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Discussione: quadro di guerra

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  1. #1
    Utente registrato L'avatar di cchr75tj
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    Le sue ipotesi, non sono alquanto fantasiose e spiego il perchè.-
    In primis le faccio i complimeti: la storia, si studia con prove alla mano e poi con gli elementi raccolti si fanno le ipotesi.-
    Può essere che si sia arruolato nella RSI, o ne abbia fatto parte, e le spiego il perchè. Ricordo un episodio divertente ma molto significativo. Negli anni 80 mio padre regalo' al nonno una radiolina di colore rosso fuoco, per ascoltare le partite di calcio, la domenica pomeriggio. Mio nonno ringrazio ma compro della vernice grigia, per dipingere la radio rossa, con un pennello, suscitando le parole di noi tutti (mi escludo io avevo 5/6 anni). Crescendo io ho maturanto la passione per che guevara, e lui nn d'acordo con me mi diceva " ... i comunisti. la fame perde la vista. I comunisti tu lavori e io mangio", ripeteva sempre questo. Con la democrazia ha sempre votato o fiamma tricolore o democrazia cristiana, ma è sempre rimasto al di fuori di ogni movimento politico, si doveva lavorare. Probabilmente poi quando giunse a Roma (diceva che la prima città che ha toccato dalla sua lunga traversata è stata Roma, ove poi è stato soccorso) abbia rinnegato ogni azione, probabilmente per pensare a se stesso, visto che il clima politico era cambiato radicalmente. le allego un altro documento integrativo.
    La saluto e la ringrazio per l'interessamento.
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  2. #2
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Citazione Originariamente Scritto da Il Cav. Visualizza Messaggio
    In tutte le foto si vedono solo mostrine del periodo regio con stellette, ciò è dovuto al fatto che solo nel tardo 44 con l' affluenza di nuovi complementi dall' Italia e a formazone di nuovi battaglioni i Nebbiogeni ricevettero capi di vestirio nuovi, bustine con visiera e i relativi attributi repubblicani (gladii e mostrine).
    Assolutamente d'accordo... ma non capisco.
    Io ho precisato che 1942 XX (dove XX indica 20°E.F.) quindi siamo ampiamente in periodo Regio e di sicuro non potevano esserci i gladi.
    Max

    Frangar non flectar

  3. #3
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    La foto con gli apparati per l' annebbiamento e le bombole dei prodotti chimici tolgono ogni dubbio. Il nome sul retro è Gothenhafen, denominazione tedesca della base navale di Gdynia, presso Danzica. Vi era stanziato dall' ottobre/dicembre 1942 il II° Btg. Nebbiogeni del R. Esercito che l' 8 settembre 1943, insieme all' omologo III° Btg. rifiutò l' armistizio continuando a combattere a fianco dei tedeschi. Dunque il suo avo militò nella RSI. Posto le pagine dedicate ai Nebbiogeni del Baltico tratte da "GLI ULTIMI IN GRIGIOVERDE" di Giorgio Pisanò.
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  4. #4
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    Negli interventi a seguire esaminerò le discordanze tra la documentazione in suo possesso e formulerò una ipotesi sulle motivazioni delle stesse.

  5. #5
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    Tra i racconti orali, il quadro e il foglio matricolare si evidenziano un gran numero di differenze dovute forse a una certa reticenza del tuo avo, che vedremo in un secondo momento da cosa potesse esser motivata.

    Innanzi tutto notiamo che:
    - Il f.m. attesta che il militare appartenne tra il 1942 e l' 8 settembre 1943 a reparti Nebbiogeni, specialità dell' Arma Chimica (Dep. 31° Ftr./10^ cp. chimica; 2° Btg. Nebbiogeno/33^ cp.; Reggimento Chimico) ma il quadretto lo indica come "Lanciafiamme", che è una diversa specialità della suddetta arma.
    - Il f.m. lo indica con timbri a inchiostro, come prigioniero dei tedeschi in Polonia dal 9 settembre 1943 all' 8 maggio 1945. E' riconosciuto come prigioniero di guerra a tutti gli effetti (ovvero non collaboratore dei tedeschi e non appartenente alle FF.AA. della Repubblica Sociale Italiana). Vedremo dopo come le autorità militari ebbero queste informazioni non rispondenti a verità.
    - E' in mano delle FF.AA. alleate dal 8 maggio 1945 al suo rientro in Italia il 23 agosto 1945. Certamente si trattava degli anglo-americani, vista la celerità del rimpatrio (gli IMI italiani liberati dalla prigionia in Germania dall' Armata Rossa rientrarono molto più tardi, insieme ai prigionieri dell' ARMIR ancora in vita, con un percorso geografico e politico molto più tortuoso).
    - Il 2/3/1954 in qualità di prigioniero di guerra tra il 43 ed il 45 è autorizzato a portare la croce al merito di guerra. Non si fa cenno nel f.m. alla campagna 40/43 e tantomeno alla ipotetica presenza al fronte russo che avrebbe dovuto essere annotata, se il militare avesse fatto parte del CSIR nel 41/42 o dell' ARMIR nel 42/43. Risultano dunque incongrue la scritta del quadretto e ancor più la presenza nel medagliere della "Croce di Ghiaccio".
    Sia nella burocrazia militare che nella medaglistica la Campagna 40/43 (la guerra iniziata nel 1940 alleati coi tedeschi) e la Campagna 43/45 (la guerra finita come cobelligeranti degli angloamericani) sono ben distinte e non c' è neanche da pensare ad un errore. Pur ritenendo attendibili i racconti tramandati oralmente in famiglia, la datazione e la tempistica degli stessi risulta con tutta evidenza falsata. La chiave per comprendere la situazione militare del tuo nonno si trova con tutta probabilità negli eventi traumatici dell' armistizio, ma in assenza di documentazione certa entriamo inevitabilmente nel campo delle IPOTESI e delle DEDUZIONI, seppur suffragate da un buon numero di coincidenze.




