ciao!
Per me è buona... occhio a usare acidi o grattate particolarmente feroci
rischi magari di dare un'aria sospetta ad un pezzo buono...
poi....
ciao!
[]
mauro
ciao!
Per me è buona... occhio a usare acidi o grattate particolarmente feroci
rischi magari di dare un'aria sospetta ad un pezzo buono...
poi....
ciao!
[]
mauro
Salve,
vorrei sapere cosa ne pensate di questo Farina alto con areazione che, nella parte interna della falda posteriore, porta i resti di due tondini metallici malamente saldati in posizione parallela tra di loro. Potrebbe essere stata una soluzione per sorreggere o fissare qualche protezione aggiuntiva posteriore? Poteva sostenere una maschera Dunand? E' evidente che successivamente i tondini, in origine più lunghi, siano stati spezzati.
Avete qualche suggerimento?
Ringrazio anticipatamente.
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Ciao a tutti
Dimonios
Eh.. eh, bel quesito.
Metti se puoi anche una foto della parte esterna che vorrei capire dove arrivano, ecc. ecc.
Ciao [][
]
HANDE WEG VOM LAND TIROL
Ciao walzorzi,
i tondini sono poco più lunghi della falda, ma, come ho già scritto, guardandoli insezione è evidente che sono stati spezzati. Credo xche sia impossibile stabilirne la lunghrezza originale.
Ciao
Dimonios
Ciao Dimonios, le saldature sono relativamente recenti perchè fatte ad elettrodo, all' epoca esistevano solo a cannello, mi pare che le prime saldature elettriche siano comparse verso il 18 ma non come le intendiamo noi, queste sono fatte con le classiche saldatrici che utilizzano gli elettrodi ricoperti, infatti parte del fascione si è fuso insieme al punto di saldatura, forse era un gancio fatto per appenderlo da qualche parte, in effetti avere i due tondinetti che ravanavano sulla nuca non doveva essere piacevole! Credo che le Dunant se utilizzate sui farina venissero fissate in modo diverso!
Cerco "avidamente" copricapi italiani, soprattutto Alpini, ed austro-tedeschi fino al 1945 nonchè foto italiane e austriache della Zona Carnia, Alto Isonzo e occupazione austro tedesca del Friuli I° guerra mondiale, foto Alpini divisione Julia e occupazione tedesca Friuli fino al 1945.
ciao!
Mentre scendevo con il mouse verso il fondo stavo elaborando una risposta praticamente identica a quella di Lafitte... In realtà* le prime saldatrici ad arco (voltaico) con apporto di materiale (elettrodo), sono concettualmente basate su di un'idea di fine '900, sgrossata agli inizi degli anni '10 (Lincoln 1911), ma sviluppata ed impiegata industrialmente solo verso la fine degli anni trenta. La saldatura ossiacetilenica fu scoperta nel 1901 e perfezionata nel 1905. Le saldatrici elettriche (saldatura Ohmica) a punti invece esistevano già* durante la 1 gm, il brevetto è del 1886 ( vedi crestini dei M.16 italiani).
Sperando d'esser stato utile...
ciao a tutti!
Mauro
Non so se è capitato anche a voi ma non di rado ho incontrato adrian mod.15 decisamente bellici con punti di saldatura laterale dove si uniscono falda ant. e post. identici a questi.Data l'abbondanza di adrian mod. 16 nel periodo post bellico mi sembra strano che siano stati saldati dei mod. 15 negli anni venti o trenta.
Cerco tutto ciò che riguarda il 157^LIGURIA
Ciao Marco
Mi sentirei di escludere, soprattutto se dici che ne hai notati molti, l'impiego durante la guerra di saldature tipo quella che ha presentato Dimonios. La saldatura ad arco (con elettrodo) esisteva, ma era utilizzata in modo assolutamente non estensivo negli Stati Uniti, da noi, probabilmente, c'erano delle macchine ma non venivano certo usate per le riparazioni degli adrian. Il nodo è che distinguere una piccola saldatura ad arco da una piccola, ben fatta, saldatura autogena non è sempre facile. Specie se circoscritti e non cordonati i punti possono confondersi.
ciao!
