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Discussione: quadro di guerra

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  1. #1
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    Molto interessante, da quanto postato a maggior ragione posso ipotizzare che il tuo avo abbia avuto qualcosa a che fare (anche involontariamente) coi Btg. nebbiogeni della RSI. L' argomento è molto interessante e merita ulteriori approfondimenti. Dammi qualche giorno e ti spiegherò in dettaglio la mia ipotesi...

  2. #2
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    Grazie infinite. Se serve ho altre foto. La mia curiosità più grande: potevano le donne entrare nel campo?

  3. #3
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    Se hai altre foto postale, sperando che qualche dettaglio uniformologico ci venga in aiuto. Quanto alla tua domanda: i civili in genere non potevano entrare nelle installazioni militari salvo autorizzazioni specifiche. A maggior ragione poi i polacchi, di etnia considerata nemica e inferiore dai nazisti. Ma serve intendersi: il termine campo tradotto nel tedesco lager era usato estensivamente nel gergo militare a indicare molte cose differenti: un campo di concentramento o di sterminio (KZ Lager); un campo di prigionieri di guerra trattati secondo la Convenzione di Ginevra (KG Lager); un campo di addestramento per le truppe proprie o alleate (Ausbildungs Lager); gli alloggamenti per i lavoratori volontari civili nell' industria bellica (Arbeits Lager). Dalle foto che hai postato non sembra esservi sorveglianza armata, torrette, filo elettrificato, ecc. I militari indossano uniformi italiane tutto sommato non troppo sciupate e stellette. Sembrano bene in carne, non certo denutriti e, cosa più importante se hanno fatto le foto avevano una macchina fotografica, cosa proibitissima ai prigionieri di guerra (non dico poi degli ebrei e altre categorie nel KZ, che erano avviati a morte relativamente rapida dopo esser stati depredati di tutti i loro beni).

  4. #4
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    Vi metto tutte le foto che ho, faro più trasmissioni, per un semplice motivo, alcune foto hanno degli appunti dietro, quindi le metterò accopiate. Non ho parole per ringraziariv per quello che state facendo, sicuramente per voi è passione, per me è affetto. Mio Nonno parlava poco della guerra, non era un tipo loquace, tanti anni fà prima di morire, mi disse che tutte queste cose erano mie, perchè dato che facevo il Carabiniere, ero l'unico che portava avanti una vita militare. Grazie ancora, ed attendo come un bambino la sua risposta.-

  5. #5
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    Ecco quattro foto, sul retro non c'è scritto nulla, bella quella della messa, non riconosco tra loro mio nonno, ma è bella e unica comunque.-

    - - - Aggiornato - - -

    Ecco una foto con gli appunti sul retro, probabilmente quello è il nome di una città polacca e la data del 1943.-
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  6. #6
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    Il retro di questa foto "Questo è il nome del mio compagno Varese Crescenzo, questo se a fatto (stronzo?) " poi c'è San Marzano sul Sarno provincia di Salerno (paesino piccolo attacato a Scafati, il paese di mio nonno). Data 20/08/1942 Roma, poi vi sono due XX (di nuovo 20 a numeri romani?)
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  7. #7
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    Ecco il freddo. Mio nonno è quello stesso da sinistra verso destra, guarda quella coperta di lana (probabilmente oro). sul retro vi sono i cognomi, infatti il primo cognome è quello di mio nonno Carotenuto. E' Bello vederli sorridere nonostante l'inferno che li circondava. Sarebbe un miracolo travarne anche un solo discendente di quelle facce.

