Questo articolo apparve sulla rivista mensile Le Alpi, organo ufficiale del Centro Alpinistico Italiano (C.A.I.), nel numero di settembre/ottobre 1940. L’ argomento, quanto mai interessante, era la sperimentazione di “antrineve” per uso militare, utilizzabili da parte degli Alpini e della G.A.F. come rifugi o vere e proprie fortificazioni. Il termine “antroneve” era un neologismo autarchico-fascista coniato alla fine degli anni ’30 ad indicare l’ abitazione eschimese meglio nota come “igloo”. Tali rifugi erano considerati ottimisticamente “impenetrabili” da proiettili di armi automatiche e da esplosioni di bombe a mano, tanto da servire anche da postazioni per mitragliatrici. L’ auspicio era di addestrare tutte le reclute delle truppe da montagna alla costruzione di tali manufatti e vennero fatti passi in proposito presso l’ Ispettorato delle Truppe Alpine, ma allora non vi furono ulteriori sviluppi. I nostri alpini durante le sanguinose campagne di Grecia e Russia ebbero ben altre gatte da pelare, comunque la costruzione di tali strutture rimase parte dell’ addestramento anche nel secondo dopoguerra…