Mauro
Ciao Mauro, sono d'accordo con te. Per "non di rado" non intendevo "molti" ma alcuni. Purtroppo non ne ho adesso in collezione se no ti invierei una foto. A memoria non ricordo esattamente e forse non mi ero soffermato più di tanto sul tipo di saldatura ma già mi avevano incuriosito e, siccome mio nonno mi raccontava che il mod. 15 era una vera ciofeca e si rompeva spesso e che fu una benedizione il mod, successivo, mi sono sempre chiesto come li riparassero prima dell'avvento delle nuove forniture.
Cerco tutto ciò che riguarda il 157^LIGURIA
Ciao Marco, gli adrian che presentavano rotture sul metallo non venivano riparati ma buttati, fin che si trattava di sostituire una pelle o cambiare il rivetto di un crestino poteva anche essere ma di certo se si rompeva una linguetta per l'imbottitura o si staccava un frontino l'elmo veniva dismesso perchè non assicurava più la protezione necessaria, in esempio risaldare o ri-rivettare il frontino staccato poteva causare ferite al volto se colpiti da un sasso o simili perchè i frontini oltre ad essere forzati nell' incavo della calotta erano anche saldati tramite punti elettrici nell' incavo stesso, idem dicasi per ristagnare una linguetta dell' imbottitura, il riscaldamento dell' acciaio poteva provocare perdite di robustezza.
In effetti non si sono mai visti Adrin o M.16 riparati sicuramente originali I guerra, tutti quelli visionati avevavo colorazioni e fregi palesemente anni 20-30 periodo in cui gli elmi furono usati solo per le esercitazioni ma mai in operazioni belliche dove era richiesto un'elevato grado di protezione.
Per cui spesso elmi di tale periodo presentano linguelle realizzate grossolanamente, fori prodotti sulla parte frontale per i fregi metallici, creste riattaccate con grossi rivetti, (soprattutto per gli m.16 che difettavano nella tenuta del crestino)
Tutte queste operazioni necessariamente rovinavano la vernice originale per cui si era costretti a riverniciare gli elmi riparati con delle improbabili vernici che andavano dal verde bottiglia al grigio marina, vernice che nella quasi totalità* erano stese a pennello piuttosto grossolanamente. Per nostra fortuna queste atipicità* ci aiutano nel riconoscere gli elmi sicuramente I guerra da quelli successivi. Da notare poi che la produzione di m.16 proseguì anche dopo la fine della guerra tant'è che sugli esemplari anni trenta si nota già* il tipico colore utilizzato sul successivo m.33, tali elmi uscivano di fabbrica con gli allestimenti e le colorazioni regolamentari, sono realizzati in modo differente dagli originali m.16 con variazioni nello stampo nella punzonatura del foro di aereazione, nelle linguette di tenuta delle imbottiture.
Dio solo sa quanti sono stati distrutti in battaglia e/o trasformati negli anni 20, sicuramente tutti quelli che mancano nelle nostre collezioni purtroppo!
Un fatto emblematico è questo, anni fa sul settore Sleme-Mrzli Vhr c'erano gallerie piene di Adrian e m.16 contorti e sbrecciati dalle esplosioni provocate per distruggere i magazzini, non distante alla famosa posizione delle Roccette sul Mrzli letteralmente si camminava tra relitti di Adrian che testimoniavano il punto massimo di penetrazione degli attacchi italiani verso l' inespugnabile trincea au del Trucchetto.
Al tempo certo gli adrian in sostituzione non mancavano!
Cerco "avidamente" copricapi italiani, soprattutto Alpini, ed austro-tedeschi fino al 1945 nonchè foto italiane e austriache della Zona Carnia, Alto Isonzo e occupazione austro tedesca del Friuli I° guerra mondiale, foto Alpini divisione Julia e occupazione tedesca Friuli fino al 1945.
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