...sapevano molte cose gli Inglesi che attaccarono Taranto..(distanza tra le reti e disposizione delle stessi intorno alle corazzate), sapevano del varco protettivo tra i palloni frenati (la mancanza e la causa della mancanza già* accennati da Juno)
sapevano che nessuna nave aveva abbandonato il "sicuro Ormeggio" fino al giorno stesso dell'attacco in quanto tutte le navi erano sempre state monitorate in porto da un ricognitore inglese..(dov'era la nostra aviazione)..sapevano delle batterie AA tanto da poter imbastire una tattica che li vide passare a distanza di sicurezza dalle stesse..evitando perdite più cospicuie di quelle subite..
dov'era la nostra Marina, la maggior parte..lo sappiamo..eppure sulla deviazione delle Unità* Inglesi nel loro "solito" incrocio con il convoglio proveniente da Alessandria (la Illustrious deviò fino a Cefalonia per poi porsi in rotta di attacco..(in quello che era da noi considerato mare relativamente sicuro) non un ricognitore incrociò il convoglio nemico, non un sommergibile e neanche un peschereccio..insomma la Fortuna arrise agli audaci..e Audaci furono..se dimezzarono in un batter baleno la maggior parte delle nostre forze in mare e che fino a quel momento avevano avuto un peso determinante nello scacchiere Mediteraneo nei confronti della flotta Inglese..
eppure ripeto si sapeva che la direttrice di movimento Inglese era e fu sempre la stessa per tutta la durata della guerra..Malta - Alessandria, a metà* strada questa massa di navi e portaerei che scortava convogli si dilettò più di una volta nel portare l'offesa proprio approfittando del volume di fuoco e dei numeri (di navi aerei) che poteva vantare..scambiandosi, per così dire i trasporti a metà* strada, affidandoli a seconda dei casi a l'una o l'altra delle due flotte di scorta che facevano ritorno alle loro basi di partenza.
dopo Taranto la nostra flotta non fu più in grado di operare in parametri di bilanciamento, le rimanevano solo due corazzate..le altre ancora in cantiere,..sopratutto sulla costante pressione della cosidetta guerra dei convogli..che "infiniti addusse lutti" in Africa (parafrasando l'Iliade)
la flotta inglese in seguito spostò alcune delle sue corazzate, in Atlantico..a fare danni
sul fatto che L'iniziativa di una certa rilevanza in Mediterraneo fu perduta...
fu cosa assodata!
c'era poco da fare una volta subito l'attacco, si parlò a livello strategico
in un secondo momento su come si sarebbero potuti contenere i danni..(azionando le cariche fumogene sulle navi alla fonda in modo da impedire o per lo meno rendere difficoltosa la vista e la mira dei bersagli agli aereosiluranti e bombardieri inglesi)
paradosso del tutto Italiano fu, di contro, il confezionare azioni tipo Gibilterra e molte altre da parte delle nostre "forze speciali" (Sommergibilisti, X^MAS)
con situazioni tipo questa di Taranto, l'altrettanto scandalosa azione su Genova..
evito di dilungarmi..in altre tragedie..che purtroppo ci furono..
sintetizzando,
il giudizio di Cunningham "il fatto che mentre gli Italiani nel complesso dimostravano poco spirito di iniziativa (comune) sul mare, riuscissero tanto bene in azioni individuali. Certamente essi avevano uomini capaci delle imprese più ardite.
lo trovo del tutto appropriato..
e penso che possa essere ritrovato nelle parole di Juno che tendono giustamente ad assolvere il Valore dei molti, che privi di responsabilità* decisionali e strategiche hanno dato anche più del dovuto..
preciso che pur amando PROFONDAMENTE la Marina Militare..(sopratutto al nostra)
ci sono accadimenti, tipo questo, che non smetteranno mai di lasciarmi perplesso e sconcertato.