Eccovi una selezione di documenti dell'intelligence britannica provenienti dai National Archives di Londra. È una miscellanea, provengono cioè da dossier diversi redatti nella seconda parte del 1944. Gli inglesi avevano una lista di probabili impianti e depositi chimici italiani, basata sugli interrogatori di ufficiali dei reparti chimici (alcune delle notizie fanno riferimento a interrogatori di italiani catturati in Libia nel 1941), sulle notizie raccolte dai partigiani e da altri informatori. La lista venne elaborata e più volte aggiornata dall'inizio del 1944 con due obiettivi. Avvisare i reparti di prima linea dei rischi di contaminazione, nel caso in cui arrivassero ai depositi (sempre in Libia, alcuni inglesi furono gasati perché maneggiarono testate all'iprite confuse per normali granate); evitare bombardamenti casuali; essere certi che venissero messi in sicurezza dalle avanguardie. La lista era trasmessa a tutte le unità in prima linea. Come vedete, il vostro deposito era importante: stimavano in 1200 tonnellate la quantità di iprite custodita. Distinguono poi la galleria della Nobel e il Biscottificio: ma queste sono informazioni che voi potere valutare molto meglio di me. Se nelle schede notate altro che vi interessa, provate a chiedere. Non prometto risposte rapide: devo ricordarmi a memoria la posizione dei files e il mio incarico professionale mi lascia pochissimo tempo libero. Ma spero che già queste pagine possano dare un contributo alla vostra - splendida - ricerca.
Gdf
Grazie per i Docs; non è che riusciresti (ti do del tu visto che ormai sei della combriccola) a postare la Mappa dei siti ?
PS: ieri ho ripresto il tuo libro "veleni di stato" e l'ho rincominciato a leggere sotto un'altra ottica.
La storia passata deve essere di monito per le future generazioni ed è per questo che va preservata e la sua conoscenza diffusa con ogni mezzo possibile
Ho estratto dai documenti fornito da Di Feo le parti salienti che si riferiscono alla Lunigiana ( provincie di Massa e Spezia )
luglio-1944.jpgsettembre-1944.jpg
In effetti ho il fatto che lo stabilimento Dynamit-Nobel e il “Biscottificio” fossero lo stessa installazione è solo una ipotesi anche perché a Romito non è che ci siano altri luoghi “misteriosi”.
Forse sarebbe il caso di approfondire questo fatto. Mi vengono in mente alcune ipotesi:
- Il “Biscottificio” è un altro e a Romito, ma dove? Andrebbero trovate le mappe a cui si riferiscono i documenti inglesi (95/P. 7211 e 95/P. 747096). Speriamo che Di Feo ci possa aiutare.
- Il “Biscottificio” era la galleria abbandonata usata come deposito di iprite con suo accesso autonomo protetto dai noti bunker, mentre lo stabilimento Dynamit-Nobel, in cui venivano caricati i proiettili, è dall’altra parte dove entrava anche la ferrovia. Se è vera questa ipotesi, poiché sembra che il gas fosse portato col treno dalla Rumianca di Carrara dove sembra producessero il fosgene, bisognerebbe sapere se i proiettili della Regia Marina venivano caricati con fosgene o con iprite.
Mia suocera che nel ’44 aveva 17 anni non ricorda a Romito nessun edificio con la scritta “Biscottificio” mentre ricorda di fronte al nostro sito che c’erano sempre dei marinai di guardia e questo confermerebbe che l’installazione era di pertinenza della Regia Marina e forse solo nel dopoguerra diventarono di pertinenza dell’Artiglieria dell’Esercito.
Riguardo al secondo bunker ricordo che c’era fino a 10-20 anni fa visibile a di fianco alla prima arcata del ponte ferroviario. Mi sembra che negli anno ’60 o ‘70 fosse seminterrato e di colore nero (non so se dipinto o affumicato). Quell’ arcata fu rifatta nel dopoguerra perché distrutta da un bombardamento. Alcuni anni fa rifacendo gli argini del fiume credo che sia scomparsa ogni traccia.
Alla ex Rumianca di Carrara Avenza, secondo il racconto di chi ci lavorava, sembra che durante la guerra e fino a tempi recenti c’erano due bunker che contenevano fusti di gas venefico (fosgene?). Il sito, come abbiamo visto ben conosciuto dagli inglesi, fu risparmiato dai bombardamenti e i partigiani sembra che vennero a conoscenza dei depositi solo nei giorni della Liberazione ma non seppero valutare l’importanza di ciò che avevano di fronte. Sicché il gas rimase al suo posto e anche nel dopoguerra c’era sempre una guardia armata e agli operai era vietato di andare a curiosare pena il licenziamento immediato. Che fine hanno fatto i bunker, ma soprattutto i fusti?