  6. #6
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    La ringrazio per questa ulteriore integrazione, che mi permetterà di spiegare nel prossimo intervento come e perchè delle discrepanze precedentemente rilevate. Non tutti quelli che aderirono ala Rsi erano dei fanatici: molto spesso decise il fato. Luogo, circostanze, amicizie, famiglia, incisero molto in una scelta che fu comunque un trauma, non mi stupisce che dopo la guerra suo nonno abbia privilegiato il lavoro e gli affetti alla politica attiva, furono molti a farlo: PRIMUM VIVERE !

  7. #7
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    Come promesso ritorno sull' argomento dopo aver approfondito. Già nel 1942 il II° Nebbiogeni al comando del maggiore Calafiore, subito dopo aver stabilito la sua sede a Gothenhafen costituì due distaccamenti a Memel e Pillau. In entrambe le località oltre alla marina vi erano installazioni e basi della aeronautica. Ciò conferma il resoconto del reduce che sosteneva di esser stato alle dipendenze della LW. Altra implicita conferma alla descrizione della "ritirata nella neve" è il fatto che nel marzo-aprile 1945 sotto la soverchiante avanzata sovietica, gli italiani di stanza a Memel e Pillau dopo aver distrutto gli impianti si ritirarono a piedi attraverso la laguna ghiacciata insieme ai profughi civili tedeschi e polacchi fino a riunirsi ai camerati di Gothenhafen (il fatto è riportato in un articolo del corrispondente di guerra Gianni Famigliaro, apparso su GLADIO del 15/4/1945). Qui l' intero battaglione nebbiogeno combattè come reparto di fanteria nella città assediata e sottoposta a duri bombardamenti aerei angloamericani e sovietici, finchè fu evacuato via mare verso occidente. Il che rende plausibile anche l' uso di lanciafiamme per distruggere i cadaveri intrappolati sotto le macerie degli edifici. Anche la dinamica degli avvenimenti successivi è chiara. I nebbiogeni sbarcarono con tutta probabilità in un porto tedesco occidentale - probabilmente Amburgo meta ultima della maggior parte dei profughi dalla Prussia - o in Danimarca, comunque in territori occupati dai britannici che, a differenza degli statunitensi non si preoccuparono di suddividere gli italiani in alleati o nemici del nazismo. Fecero rientrare in treno via Brennero tutti mescolati: militari e civili RSI, internati militari IMI, deportati razziali e politici KG, lavoratori volontari dell' industria bellica tedesca partiti prima e dopo l' armistizio con regolare contratto, emigrati di lunga data, persino criminali comuni dei carceri civili e militari della Campania, spediti in Germania dopo l' 8 settembre. E di ciò Guareschi si lamentava molto. Non dev' essere poi stato difficile nel campo di raccolta di Pescantina, organizzato dal R.E. per vagliare sommariamente le posizioni dei rientranti farsi passare per IMI, cioè per un soldato catturato l' 8 settembre (anche per sfuggire ai tribunali speciali civili che comminavano condanne a morte come se piovesse). Ciò spiegherebbe anche l' attribuzione del 1954 come "prigioniero di guerra". Ciononostante, avendo di fatto combattuto CONTRO I RUSSI, anche se non IN RUSSIA, il nostro reduce si procurò la croce di ghiaccio, aggiungendola impropriamente al suo medagliere pur non facendo comprensibilmente mai cenno nei ricordi alla militanza nella RSI...

  8. #8
    Utente registrato L'avatar di cchr75tj
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    simeri crichi
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    Grande e grazie

  9. #9
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    Di niente e scusa per il ritardo...

  10. #10
    Utente registrato L'avatar di gotica68
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    Complimenti splendido ricordo!

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