E' un problema tipicamente nostrano, quello dei collaboratori, sempre troppo pochi.
Sono molti di più quelli che non solo non fanno, ma cercano soprattutto di impedirti di fare...
esperienza anche di questi ultimi mesi.
E' un problema tipicamente nostrano, quello dei collaboratori, sempre troppo pochi.
Sono molti di più quelli che non solo non fanno, ma cercano soprattutto di impedirti di fare...
esperienza anche di questi ultimi mesi.
Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes
Gli articoli francesi saranno sempre presenti, per un 70%.
Purtroppo se si vogliono abbattere i costi della rivista questo è l'unico sistema. ( inoltre gli editori sono loro ).
Fare articoli come volete voi è praticamente impossibile, i "maquettist" devono
sfruttare al massimo lo spazio per la impaginazione (il mio stesso articolo è stato decurtato c'erano molte più foto),
non potranno essere mai esaustivi, altrimenti dovrebbero pubblicare ogni due mesi uno speciale
che esamini ogni argomento al completo. La stessa U&A non era soddisfacente da questo
punto di vista, e le stesse riviste Militaria, e Uniformes non lo sono.
Si sta cercando di fare del nostro meglio, e nessuno è esente da errori, si accettano naturalmente
consigli, e tutti coloro che hanno la volontà di collaborare saranno ben accetti.
La mail per i contatti è la seguente:
redazioneita@uniformes-mag.com
MEMENTO AUDERE SEMPER
Io credo invece che la nuova rivista e' partita col piede giusto. Gli argomenti sono ben trattati.Come ben sa Lucas, io ho lavorato con Uniformes per un paio di articoli suddivisi in tre o quattro puntate qualche anno fa' e fui soddisfatto. Inevitabilmente qualcosa fu tagliato, ma anche U&A con cui ho collaborato dal primo all'ultimo numero uscito, era solita tagliare qualcosa. All'autore non fa' mai piacere, tuttavia bisogna entrare anche nell'economia della rivista, che ha delle necessita' di spazio molto piu' di un libro che e' sicuramente una cosa differente.Io dico che UNIFORMI non puo' far altro che migliorare, viste le premesse. Di cose da scrivere ve ne sono ancora a migliaia anche per il gusto italiano, e i nostri collezionisti/autori, specie se giovani,con i mezzi di ora, possono dare i punti ai vecchi, tra i quali mi ci metto anche io.Complimenti ancora.PaoloM
Sta a noi dare una mano.....
Rawa Ruska
Tutto considerato, un militare non è altro che un uomo rubato alla sua abitazione. (Il buon soldato Sc'vèik)
Con tutti i suoi difetti anche questo "UNIFORMI" può essere un effetto-metadone per noi in crisi d' astinenza da U&A...
SOLO CHI NON FA NON SBAGLIA ! (non sto gridando) ................ comunque presenteremo la nuova rivista a Novegro ( area tematica ) però non si è ancora deciso se sabato o domenica, e li potrete esporre quesiti e consigli ............... ciao ! ciao !
Mirco, la mia non voleva essere una critica aprioristica, solo la costatazione che UNIFORMI viene a occupare una nicchia di mercato purtroppo rimasta vuota. Per quanto mi riguarda ho già intimato imperiosamente al mio edicolante di fermarmene una copia ad ogni uscita. Ciao.
"Per quanto mi riguarda ho già intimato imperiosamente al mio edicolante di fermarmene una copia ad ogni uscita. Ciao"
....idem.
Buon lavoro alla Redazione.
Rivista difficile da trovare...già ordinata cmq. Spero arrivi in fretta.
Avete tutti espresso opinioni fondate ed osservazioni che senz'altro potranno essere d'indirizzo e stimolo sia all'editore sia alla redazione italiana.
Circa la prevalenza della trattazione storica rispetto a quella tecnico-collezionistica, che alcuni correttamente rimarcano, ricordo che Uniformes, l'originale francese di Uniformi, nasce da una rivista , qual era Gazette des Uniformes , che faceva di questa impostazione la propria filosofia editoriale: cioé diffondere la storia militare presentandone (anche se in maniera non approfondita) le uniformi e gli equipaggiamenti. Uniformes ha cercato di superare quest'approccio e s'é specializzata in un'ottica collezionistica , ma é inevitabile che il "vecchio stile" talvolta riaffiori, specialmente laddove foto, cimeli, documenti, notizie sugli oggetti specifici siano carenti / non facilmente disponibili.
Esprimo solo qualche perplessità circa l'annunciata percentuale elevata di temi francesi sull'edizione in Italiano. Non vorrei che si ripetesse ciç che U&A fece proponendo (tradotti) temi cari al lettorato francese, ma poco sentiti da noi. I Francesi hanno una grande tradizione militare di cui vanno orgogliosi ed una lunga storia bellica sulla quale scrivano e pubblicano molto più di noi, ma dubito che la Gendarmerie del 1914 o i loro carristi nel periodo fra le due guerre interessino il lettore italiano. Argomenti correlati alla presenza francese in Italia nel 1915-1918 o nel 1943-1945, ignorata dal grande pubblico e trascurata dall'editoria , avrebbe senz'altro più attinenza con le patrie vicende.
Comunque sia, auguri sinceri per quest'iniziativa, chi se ne occupa ha tutte le carte in regola per fare un ottimo lavoro.
MP
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