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Discussione: Attori e personaggi pubblici... in uniforme

  1. #211
    Utente registrato L'avatar di Deianira
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    Charlton Heston , 1941
    heston 1941.jpg

  2. #212
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  3. #213
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    Deianira, la foto di C. Heston risale certamente agli anni '60 e non ha a che vedere con il servizio militare da lui effettivamente postato...

  4. #214
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  5. #215
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    Giuseppe “Peppino” Ceccarelli alias Ceccarius (1889-1972).
    Combattente, pubblicista, collezionista, studioso di romanistica, intellettuale, animatore della vita politica e culturale di Roma, fondatore del Gruppo dei Romanisti. Figlio del commerciante di generi coloniali Eugenio Ceccarelli, il piccolo Peppino si dimostra romano verace, dal carattere acuto e bonario, vivacizzato dal pronto spirito salace che caratterizza gli abitanti dell’ Urbe. Dal 1904 al 1909 studia nel prestigioso liceo Visconti, è politicamente impegnato e frequenta il circolo giovanile della Lega Navale. Presta servizio di leva come soldato semplice nel 1910. Dopo il congedo si sposa e lavora nella drogheria di famiglia, ma nel 1913 la giovane moglie muore di parto dando alla luce la prima figlia, Clara. Nel maggio 1915 l’ Italia entra in guerra e Giuseppe Ceccarelli è richiamato col grado di caporale ed assegnato al 45° Reggimento Fanteria. Durante il conflitto dimostra una naturale attitudine al comando e raggiunge rapidamente il grado di sergente maggiore, assegnato alla Compagnia Comando reggimentale. Nel 1917 è nominato Aspirante Ufficiale e su sua richiesta ammesso alla scuola mitraglieri di Brescia. Al termine del corso è assegnato alla 241^ Sezione Mitraglieri Fiat. Catturato dai tedeschi durante l’ offensiva di Caporetto, è trasferito come prigioniero di guerra in Germania, prima a Crossen e poi a Celle, dove stringe amicizia con Carlo Emilio Gadda. Rimpatria nel dicembre 1918, trovando la famiglia (che nel frattempo è stata costretta a cedere la storica drogheria di Piazza Montanara) in gravi difficoltà economiche. Nel 1919 trova lavoro come impiegato di concetto presso il Governatorato di Roma e in seguito viene assunto all’ Ilva (poi Italsider) dove resterà sino al 1963 come direttore centrale dell’ ufficio di Roma, consulente del settore Stampa e membro del comitato di redazione della rivista aziendale Noi dell’ Ilva. Si risposa nel 1921 con la sorella di un ex- commilitone, che gli darà altri due figli, Francesca Romana e Luigi. Il 28 ottobre 1922, indossata la camicia azzurra del Partito Nazionalista, di cui è consigliere e deputato provinciale, partecipa alla “Marcia su Roma” a fianco dei fascisti. Nel 1923 si iscrive al P.N.F. Nel 1925 è Vicefederale nel Direttorio della Federazione romana e promuove la creazione della biblioteca provinciale. Il 21 giugno 1925 partecipa come oratore al Congresso Fascista dell’ Augusteo. Dal 1925 al 1944 è membro della giunta direttiva dell’ Istituto di studi romani. Nel 1926 per conto dell’ Ilva dirige come regista il lungometraggio intitolato Col ferro e col fuoco, che sarà il primo documentario industriale italiano. Dal 1926 al 1927 è membro della Commissione di revisione nel Consiglio di disciplina del P.N.F. romano. Nel 1927 organizza la Mostra del costume romano e del Lazio a Palazzo Valentini e nello stesso anno sovraintende al trasferimento della Federazione fascista a Palazzo Braschi. Nel 1929 con l’ aiuto di Boncompagni Ludovisi, allora Governatore di Roma, fonda il Museo di Roma e nello stesso anno è tra i curatori della Mostra di Roma nell’ 800. Nel 1930 organizza la sfilata dei costumi folkloristici regionali in occasione delle nozze tra Umberto di Savoia e