi ed il cervello.
Le mani vi servono per maneggiare il pezzo, gli occhi per valutare il suo stato ed il cervello per decidere cosa fare del pezzo medesimo.
Direte che sono ovvietà ma non è vero. Prima di eseguire qualsiasi lavoro bisogna che fissiamo un obbiettivo chiaro e decidere cosa vogliamo ottenere. Partire senza questo obbiettivo ci può portare a risultati ben differenti da quelli prefissati e per assurdo a distruggere il pezzo che volevamo preservare. Le attrezzature che andremo ad usare poi hanno effetti ben diversi a seconda dei materiali da trattare percui una scarsa programmazione potrà darci dei risultati inaspettatamente devastanti. L'esempio più comune è l'uso delle spazzole rotanti su pezzi composti da più materiali tipo una baionetta. Per rimuovere la ruggine si finisce per mangiare il legno o rigarlo in modo irreparabile. Questo perchè abbiamo fretta di vedere dei risultati e non abbiamo programmato l'intervento causando dei danni al pezzo. Logico quindi prima smontare le guancette e poi spazzolare il metallo.
Importantissimo anche valutare fino a che punto spingersi e quando fermarsi e valutare MOLTO bene se i nostri interventi salveranno il pezzo o lo snatureranno al punto da fargli perdere ogni valore collezionistico/commerciale.
Per semplificare il concetto prendiamo una bella Luger monomatricola. Le possibilità sono tre e lascio a voi le conclusioni sui risultati e sugli interventi da fare.
1) è come la vedete, un poco giù di tono ma intoccata
2) è stata ribrunita in arsenale all'epoca rispettando le tecniche del periodo
3) è stata ribrunita dall'importatore per renderla più appetibile magari di un bel blu profondo che non è però il colore originale che era nero.
Ovvio che a questo punto la valutazione di cosa fare dovrebbe essere lampante a meno che non si decida di fregarsene del valore e di lanciarci in interventi strani per il nostro esclusivo piacere/gusto. Per i casi 1&2 gli interventi saranno di pura cura nel caso 3 la venderemo in quanto non ha valore in quanto manomessa oppure la terremo per spararci semplicemente. Altro tipo di intervento danneggerebbero solo il pezzo diminuendone il valore.
L'altra ipotesi è prendere la stessa Luger ma in condizioni di grosso degrado con evidenti camolature e tracce pesanti di ruggine.
Qui l'intervento sarà a puro scopo di preservazione dato che il valore commerciale sarà minimo e l'unica cosa che si può salvare è la funzionalità dell'arma. Qui spazzolature e telature non potranno fare danni maggiori di quelli del tempo ed anche un'eventuale brunitura a freddo non inciderà sul valore che sarà minimo se non prossimo allo zero.
Per gli altri manufatti il discorso è lo stesso, bisogna valutare bene se quanto andiamo a porre in atto sarà utile o distruttivo e se decideremo di procedere cercare di salvare il più possibile di un pezzo di storia anche se "minore"
Logico che sui pezzi "Mint" tanto cari a Mulòn, si lavorerà solo per fare si che non si deteriorino per errate cure o mancanza delle stesse. Perchè converrete anche voi che è da pazzi conservare un elmetto da migliaia di euro in una cantina umida ed infestata da topi. Una corretta prevenzione è indispensabile al pari del restauro anzi evita il restauro medesimo nella maggioranza dei casi.
Qui il cervello ha una grande importanza e ci deve aiutare a prevedere quello che potrà succedere nel tempo ed a prevenirne le conseguenze. L'esempio più semplice è quello di un bell'elmetto esposto per anni alla luce solare diretta, col tempo perderà la corretta tonalità e magari la parte anteriore sarà più chiara della posteriore o dell'interno come è logico che succeda. Poi direi che anche la preservazione ha dei limiti insiti in alcune logiche. Alcuni se vedono una cuffia ingrassata gridano allo scandalo ma tutto dipende da qual'è la nostra ottica. Se il pezzo deve conservare una patina ad ogni costo a scopo vendita pulirlo sarà un delitto mentre se come me siate amanti della funzionalità del medesimo un cuoio secco lo sarà altrettanto. Altro esempio sono le calciature, la tengo lurida ma d'epoca o la pulisco? Io personalmente usando i miei giocattoli non ammetto lo sporco, non per altro, odio sporcarmi io inutilmente. Generalmente provvedo a sgassare almeno le calciature ed a sverniciarle se sono state toccate in arsenale. Tutto questo comunque è soggettivo, voi cosa me pensate o suggerite?



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