Dal Gazzettino:
Prezzo record per la bandiera di Custer
Pagata 1,6 milioni di euro
NEW YORK (11 dicembre) - Prezzo record per la bandiera del generale Custer: in un'asta da Sotheby's a New York, l'unico cimelio della battaglia sulle colline fatali di Little Big Horn e del Settimo Cavalleggeri è stato battuto a 2,2 milioni di dollari (circa 1,6 milioni di euro)
George Armstrong Custer aveva 37 anni quando morì: era soprannominato "Boy general" perché aveva raggiunto il più alto grado della cavalleria a soli 23 anni durante la guerra di Secessione. Un coraggio da leone, ferocissimo con gli indiani, durissimo con i suoi soldati. I disertori li faceva fucilare sul posto, ma in un massacro dei Cheyenne a Washita non risparmiò né donne né bambini.
In battaglia non indossava mai l'uniforme, preferiva abiti più stravaganti e - sosteneva - comodi: quasi sempre pantaloni di pelle chiara, giacca di camoscio sfrangiata e cappello bianco a tesa larga. Quel 25 giugno 1877 a Little Big Horn, però, faceva molto caldo, per cui combattè con il busto fasciato da una semplice camicia azzurra. Fu sconfitto e ucciso da Tashunka Uitko, Cavallo Pazzo, il capo guerriero che sacrificò la propria vita per difendere il diritto del suo popolo a vivere nella terra in cui aveva sempre vissuto. Le spoglie dell'ultimo guerriero della nazione Sioux che si arresa ai soldati blu riposano in un luogo segreto e conosciuto soltanto agli sciamani.
La patina eroica di Custer appartiene più a film come quello con Errol Flynn che alla storia: in realtà*, anche nel giorno della sua morte, fu protagonista di uno di un errore tattico che fu fatale a lui e ai suoi soldati. L'unico sporavvissuto della strage del Settimo Cavalleggeri fu un italiano di Sala Consilina, John Martin, alias Giovanni Martino. Faceva il trombettiere ed era stato prima camicia rossa con Garibaldi e poi, emigrato negli Stati Uniti, soldato blu. A Little Big Horn, Custer gli ordinò di attraversare le linee nemiche e chiamare rinforzi. John riuscì nell'impresa, ma quando tornò, Custer e i suoi sono già* tutti morti e divenne l'unico superstite del Settimo Cavalleggeri in quella storica battaglia.
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