Il reportage fotografico è dedicato al forte risorgimentale austriaco sito in proprietà privata nel comune di Pastrengo (Vr), seguiranno puntuali precisazioni e documentazione dei nostri cementisti più esperti.
In breve, per quel poco che conosco di quest'opera, posso dire che fa parte di un sistema fortificato costituito da altri tre forti sparsi sulle colline nelle immediate vicinanze sempre nel comune di Pastrengo, i forti in questione sono il Forte Benedeck (noto anche con il nome di Forte di Monte Folaga) alla quota di 190m, Forte Degenfeld (Piovezzano) 170m, Forte Nugent (Poggio Pol) 258m oggi viene utilizzato come locale-pizzeria, Forte Leopold (Poggio Croce) 256m. Questo insieme di fortificazioni è noto come campo trincerato di Pastrengo, a cui va annesso anche il telegrafo ottico recentemente ristrutturato che aveva il compito di mettere in comunicazione i forti circostanti fino a quelli di Verona città e a Mantova che dista in linea d'aria 37km, di questa opera abbiamo un topic esaustivo a questo link viewtopic.php?f=181&t=23081&hilit=telegrafo+ottico .
Come tutte le fortificazioni sparse nell'area veronese, nessuna di queste venne interessata da fatti bellici, in quanto l'intento, riuscito, era quello di dissuadere l'avversario da ogni tentativo di attacco, visto il potenziale difensivo che si sarebbe trovato di fronte.
La concentrazione di tali opere belliche è dovuta all'importanza geografica in cui è inserito il comune di Pastrengo, innanzitutto, con la sua corona di colline rappresenta la propaggine più meridionale dell'area prealpina lungo la val d'Adige che spazia sulla pianura padana, offrendo un buon punto di vista e un vantaggio balistico in caso di utilizzo dell'artiglieria. Inoltre, assieme ai vari forti sparsi all'imbocco della val d'Adige, era garanzia di un buon sbarramento verso le terre imperiali.
Fatto curioso è che il forte è privato, la famiglia che ne è proprietaria lo possiede dalla smilitarizzazione, ricadendo questo nei terreni adiacenti all'abitazione settecentesca annessa all'opera fortificata, i proprietari hanno fatto valere il diritto di prelazione.
Accompagnati da Dino, il proprietario, io, Decca, Festungsartillerie e il noto storico e scrittore Leonardo Malatesta, ci siamo inoltrati in corridoi, stanze, cannoniere, fin sulla copertura dove abbiamo potuto ammirare, grazie anche alla giornata limpida, lo splendido paesaggio di cui le foto ne sono degna testimonianza.
Nel corso degli anni vennero eseguite alcune demolizioni, come l'estrema difesa, alcune parti delle mura perimetrali, il fossato è stato riempito la cui profondità doveva superare i tre metri, inoltre, per finalità di utilizzo agricolo, alcuni locali sono stati riadattati a fienile o magazzini, tuttavia alcuni particolari ci hanno sorpreso per il loro stato di conservazione, come i moltissimi isolatori originali in legno con ancora i loro fili elettrici, le porte originali con i loro lamierini e numeri, le polveriere con ancora la malta originale quasi su tutte le pareti volta compresa. Particolari interessanti sono le chiusure delle finestre blindate e il riutilizzo delle ruote originali dei cannoni usati come lampadari.
A testimonianza dell'importanza storica dell'area, proprio 300m di fronte al forte vi è un casolare con una lapide che ricorda che proprio dietro quelle mura il 30 aprile 1848 Re Carlo Alberto di Savoia trovò rifugio dall'imminente cattura asburgica, messo definitivamente in salvo dalla celeberrima carica dei Carabinieri.



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