digjo:
visto che ti è piaciuta te ne allego un'altra...molto bella questa pagina..e anche l'altra postata..
Ciao
F.M. :P
digjo:
visto che ti è piaciuta te ne allego un'altra...molto bella questa pagina..e anche l'altra postata..
Ciao
F.M. :P
E' la somma che fa il totale.
Salve a tutti,Originariamente Scritto da serlilian
bellissima cartolina, appartenente ad una serie edita alla fine della grande guerra per commemorare l'impegno della R.Marina nel conflitto. Ne ricordo di relative alle artiglierie, alle mine, alle stazioni aeronavali ecc..
riguardo l'uscita di "rari sommergibili" rettificherei: l'impegno austro-tedesco contro il traffico navale italiano ed alleato in Mediterraneo centrale ed occidentale fu importante, cogliendo numerosissime vittorie e costringendo la Marina sulla difensiva per tutta la durata della guerra.
Ricordo azioni contro la rada di Augusta (affondamento del Massilia), contro i porti e le rotte costiere della Sardegna (numerosi affondamenti ed attacchi, specie nella zona di Golfo Aranci), nel mar Ligure e contro il traffico nazionale nella zona dell'Arcipelago Toscano coronate da successi culminati in bombardamenti dal mare di località* costieri, pose di campi minati offensivi ed affondamenti di mercantili con cannone e siluri.
A causa di questa attività* dovettero essere organizzati i famosi porti rifugio, stazioni di idrovolanti e dirigibili (ricordo i famosi hangar, di cui rimane ad oggi solo quello di Augusta, monumento nazionale), stazioni di MAS antisommergibili (es. tipo Elco, anche in piccole località* come ad esempio Capraia) e vedette (a questo proposito ricordo l'acquisto, guerra durante, di numerosi piropescherecci giapponesi di tipo G). Un impegno enorme che drenò importanti risorse, finanziarie ed umane, altrimenti destinate al fronte terrestre.
Riguardo il criterio di postazione delle batterie: si trattava di una concezione difensiva semplice, adatta alla difesa di unità* navali al ridosso ed a brevi scontri balistici a distanza con unità* leggere e non certo ad azioni di difesa territoriale come nel corso della successiva guerra mondiale.. nella zona alto adriatica, al contrario, lo schieramento era capillare sia per parare eventuali (quanto remote) operazioni anfibie alle spalle del fronte terrestre quanto per cooperare con il fronte stesso in caso di necessità* (vedi il fronte a terra della Piazza di Venezia nel 1917-1
Un caro saluto,
:P :P
cerco qualsiasi materiale, fotografico o documentale, precedente al 1945 relativo all'Isola d'Elba e dintorni.. anche in copia!
Non amo la spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la sua gloria. Amo solo ciò che difendo..
Premetto che il mio campo sono le cartoline, soprattutto della Marina da guerra a.u., non sono un'esperta di combattimenti navali.
Le notizie che posterò sono tratte soprattutto da "La guerra marittima dell'Austria-Ungheria 1914-1918", in 4 volumi, del tenente di vascello della riserva Hans Sokol, tradotto in italiano dal capitano di fregata Raffaele de Courten e dal capitano di vascello Silvio Salza, pubblicato a Roma dall'Istituto Poligrafico dello Stato negli anni 1931-1934.
Vedendo il documento postato da Furiere Maggiore Di Fanteria mi viene il dubbio che il Vallo Atlantico abbia tratto ispirazione dal nostro sistema di fortificazioni.
Navi che hanno partecipato all'impresa di Ancona.
Per il momento posso postare solo le cartoline del bombardamento di Venezia.
Gli effetti probabilmente sono un po' esagerati per scopi propagandistici. Se non sbaglio, le bombe, di 5 kg o poco più, venivano ancora buttate giù a mano dagli aviatori.
... la città* di Ancona era stata completamente disarmata e dichiarata città* indifesa, a norma dei regi decreti dell`8.11 e 13.12.1914 pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del Regno e diplomaticamente comunicato al governo austro-ungarico alcuni mesi prima dell`inizio delle ostilità*. Pertanto il bombardamento di Ancona si svolse contro una città* indifesa, con i lampioni accesi e non rispose al fuoco per mancanza di pezzi... Naturalmente tutto questo fece grande impressione che gli italiani sfuttarono con la propaganda...
Tra le 3.45 e le 5.10 del 24 maggio, comunque, i colpi di cannone delle navi a.-u. causarono 63 morti e 150 feriti...
Queste due immagini sono riportate nel Bollettino dell`Ufficio Storico dello SMRE, n. 6 del 1927, dov`è riportato il resoconto dell`evento...
Un caro saluto
Furiere Maggiore
E' la somma che fa il totale.
beh..sempre interessanti queste pagine e queste integrazioni..grazie F.M.
da quello che noto, però parlare di bombardamento di Ancona è un pò forte..(è forse questo a cui si riferisce Furiere Maggiore nel discorso dello sfruttamento propagandistico del fatto da parte Italiana)
più che altro da ciò che vedo si trattò del porto, e delle navi al suo interno e nei bacini..ora, non so se altri colpi caddero nelle vicinanze del porto e quindi in città*..ma spararono a parte della foranea (braccio destro) penso mirando alle luci d'accesso..penso la maggior parte delle vittime era in branda nelle navi colpite nei bacini e all'ormeggio..
è molto interessante anche leggere le gittate delle corazzate ..che spararono da "vicino" si può dire, l'organizzazione della flotta nel senso della disposizione delle navi utilizzate per dragaggio, sostegno e pattuglia antisom...ritornando sulla pagina dei movimenti la flotta A.U. si fa più chiaro per me comprendere che la flotta si mosse nelle sue Unità* maggiori in alto Adriatico attaccando Ancona e non solo...e un'aliquota meno impegnativa di Unità* si mosse verso il mediobasso Adriatico attaccando le città* Pugliesi..mi sembra anche un'azione dalle finalità* fortemente dimostrative..
a vederla su queste carte mi sembra la flotta A.U: come un leone in gabbia..
stretta in un perimetro ben delineato e protetto, assestare colpi anche pesanti, ma che alla fine più di tanto(rispetto alla sua potenza) non furono significativi per la soluzione in loro favore della guerra..almeno quella sul mare..
Ciao
digjo
La flotta a.u. aveva grossi problemi di approvvigionamento. Le navi dell'epoca consumavano enormi quantità* di carbone e di acqua. Le coste della Dalmazia sono per la più parte a picco sul mare. Il porto di Cattaro è circondato dai monti e le strade erano praticamente inesistenti, per cui tutti i rifornimenti dovevano arrivare via mare, esposti agli attacchi delle navi italiane. Ad un certo punto, soprattutto dopo la perdita della Szent Istvan, le grosse navi furono tenute in porto e tutta l'attività* fu svolta da incrociatori, ma soprattutto da torpediniere, cacciatorpediniere e sommergibili.
ne prendo atto Liliana..
come proprio da ciò che dici c'è da riconoscere che a differenza delle coste Italiane i porti e le rade protette A.U. fossero decisamente più difficili da attaccare o violare, cosa che fu comunque fatta..con Coraggio, e decisamente più difendibili ..!
ecco anche il motivo della loro permanenza in "acque sicure" dopo lo smacco della Santo Stefano..(in questo caso dovuto oltre che al coraggio di pochi anche alla imperizia di altri)..
Ciao
digjo
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