    Mio nono torno invalido dalla Russia, aveva perso tutti i denti (diceva che il freddo glieli facevano cadere) e sordo disse che lo scoppio di una bomba gli fece uscire il sangue dalle orecchie.-
    Grazie Cav.
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  8. #8
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Data 20/08/1942 Roma, poi vi sono due XX (di nuovo 20 a numeri romani?)
    Le due X indicano l'anno dell'Era Fascista (E.F.) in questo caso XX indica 20° anno E.F. (si parte a conatare dalla Marcia su Roma del 28 Ottobre 1922)

    Belle, nella 3°foto, le mostrine dei reparti chimici!!
    Max

    Frangar non flectar

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da maxtsn Visualizza Messaggio
    Le due X indicano l'anno dell'Era Fascista (E.F.) in questo caso XX indica 20° anno E.F. (si parte a conatare dalla Marcia su Roma del 28 Ottobre 1922)

    Belle, nella 3°foto, le mostrine dei reparti chimici!!
    In tutte le foto si vedono solo mostrine del periodo regio con stellette, ciò è dovuto al fatto che solo nel tardo 44 con l' affluenza di nuovi complementi dall' Italia e a formazone di nuovi battaglioni i Nebbiogeni ricevettero capi di vestirio nuovi, bustine con visiera e i relativi attributi repubblicani (gladii e mostrine).

  10. #10
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    Il II° Battaglione nebbiogeno quando fu inviato a Gothenhafen su richiesta tedesca nell' ottobre 1942 era articolato su: Compagnia Comando, 28^ Cp.,34^ Cp., 35^ Cp., 37^ Cp. Il soldato Caratenuto apparteneva invece alla 33^ Cp. E' quindi possibile che sia rimasto in Roma, presso il Reggimento Chimico - sua ultima destinazione - fino all' armistizio. Inoltre tra le sue foto scattate in Polonia non vi sono date precedenti al 43. Durante i combattimenti per la difesa di Roma (8-10 settembre 1943) il Reggimento Chimico operò, insieme ad altre truppe dei depositi, per la difesa delle caserme contro i paracadutisti germanici, ma l' impiego più vasto che comportò molte perdite fu quello dei reparti lanciafiamme. Disarmato il Regio Esercito in Italia, Francia e Balcani, la maggior parte della truppa - circa 900 mila uomini - fu deportata con vagoni piombati in Germania, Polonia e Bielorussia in speciali campi IMI (Internati Militari Italiani) dove agli italiani furono negate la denominazione di prigionieri di guerra e i relativi diritti garantiti a questi dalla Convenzione di Ginevra. Subito iniziarono le richieste di arruolamento nelle FF.AA. tedesche, specie nelle SS e poi per l' arruolamento nell' ENR. Contestualmente gli internati dovettero subire fortissime pressioni - non solo psicologiche - per spingerli all' adesione. Tra queste un graduale ma costante peggioramento delle condizioni di vita e delle razioni alimentari. Lo scrittore e giornalista Giovannino Guareschi, internato prima in Polonia e poi in Germania scrisse che, stando alle tabelle viveri tedesche rinvenute dopo la liberazione, gli IMI non avrebbero potuto esser ancora vivi nell' aprile 1945. Una minima parte degli internati aderì alla RSI perchè fascista, o incolpando la monarchia per lo sfacelo seguito all' armistizio, altri nella speranza di rientrare in Italia o disertare alla prima occasione, altri ancora - e non è il caso di biasimarli - perchè gravemente malati o semplicemente per fame. E se Guareschi nella versione non censurata del suo diario di prigionia, appunto intitolata "IL GRANDE DIARIO" riporta il caso di un ufficiale che si rivolse ai suoi colleghi con la frase "Vado in Italia a mangiare gli spaghetti", cita anche l' episodio dei Nebbiogeni, che aderirono in massa uscendo dai reticolati inquadrati a passo di marcia e cantando "Giovinezza" per ricongiungersi ai reparti del Baltico. Caso quasi unico dopo l' 8 settembre, i tedeschi apprezzavano molto le truppe nebbiogene italiane, seri, fidati, tanto da dipendere per la difesa dei porti, delle industrie belliche e delle armi segrete V1 e V2, proprio dagli altrimenti disprezzati italiani.

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