La via verso la libertà*, dalla prigionia verso Sori – Genova!
Con il certificato di licenziamento dal Comando americano in mano,mi sentivo molto meglio. Diedi un arriderci a tutti i miei Camerati e mi preparai alla partenza.
Un soldato americano, mi diede per la mia borsaportacarte, due conserve e via
in direzione sud. Quando passai dalla zona americana alla zona inglese un
gruppo inglese mi prese e mi portò in un campo di prigionieri.
Un Ufficiale, mi prese il mio certificato e le mie conserve americane,allora io protestai affermando che le avevo ricevute dagli americani e lui mi rispose:"è scritto in inglese,è stato rubato a noi!"Andai allora dal Comandante del campo e gli dissi che non ero un prigioniero,ma che ero stato licenziato dal comando americano e che il tenente mi aveva preso i miei documenti. Lui allora chiamò il tenente e mi fece ridare i documenti e affermò che potevo muovermi liberamente nella loro zona, così lo ringraziai e andai avanti, in direzione del Gross Glockner.Per strada incontrai un gruppo d`italiani, anche loro volevano ritornare in Italia, cosi mi unii a loro e incominciammo la salita dell`alta montagna. Eravamo senza cibo, non si vedeva la strada, era maggio, ma la neve era ancora molto alta. Quando raggiungemmo
un gruppo di baracche, era già* sera. Sfondammo le porte per cercare del cibo e in un
armadio trovammo dei quadretti di pane duro, bollimmo la neve e facemmo una zuppa con questo pane. Era il primo cibo dopo due giorni, trovammo poi anche delle coperte, così coperti dormimmo tutta la notte.
Al mattino presto, continuammo la salita, la neve diventava sempre più alta e di forza ce n`era sempre meno. Verso mezzogiorno arrivammo al passo e a sud c`era il paesello Heiligen-Blut. Gli abitanti si accorsero che eravamo affamati e ci diedro il primo pranzo caldo dopo lunghe settimane. Un po` di riposo e dopo avanti in direzione Lienz e Silichan,il confine con l`Italia. Purtroppo però il confine era chiuso,
solamente Via Klagenfurt era possibile entrare in Italia,ma là* c`erano i russi. Cosa dovevo fare?Allora andai dal Comandante inglese di Silichan e gli dissi che ero
di Bolzano,che non era distante da dove ci trovavamo e là* mi aspettava la mia ragazza. Parlammo delle belle ragazze che anche lui aveva conosciuto in Italia e si vede che entrai in simpatia,allora lui mi disse:"Vieni domani,domenica,e io ti porto oltre il confine,però ti dovrò lasciare a S. Candido nel campo."Io gli risposi:"Va bene, la sono in Italia."Domenica mattina allora il buon inglese mi portò con la macchina a S. Candido e mi lasciò nel campo dei reduci. Il Comandante del campo
controllò i miei documenti e volle sapere se ero nativo di Bolzano e perché volevo andare a Genova,così gli raccontai la mia favola,che ero figlio di un prigioniero tedesco,che lavorò fino al 1920 a Bolzano dai contadini,la mia mamma mi raccontò che mio padre era di Danzica e io andai in questa città* per cercare mio padre,ma quando scoppiò la guerra fui obbligato a fare il soldato e che adesso volevo andare da mia madre che si era trasferita a Genova. Infatti cosi era scritto anche sul mio documento americano. Dato che ero in Italia solo dal 1943/44,avevo imparato poco l`italiano,quindi,parlavo cosi male,come tanti tirolesi,che il comandante ci crese e mi mandò nel campo di Bolzano.
Qui era tutto sotto i Partigiani.Erano registrati i reduci e consegnati i
documenti per il viaggio di ritorno a casa. Tutti affermavano di venire da Mathausen e dai campi di sterminio, anche quelli che si portavano le mogli tedesche a casa.
Era bello poter dire quanto cattivi erano i tedeschi! Quando fecero il foglio per me, non volevo dire che anch`io venivo da Mathausen, così mi uscì la parola esercito tedesco, allora un partigiano mi prese e mi chiuse in una camera. Dopo un breve tempo arrivò una bella ragazza e mi chiese se volessi ritornare in Germania, allora gli risposi: "Si!". Così mi disse: "Io sono fidanzata con un tedesco e ho già* aiutato molti soldati, qua fingo d`essere l`amante del capo, se mi pescano i partigiani mi uccidono". Poi se ne andò e arrivò un Partigiano che mi disse:"Tu andare dal comandante",questo allora mi domanda:"Voi tu andare in Germania?Io ti dare documenti,tu non dire che te gli ho dati io",io gli risposi:"No grazie signor Comandante!" e andai fuori nel cortile. Qui erano già* pronti i camion per la partenza,sentii:"Per Bergamo da questa parte!",ed ero già* il primo a salire sul Camion. Così partii in direzione Bergamo – Milano - Genova –e Sori nella Libertà*.
A Sori mi aiutarono molti amici che avevo conquistato quando avevo la responsabilità* per la difesa della costa e della popolazione.
.04.08. 2008.
Arthur Krueger

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