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Si vedono spesso questi elmetti, corredati sulla falda anteriore della targa in ottone con su scritto "Soldat de la Grande Guerre 1914 -1918".
A volte c'è perfino stampato anche un nome, ma quasi sempre sono come questa, senza scritta.
Non ne avevo mai preso uno però, non so, sembrerà* strano, ma una sorta di pudore, un appropriarsi di un qualcosa che non ti appartiene....
Si dirà*, ma è come un elmetto col nome scritto dentro; no, è diverso, questi elmetti sono stati custoditi gelosamente per tanti anni, dal reduce stesso, gli altri magari sono solo dei recuperi di materiale disperso o catturato.
Custoditi gelosamente, dicevo, nella vetrinetta del salotto o sulla mensola del camino, sotto al diploma, la croce di guerra, i nastrini....ricordi di sofferenza, di sacrificio, ma anche di gioventù, di orgoglio personale per aver compiuto un dovere magari non voluto ma assolto....
Gli anni passano, i capelli imbiancano, la figura del nostro vecchio soldato si fa sempre più debole, più curva, più stanca, ma il suo elmetto è ancora lì, al suo posto.
Poi un giorno, il Reduce ci saluta, si congeda da questa vita, restano quei pochi oggetti.....
Magari danno fastidio, si accantonano in una soffitta, in un ripostiglio, prendono polvere, si dimenticano....
Un giorno ricapitano per le mani, magari in occasione di pulizie, di ristrutturazioni....ciarpame, da buttare, o magari, oggi, da vendere in qualche mercatino, vero o virtuale, tanto per disfarsi di oggetti inutili e raggranellare qualche banconota....
Forse io ragiono così perché sono un appassionato, ma dico, come si fa a disfarsi di un oggetto che ha accompagnato la vita di uno della nostra famiglia?
Dopo la Grande Guerra ogni soldatino francese, se ha voluto, ha avuto il suo elmetto con la sua brava placca dorata; suppongo non ci fosse quasi famiglia francese che non ne avesse uno.
Forse molti sono ancora gelosamente conservati, anche da persone che niente hanno a che fare con la militaria, ma in memoria e rispetto di quel vecchietto che una volta, quasi un secolo fa, era stato in trincea.
Altri, molti, finiscono sui banchi delle fiere, nei siti online, e via dicendo.
Oggetti, come tanti altri, di semplice scambio e commercio, neanche troppo apprezzati, ma che, se ci pensa, hanno un'anima speciale, sembra ti guardino con gli occhi di un cane lasciato in una piazzola dell'autostrada.....
Troppi discorsi per un elmetto? forse sì, però questi sono alcuni pensieri istintivi, mentre pulivo e osservavo questo oggetto; non so, la cura come la placca è stata applicata, il giornale ripiegato dentro per renderlo più comodo (una pagina del quotidiano Le Matin del 12 febbraio 1919), in contrasto con lo stato di abbandono, la sporcizia e le tarme che caratterizzavano questo elmetto, mi hanno fatto riflettere.
E anche un po' commuovere, lo confesso....