Maria Josè. Nel 1936 è tra i fondatori della rivista L’ Urbe. Dal 1941 tiene una rubrica fissa su La strenna dei Romanisti. Dal 1946 al 1957 raccoglie in dodici volumi di Bibliografia Romana tutto ciò che viene pubblicato su Roma in Italia e all’ estero in quel periodo. Dal 1951 è presidente del Gruppo dei Romanisti. Dal 1952 membro ordinario dell’ Istituto di studi romani. Dal 1961 al 1970 è consigliere dell’ organo direttivo dell’ Istituto di studi romani. Con lo pseudonimo di Ceccarius pubblica importanti testi di argomento storico e urbanistico. Scrive oltre seimila articoli sulle riviste: Idea Nazionale, La Tribuna, Il Tempo, Illustrazione Italiana, Nuova Antologia, Almanacco dei bibliotecari, Roma fascista, Capitolium. Ricopre le cariche di: accademico cultore dell’ Accademia Nazionale di san Luca, accademico della Pontificia Accademia dei virtuosi del Pantheon, presidente del Comitato Romano del Regio Istituto per la storia del Risorgimento, socio della Società romana di storia patria, membro del Consiglio nazionale delle Corporazioni, consigliere dell’ Oratorio Filippino, socio della Romana Accademia degli Arcadi col nome di Ostilio Cisseio, membro del Consiglio direttivo della stampa romana. Insignito del Premio “Cultori di Roma” nel 1965. Dopo la sua morte gli viene intitolato il viale alberato nei giardini della Mole Adriana, sul lato ovest di Castel Sant’ Angelo. Col materiale donato dal figlio Luigi nel 1972, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma viene costituito il “Fondo Ceccarius” composto da 4.000 volumi, 5.000 opuscoli, 100.000 ritagli di giornale e 1.500 fotografie. Giuseppe Ceccarelli (Ceccarius) è sepolto al Pincetto, nel Cimitero Monumentale del Verano.
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  6. #216
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  7. #217
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    Emilio Pucci, marchese di Barsento, nasce a Napoli il 20 novembre 1914 dalla nobile famiglia fiorentina dei Pucci. In gioventù si dedica allo sci e alla pittura. Nel 1934 è selezionato nella nazionale italiana di sci e partecipa alle Olimpiadi invernali del 1936. Vince una borsa di studio e si trasferisce negli Stati Uniti, in Oregon, dove nel 1937 ottiene al Reed College un master in scienze sociali. Invece di rientrare direttamente in Italia, compie il giro del mondo imbarcandosi come marinaio su una vecchia nave mercantile. Al suo rimpatrio viene arrestato dai CC.RR. in quanto dichiarato renitente alla leva dalle autorità militari, ma grazie all’ amicizia con personaggi del regime fascista, risolve subito i suoi problemi con la giustizia. Seguendo l’ esempio dei suoi amici altolocati, tra cui Bruno Mussolini e Galeazzo Ciano, nel 1938 si arruola nella Regia Aeronautica. Inizialmente giudicato inidoneo all’ attività di volo a causa del fisico gracile, dopo molte insistenze ottiene di essere ammesso alla Scuola di Volo di Viterbo. Nominato sottotenente di complemento nel luglio 1939, presta servizio come pilota a Pisa, Aviano,Viterbo e infine presso la 58^ Sq. / 10° Gr. / 10° Stormo B.T. su Savoia Marchetti S. 79 con sede a Milano. Poco dopo il 10 giugno 1940 lo Stormo viene rischierato sull’ aeroporto libico di Benina. Nel settembre 1940 Emilio Pucci è trasferito al 33° Gr. Bombardamento Notturno operante in Libia ma presto rimpatriato per infezione renale contratta in servizio. Durante la licenza di convalescenza in Italia si laurea in scienze politiche. Il 5 giugno 1941 è assegnato alla Squadriglia B.G.R. (Bombardamento a Grande Raggio) di Pisa. Effettua il passaggio sul nuovo quadrimotore sperimentale Piaggio P.108, ma dopo l’incidente in cui perde la vita Bruno Mussolini l’ attività di volo viene temporaneamente sospesa. Nel settembre 1941 è assegnato al 2° Nucleo Addestramento Siluranti di Napoli. Trasferito nel marzo 1942 alla 205^ Sq. / 41° Gr. Aut. Aerosiluranti di Gadurrà (Rodi). Su velivoli Savoia Marchetti S. 84 partecipa alla “Battaglia di mezzo giugno” (14-15 giugno 1942) e alla “Battaglia di mezzo agosto” (11-14 agosto 1942). Trasferito a inizio 1943 al 105° Gr. Aerosiluranti di stanza a Decimomannu. Partecipa ad azioni contro naviglio avversario su Malta nel marzo-maggio 1943 (42 azioni di volo, 10 siluramenti, abbattimento di un bimotore Bristol Blenheim). Il suo reparto ormai decimato è trasferito a Forlì e posto in posizione quadro. Il 10 luglio 1943 la sua domanda di passare alla specialità della caccia viene accolta ed è destinato alla Scuola Caccia di Gorizia. Il 25 luglio 1943 è all’ Ospedale Militare di Ferrara per approfonditi controlli medici e gli viene concessa una licenza per malattia. L’ 8 settembre lo coglie mentre viaggia in treno tra Gorizia e Firenze. Avuta notizia dell’ armistizio alla stazione di Venezia, tenta invano di telefonare alla Scuola di Gorizia e alla 2^ Squadra Aerea di Padova per avere ordini. Messosi in borghese, raggiunge Firenze con mezzi di fortuna. Nell’ ottobre 1943, ancora convalescente per i postumi dell’ infezione renale contratta in AS, è contattato da Edda Ciano Mussolini (con la quale intratteneva una intima amicizia sino dal 1934) che lo informa dell’ arresto del marito a Verona, chiedendogli aiuto. Nel gennaio 1944 è dichiarato inabile al servizio attivo dall’ Istituto Medico Legale dell’ A.N.R. e accompagna in Svizzera Edda e i figli con la sua Fiat Topolino. Rientrato in Italia, mette in salvo i diari di Galeazzo insieme alla spia tedesca Felicitas Beetz. Arrestato dalla Gestapo il 10 gennaio1944, viene rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore e ripetutamente torturato. Scarcerato dopo nove mesi, sfugge alla sorveglianza fascista rifugiandosi definitivamente in territorio elvetico. Ricoverato all’ ospedale di Lugano per le torture subite (due fratture del cranio, ecchimosi ed ematomi in tutto il corpo, lesione permanente del timpano sinistro). Rimessosi in salute, per mantenersi lavora come maestro di sci a Zermatt fino alla fine della guerra. Dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ottiene il congedo definitivo dall’ Aeronautica Militare. Nel 1947 lavora come istruttore di sci al Sestriere. Nello stesso anno inizia la sua attività nel campo della moda. Apre la sua prima boutique a Capri nel 1950. Organizza la prima sfilata di moda a Firenze nel 1951. Stabilisce la sede della sua casa di mode (ceduta dagli eredi nel 2000 al gruppo francese LMVH-Louis Vuitton) nel palazzo di famiglia, al recapito Marchese Emilio Pucci, Palazzo Pucci, Via dei Pucci 6, Firenze. Sin da subito popolarissimo negli Stati Uniti, espande la sua attività dalla moda femminile alla moda maschile, ai profumi, alle ceramiche, all’ arredamento per la casa. Negli anni ’60 disegna il logo della missione Apollo 15 della N.A.S.A. ; le uniformi del personale di volo della Braniff International Airways ; la divisa classica del Corpo dei VV.UU. di Roma (divisa blu, casco e guanti bianchi). Nello stesso periodo entra in politica. Consigliere comunale a Firenze, prende la parola durante la prima seduta del consiglio per replicare al sindaco democristiano Giorgio La Pira (pacifista, sostenitore del disarmo unilaterale, apologeta dei vietcong e “compagno di strada” del P.C.I.) che in campagna elettorale lo aveva definito “uno sporco fascista da prendere a calci”. Emilio Pucci chiede se il primo cittadino ha come lui il brevetto di pilota e avendone avuta risposta negativa dice: “Allora prima di fare certe affermazioni ci pensi bene, sennò la prossima volta la faccio volare io, ma dalla tromba delle scale”. Deputato della Repubblica Italiana nelle legislature IV e V, eletto dal 1963 al 1972 nel collegio elettorale di Firenze nelle file del Partito Liberale Italiano. Sottosegretario al Ministero dei Trasporti. Muore a Firenze il 29 novembre 1992.
    _________________________________

