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Discussione: PASTRENGO (VR) - FORTE BENEDECK 1861

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  1. #1
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    PASTRENGO (VR) - FORTE BENEDECK 1861

    Il reportage fotografico è dedicato al forte risorgimentale austriaco sito in proprietà privata nel comune di Pastrengo (Vr), seguiranno puntuali precisazioni e documentazione dei nostri cementisti più esperti.

    In breve, per quel poco che conosco di quest'opera, posso dire che fa parte di un sistema fortificato costituito da altri tre forti sparsi sulle colline nelle immediate vicinanze sempre nel comune di Pastrengo, i forti in questione sono il Forte Benedeck (noto anche con il nome di Forte di Monte Folaga) alla quota di 190m, Forte Degenfeld (Piovezzano) 170m, Forte Nugent (Poggio Pol) 258m oggi viene utilizzato come locale-pizzeria, Forte Leopold (Poggio Croce) 256m. Questo insieme di fortificazioni è noto come campo trincerato di Pastrengo, a cui va annesso anche il telegrafo ottico recentemente ristrutturato che aveva il compito di mettere in comunicazione i forti circostanti fino a quelli di Verona città e a Mantova che dista in linea d'aria 37km, di questa opera abbiamo un topic esaustivo a questo link viewtopic.php?f=181&t=23081&hilit=telegrafo+ottico .
    Come tutte le fortificazioni sparse nell'area veronese, nessuna di queste venne interessata da fatti bellici, in quanto l'intento, riuscito, era quello di dissuadere l'avversario da ogni tentativo di attacco, visto il potenziale difensivo che si sarebbe trovato di fronte.
    La concentrazione di tali opere belliche è dovuta all'importanza geografica in cui è inserito il comune di Pastrengo, innanzitutto, con la sua corona di colline rappresenta la propaggine più meridionale dell'area prealpina lungo la val d'Adige che spazia sulla pianura padana, offrendo un buon punto di vista e un vantaggio balistico in caso di utilizzo dell'artiglieria. Inoltre, assieme ai vari forti sparsi all'imbocco della val d'Adige, era garanzia di un buon sbarramento verso le terre imperiali.

    Fatto curioso è che il forte è privato, la famiglia che ne è proprietaria lo possiede dalla smilitarizzazione, ricadendo questo nei terreni adiacenti all'abitazione settecentesca annessa all'opera fortificata, i proprietari hanno fatto valere il diritto di prelazione.
    Accompagnati da Dino, il proprietario, io, Decca, Festungsartillerie e il noto storico e scrittore Leonardo Malatesta, ci siamo inoltrati in corridoi, stanze, cannoniere, fin sulla copertura dove abbiamo potuto ammirare, grazie anche alla giornata limpida, lo splendido paesaggio di cui le foto ne sono degna testimonianza.
    Nel corso degli anni vennero eseguite alcune demolizioni, come l'estrema difesa, alcune parti delle mura perimetrali, il fossato è stato riempito la cui profondità doveva superare i tre metri, inoltre, per finalità di utilizzo agricolo, alcuni locali sono stati riadattati a fienile o magazzini, tuttavia alcuni particolari ci hanno sorpreso per il loro stato di conservazione, come i moltissimi isolatori originali in legno con ancora i loro fili elettrici, le porte originali con i loro lamierini e numeri, le polveriere con ancora la malta originale quasi su tutte le pareti volta compresa. Particolari interessanti sono le chiusure delle finestre blindate e il riutilizzo delle ruote originali dei cannoni usati come lampadari.

    A testimonianza dell'importanza storica dell'area, proprio 300m di fronte al forte vi è un casolare con una lapide che ricorda che proprio dietro quelle mura il 30 aprile 1848 Re Carlo Alberto di Savoia trovò rifugio dall'imminente cattura asburgica, messo definitivamente in salvo dalla celeberrima carica dei Carabinieri.
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  2. #2
    Utente registrato L'avatar di Festungsartillerie
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    Un aneddoto tratto dal libro "Das K.K. österreichische Festungsviereck in Lombardo-Venetien" di Christoph Hackelsberger, uno dei pochissimi testi di riferimento sulle fortificazioni austriache del Quadrilatero ottocentesco:
    sulla scheda dedicata al Forte Benedek, l'autore scrive di come l'allora anziano proprietario del forte, da lui intervistato alla fine degli anni 1970, epoca in cui fu scritto il libro (pubblicato nel 1980) testimoniasse che suo padre ricordava bene i tempi della costruzione del forte e della convivenza con la guarnigione.

