Che si tratti di una diceria credo non sia in dubbio, alimentata però dalla volontà delle autorità.
Scavando in un archivio ho rinvenuto diversi documenti che lo provano.
Nell'aprile del 1943 l'amministrazione centrale da Roma dirama una circolare per spiegare esattamente natura ed utilizzo delle "penne esplosive", accompagnata da disegni e foto.
Nel marzo 1945 invece viene diramata un'altra circolare che dimenticandosi completamente della precedente definisce tali inneschi a tempo come "lanciati esclusivamente a scopo terroristico".
Penso che quegli inneschi venissero lanciati ai partigiani in congiunzione ai notevoli quantitativi di esplosivo: poi non tutti furono utilizzati e molti andaro dispersi, sia in campagna come in città, venendo quindi ritrovati da incauti curiosi, con le conseguenze che vediamo nel manifesto.
PS: la pagina viene da un articolo di C. A. Clerici su Storia & Battaglie.




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