    3 Medaglie d’ Argento al Valor Militare

    2 Croci di Guerra al Valor Militare

    (Restituite nel 1982 in segno di protesta per il conferimento da parte del presidente Pertini di analoga decorazione al gappista Rosario Bentivegna, responsabile dell’ attentato del 23 marzo 1944 a via Rasella).

    Croce di Ferro di 2^ classe

    Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana
    __________________________________
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  8. #218
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    Don Giuseppe Tomasi, 12° Duca di Palma, 11° Principe di Lampedusa, Barone della Torretta, Grande di Spagna di prima Classe nasce a Palermo il 23 dicembre 1896 da Giulio Maria Tomasi (1868-1934) e Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutrò (1870-1946). Taciturno e solitario, oppresso fin dall’ infanzia da una madre ansiosa e autoritaria passa il suo tempo immerso nella lettura. Dal 1911 frequenta il Liceo Classico a Roma. Nel 1915 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’ Università di Roma. All’ entrata in guerra dell’ Italia è chiamato alle armi come sottotenente di artiglieria. Catturato dagli austriaci a Caporetto, viene recluso in un campo di prigionia in Ungheria, ma fugge e torna in Italia a piedi. E’ congedato nel 1918 col grado di tenente. Non termina gli studi universitari ma torna a Palermo e resta in casa della madre, che lo vuole sempre accanto. Si dedica saltuariamente a studi letterari. Nel 1925 si reca a Genova e comincia a collaborare con riviste letterarie ma dopo sei mesi torna di nuovo a casa dalla madre. Nel 1932 sposa a Riga la psicanalista Alexandra Wolff Stormsee, da lui soprannominata Licy, ma ben presto i due si separano per la presenza incombente e possessiva della madre di lui. Nel 1934 alla morte del padre eredita i titoli nobiliari e una vasta proprietà terriera. Nel 1940 è richiamato in servizio ma subito congedato in quanto dirigente dell’ azienda agricola di famiglia. Nel 1944 è nominato presidente della C.R.I. per la provincia di Palermo e in seguito presidente regionale della C.R.I. fino al 1946. Dopo la morte della madre nel 1946, inizia a frequentare giovani intellettuali palermitani. Nel 1954 recatosi ad un convegno letterario a San Pellegrino Terme col cugino Lucio Piccolo, conosce Eugenio Montale e Maria Bellonci. Nello stesso anno inizia a scrivere il suo unico romanzo, Il Gattopardo, terminato due anni dopo. Nel 1957 gli viene diagnosticato un tumore ai polmoni. Muore a Roma il 23 luglio 1957 ed è sepolto al Cimitero dei Cappuccini di Palermo. Nel 1958 il suo libro, già rifiutato da Mondadori e Einaudi, viene pubblicato postumo da Feltrinelli e vince il Premio Strega nel 1959.
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  9. #219
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  10. #220
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    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

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