Buongiorno a tutti gli utenti del forum,
vi chiedo aiuto per identificare un documento “strano” che ho ritrovato tra i ricordi del periodo bellico di uno zio a cui purtroppo non posso più chiedere lumi…
Carta allarme aereo.jpg
Si tratta della copia eliografica di un documento raffigurante :
- La carta del Piemonte in scala 1:500.000, centrata su Torino , su cui sono riportati cerchi concentrici di raggio 15, 25, 35, 45, 55, 65, 75, 85 Km e una divisione in settori di 30° numerati progressivamente da 1 a 12 , in senso orario.
- Indicazione dei punti cardinali
- Tabella con la traduzione dal tedesco all’ italiano dei numeri da 1 a 12 ( corrispondenti ai settori ) e dei numeri 15, 25,35,……,85 ( corrispondenti alle indicazioni di distanza )
- Tabella con le traduzioni dal tedesco all’ italiano delle parole ATTENZIONE, DIREZIONE, SETTORE, BOMBARDIERE, CACCIATORE, OBBIETTIVO, FINE, RIPETERE, ALLONTANAMENTO.
Qui la parola “settore” corrisponde a “CNSS” ( probabilmente un acronimo) anziché alla traduzione letterale “Sektor”e la parola “obbiettivo” corrisponde a “Zigi” ( anche in questo caso probabilmente un acronimo o l’ unione di due parole ) anziché al tedesco “Ziel”
- Indicazione “Trasmette su Torino Onde m. 221,1”
Da diversi documenti ( anche il Radiocorriere dell’ epoca ) risulta che la stazione emittente EIAR di Torino II trasmetteva effettivamente sulla frequenza di 1357 Khz , pari alla lunghezza d’ onda di 221.1 metri , con una potenza di 5 Kw.
Ho ipotizzato , ma non sono riuscito a trovare alcuna informazione a conferma di ciò , che possa trattarsi di un documento prodotto nel periodo bellico e probabilmente negli anni 1944-45 ( RSI e occupazione tedesca) collo scopo di permettere a personale italiano ( reparti militari , batterie controaerei , organi di governo locali , Unione nazionale Protezione Antiaerea ? ) di interpretare avvisi di allarme aereo trasmessi in lingua tedesca dalla stazione radio pubblica in onde medie di Torino II , quindi su un canale di larga diffusione e non indirizzato solo a destinatari specifici.
Ho fatto un po’ di ricerche per trovare notizie riguardo a simili trasmissioni ma senza risultati. Mi sono anche domandato perché dovessero essere diffuse attraverso una stazione di radiodiffusione broadcasting.
E’ ipotizzabile che questa scelta fosse giustificata dalla possibilità di comunicare simultaneamente e capillarmente gli allarmi o comunque l’ approssimarsi di formazioni aeree nemiche a un vasto uditorio , senza la necessità per quest’ ultimo di utilizzare specifiche apparecchiature se non un qualsiasi radioricevitore commerciale, reperibile quasi ovunque.
Il fatto che si tratti della riproduzione eliografica di un disegno su lucido sembra inoltre indicare che la tiratura del documento fosse relativamente limitata ( decine di copie ) , tale comunque da non giustificare una stampa tipografica. Pertanto è possibile sia stato prodotto su iniziativa di un comando o ente periferico : sulla carta l’ indicazione delle città di Vercelli è sottolineata , come a indicare il punto di maggior interesse.
Mi sono anche chiesto da dove potessero provenire le informazioni sulla presenza di aerei nemici.
E’ noto che i tedeschi disponevano in Piemonte di una rete di rilevamento radar piuttosto fitta, costituita da almeno una decina di postazioni variamente dislocate sul territorio e dotate di apparati del tipo FuMG Wurzburg ( 30 Km ) o Freya ( 150 Km ) , cui se ne aggiungevano piu di venti dislocate sulla costa ligure e altre in Lombardia eccetera.
( fonte : http://www.deutschesatlantikwallarchiv.de/radar/italien/ri_.htm#Piemont ) .
Gli avvistamenti e di dati di direzione/distanza rilevati da questa rete di radar o provenienti da altre fonti (aerofoni o forse anche il “servizio segnalazione aerei” descritto da Il Cav. nel suo post del 9/2/18 ) venivano verosimilmente trasmessi a una qualche forma di “centrale operativa” che aggregandoli aveva costantemente il polso della situazione , attivando e coordinando la difesa aerea nelle sue componenti di caccia intercettori e batterie antiaeree a difesa dei punti sensibili.
Ma a differenza di questi ultimi , i singoli reparti militari ( inclusi quelli della RSI, cui poteva essere destinato il documento ) erano però molto distribuiti sul territorio e poteva essere difficile allertarli tempestivamente e simultaneamente riguardo possibili attacchi mediante le linee telefoniche o maglie radio militari.
Una trasmissione “broadcasting” facilmente ricevibile poteva costituire una soluzione efficace al problema.
Fin qui il risultato dei miei ragionamenti e “sforzi di fantasia” : sarei grato agli utenti del forum eventualmente in possesso di maggiori informazioni per qualsiasi aiuto a capire la funzione del documento e la natura delle trasmissioni radio cui si riferisce.
Grazie,
Roberto