Ciao a tutti!
Siete decisamente agguerriti… Spiacenti, ma non ci sono mappe allegate a quei documenti. Dovete immaginare che i fascicoli sono stati digitalizzati dagli archivisti inglesi con estrema precisione, ma si tratta sempre di faldoni che avevano fatto la guerra… Bisognerebbe fare una ricerca nei National Archives statunitensi, perché l'area fu occupata dagli americani, ancora più meticolosi nelle schedature. A Londra ci sono solo quelle informazioni che gli americani condividevano con i britannici, ma la questione dei gas ha sempre creato grandi gelosie tra i due comandi. Più facile forse sarebbe rivolgersi all'archivio storico della Marina Militare, per vedere se lì è rimasto qualcosa: in genere sono cortesi e disponibili. Oppure - magari contattando qualcuno del Comitato Bonifica - far presentare un'interrogazione parlamentare per sapere se la zona è mai stata bonificata e così ottenere qualche informazione dal ministero su quei controlli che avete descritto nel forum. Ma se l'impianto era gestito dal Servizio Chimico, temo ci sia poco o nulla. Gli archivi del Servizio Chimico furono in gran parte distrutti l'8 settembre per impedire che cadessero in mano tedesca - o almeno così riporta una pubblicazione ufficiale dello Stato Maggiore - e poi saccheggiati dagli occupanti che ritenevano prioritaria la cattura degli impianti e dei centri studi italiani in materia.
Oggi se dovessi riscrivere Veleni di Stato avrei il doppio del materiale, grazie all'entusiasmo di gruppi come il vostro. Grazie. Gdf
Questa è la planimetria, seguita al rilievo, redatta nel 1937 per la successiva installazione di impianto antincendio secondo la normativa di difesa A.A.. Come si vede e si legge la galleria non era adoperata, il caricamento ecc. avveniva in un capannone (n° 1) ed il materiale caricato stoccato nelle cosiddette "pseudo cavernette". Riguardo alle nicchie nella galleria, tutte le gallerie ferroviarie le hanno .....
Il treno arrivava allo stabilimento dal vecchio ponte (quello crollato per la piena per intenderci).
Lo stabilimento Dinamite Nobel non era militare (almeno fino al 1940). Ciao
Personale della Marina maneggia fusti di Yprite.
Nella prima immagine bombe americane a caricamento speciale ripescate dal mare, nella seconda immagine, una bomba sempre a liquido speciale, anch'essa ripescata, a causa dell'usura dovuta alla corrosione rilascia il suo venefico contenuto.
Stefano, ma cos'è che non hai nei tuoi archivi ??
Hai per caso qualche foto / info sul Bunker di San Terenzo (mio paese natale) e sai mica se in Località "Prulla" di Falcinello era presente qualche caserma ? Questa seconda domanda nasce dal fatto che lungo appunto Via Prulla c'è una località chiamata "La Caserma" e mia figlia ricorda di aver visto in zona (purtroppo non ricorda dove) un buker.
Grazie e mi raccomando.... continua così !!
PS: mi dimenticavo.. è già disponibile il 2° volume delle fortificazioni spezzine ? Ho il primo volume e mi piacerebbe reperire anche il secondo.
Per gli altri amici del forum, visto che è stata postata qualche foto dei bombardamenti del sito, ma senza citarne la provenienza, vi linko il sito inglese dove sono presenti le missioni di guerra svolte sulla zona della Val di Magra e relative foto (dalla 88 alla 90 se non ricordo male). B-26 Marauder 320th Bomb Group B-26 MarauderPhotos 3
A presto spero con qualche altra info.
Maurizio
A presto!
La storia passata deve essere di monito per le future generazioni ed è per questo che va preservata e la sua conoscenza diffusa con ogni mezzo possibile
finalmente è chiaro a cosa si riferiva il nome "Biscottificio".
Una persona anziana che ha vissuto sempre nella zona mi ha detto che accanto allo stabilimento per il riempimento delle granate, dal lato verso Romito, c'era la fabbrica di biscotti "Falcinelli" . Tale fabbrica fu attiva finchè i bombardamenti del '44 non la dirstrussero completamente . Attualmente c'è uln largo spazio incolto dove sul fondo è sorta una casa.
L'agente inglese nel suo rapporto a Londra avrà creduto che il biscottificio e lo stabilimento fossero la stessa cosa e il nome servisse come copertura.
E magari proprio questo fu il motivo per cui fu distrutto nei bombadamenti.
pian piano la verrà a galla....
cordiali saluti a tutti.
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