Ieri mattina, al mercato delle pulci che sono solito visitare, ho trovato un album di foto molto interessanti. Sono tutte scattate a Roma negli anni immediatamenti successivi all'Unità* d'Italia (1861-63)
Purtroppo solo sul retro di quattro foto c'è il nome del personaggio, le altre sono (per il momento) di anonimi.
Vi posto quelle identificate:
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Francesco Saverio Luvarà*
Augusta 10/2/1827 - Vallo della Lucania 4/12/1909
Capitano
Era figlio di Carmine Luvarà*, colonnello di artiglieria.
Appartenente ad una famiglia nobile calabrese, fu ammesso nel 1843 nelle guardie del corpo a cavallo, entrato nell'esercito fu addetto allo stato maggiore, tenente nel 1853 ebbe la promozione a capitano nel 1859.
Nell'aprile del 1860 si trovava a Palermo nello stato maggiore del comando in capo assegnato alla colonna Von Mechel, fu tra quelli che intuirono la manovra del nizzardo, mettendosi all'inseguimento della colonna Orsini conquistandone salmerie ed armamenti.
L'11 settembre 1860 fu promosso maggiore.
Militare di coraggio ed onore,ufficiale profondamente legato alla dinastia fu assegnato al generale Ritucci e quando l'esercito si ritirò dietro al Garigliano, propose ed ottenne di capitanare un corpo di volontari che agisse dietro le spalle del nemico sardo, in azioni di disturbo, precorrendo la nascente guerriglia leggittimista.
Dopo avere organizzato il corpo di volontari, aiutato dall'alsaziano Emile Theodule de Christen, entrò negli Abruzzi conquistando il 10 gennaio 1861 Carsoli, il 26 febbraio occupò Tagliacozzo sconfiggendo 400 piemontesi, umiliò le truppe invasori riprendendo il comando di Avezzano, rientrato a Roma per reclutare altri volontari lasciò il comando momentaneo all'avvocato Giacomo Giorgi che contravvenendo agli ordini di Luvarà* volle occupare Sgurgola, dove i piemontesi messi sull'avviso avevano circondato il paese, catturando e fucilando 117 uomini.
Rientrato negli abruzzi al comando di 800 uomini coadiuvato sempre dal de Christen, conquistò Otricoli, avanzando fino a Sora, ma caduta Gaeta Francesco II dette l'ordine di rientrare nello stato pontificio.
Rimase a Roma per poco tempo e rientrato a Napoli sempre in collaborazione di de Christen tentò una sollevazione che fu soffocata sul nascere dalla delazione di un tale Novi.
Dovette più volte subire vessazioni ed arresti da parte delle autorità* piemontesi, senza mai però piegarsi.
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Pietro Quandel
Nacque a Napoli il 24 luglio 1830 dal generale di brigata Giovan Battista e da Maria Gertrude Vial. Compì gli studi militari presso la Nunziatella, conseguendo il grado di alfiere di artiglieria.
Nel 1849, durante la campagna di Sicilia divenne 1° tenente; nel 1853 venne promosso capitano di 2a. classe, restando in servizio nell'isola. Rientrato a Napoli, prestò servizio della Direzione Generale di Artiglieria fino al 1858.
Nel mese di luglio 1860 passò nello Stato Maggiore dell'esercito, diventando istruttore del conte di Bari, Pasquale di Borbone.
Durante l'Assedio di Gaeta, con il grado di maggiore, ricevette l'incarico di redigere il "Giornale della Difesa". Fatto prigioniero dopo la resa della Piazzaforte, rientrò a Napoli alla sua liberazione da dove venne immediatamente espulso per le sue idee legittimiste.
Trasferitosi in esilio a Roma, nel 1863 pubblicò il " Giornale della difesa di Gaeta".
Ritiratosi a Monte di Procida, vi si spense il 25 dicembre 1901.
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Generale Antonio Ulloa
Seguì Re Francesco II a Gaeta e, poi, a Roma. Al petto porta la placca dell'Ordine di S. Gennaro.
Saluti a tutti.