  3. #3
    Utente registrato L'avatar di Festungsartillerie
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    Torniamo dopo un po' di tempo al nostro forte Benedek, per approfondire come promesso alcuni aspetti.
    Come abbiamo visto, si tratta di un'opera di piccole dimensioni, che concentra nel ridotto tutte le funzioni, sia quelle di combattimento, che quelle logistiche di alloggiamento della guarnigione.
    Può essere interessante, a questo proposito, un confronto con il solito forte Gisela-Dossobuono, di cui abbiamo trattato ampiamente, entrambi sono stati progettati dal medesimo ingegnere, Salis-Soglio, più o meno nello stesso periodo, intorno al 1860-61.

    Il Gisela è un grande forte di pianura, con tutti gli elementi tipici della fortificazione poligonale in muro e terra di scuola austriaca: un nucleo centrale formato dal ridotto a lunetta, su 2 piani, collegato con muri difensivi al ridotto di gola, con annessa caponiera. Le armi offensive a lunga gittata sono su un terrapieno che forma il fronte principale di combattimento, si scende quindi di quota nel fossato asciutto difensivo, ulteriormente munito di un muro continuo alla Carnot e dalle caponiere.

    il Benedek, opera che sorge su una collinetta che ne condiziona la forma, al confronto ha un'estensione molto limitata, è costituito da un ridotto a lunetta a un solo piano, che delimita anche il cortile-piazza d'armi, chiuso dal robusto muro di gola, al cui centro in origine si protundeva la caponiera difensiva oggi purtroppo demolita. I cannoni dell'armanento principale erano collocati in barbetta sopra lo stesso ridotto, non c'erano terrapieni esterni, il fossato difensivo racchiudeva il ridotto, fossato che non ha muro alla Carnot nè caponiere, ma è comunque difeso in modo efficacissimo da un sistema molto moderno e applicato qui a Pastrengo in modo rivoluzionario da Salis: i cofani di controscarpa, di cui parleremo più avanti.

    La pianta del Gisela, tratta dal web:

    Pianta gisela.jpg

    Visuale 3d:

    gisela 3d.jpg

    La pianta del Benedek, per confronto:

    Mappa Bolega2.jpg

    e la foto che abbiamo già visto:

    800px-ForteBenedeck.jpg

  4. #4
    Utente registrato L'avatar di Festungsartillerie
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    un altro elemento che risalta dalla mappa del Benedek è l'asimmetria della pianta del ridotto: simile a quella del Forte Degenfeld, è dovuta alla necessità di adattarsi al profilo irregolare del sito.
    Come si può notare dalla foto d'epoca, nella sistemazione della copertura del ridotto per le artiglierie, a parte la doppia traversa casamattata, non esistevano le traverse intermedie permanenti a delimitare le varie piazzole, tipiche di altri forti, in terra o muratura. Quindi si era provveduto a installare i tipici cestoni di vimini riempiti di terra, per separare le piazzole garantendo un minimo di protezione in più agli artiglieri in caso di bombardamento.
    Questo forte si sviluppa su un unico piano, non ci sono stanze sotterranee, a parte le cisterne per l'acqua.

    Qualche dato preso da una relazione del 1865:

    La guarnigione consisteva di 130 uomini, con possibilità di portarli a 180 in caso d'emergenza.

    Le munizioni in dotazione ammontavano complessivamente a 14.184 unità.

    Erano in dotazione anche 20 razzi da segnalazione.

    I pezzi d'artiglieria in quell'anno (tempo di pace) erano:

    2 cannoni rigati a retrocarica da 12 cm (nella doppia traversa casamattata di cui avevamo trattato)

    4 cannoni rigati a retrocarica da 9 cm (in barbetta)

  5. #5
    Moderatore L'avatar di Furiere Maggiore
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    ... ciao a tutti,

    a me risulta che nel 1866, all'atto del passagio del Veneto all'Italia, il forte Benedek poi denominato di Monte Bolega (non "falaga") era armato con:

    - 4 pezzi da 12 lbs. a retrocarica rigati sistema Wahrendorf;
    - 2 pezzi da 6 lbs. a retrocarica rigati sistema Wahrendorf;
    - 2 obici da 30 lbs.;
    - 4 obici da 7 lbs.

    Saluti

    fm
    E' la somma che fa il totale.

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