mettendo a posto alcune cose, mi è capitata in mano una vecchia "rivista militare"

vediamo, tempi permettendo, se può risultare interessante...


"A Brindisi (Guillet), incontrò a una mensa alleata due degli ufficiali britannici che gli avevano dato la caccia in Eritrea. "Che fortuna non avervi incontrato allora!" dissero cavallerescamente alzando il bicchiere alla sua salute. "Che fortuna per voi, forse. Che disgrazia per me, di certo!" rispose con amarezza il Tenente Colonnello Guillet." (Indro Montanelli, Gli incontri).

Stiamo parlando di AMEDEO GUILLET, nel libro, Vittorio Dan Segre, che ha conosciuto personalmente Guillet prima come nemico attraverso i rapporti dell`Intelligence Service e poi come alleato nel 1944, ricostruisce la sua eccezionale vicenda africana con l`intento di rendere omaggio a un soldato tanto valoroso quanto leale. Tuttora i giornali d'oltremanica dedicano ammirati articoli ad Amedeo Guillet, un italiano che smentisce il luogo comune - ben diffuso tra i britannici - secondo il quale gli italiani sarebbero "useless in combat", inetti in battaglia. Un paio di mesi fa l'Observer ha annunciato l'uscita dell`ultima biografia di Guillet scritta dal giornalista Sebastian O'Kelly "Amedeo: The True Story of an Italian's War in Abyssinia.
Le ultime azioni di guerriglia condotte dagli italiani contro le truppe di occupazione britanniche si svolsero nell`estate del '42 per mano di altri due personaggi fuori le righe: la dottoressa Rosa Dainelli*(sempre per la nostra capacità* innata di "sottovalaturci"..e mi tengo stretto) e il capitano Servizio informazioni militari Francesco De Martini. De Martini, che si era già* fatto notare nel '41 per alcune spericolate e brillanti azioni in Dancalia, venne fatto prigioniero (nel luglio '41) riuscendo però a fuggire e successivamente ad incendiare con mezzi di fortuna i depositi di munizioni di Daga (Massaua).

*Non ricevette la medaglia la dottoressa Rosa Dainelli che sempre nell'agosto del '42, dimostrando patriottismo, doti atletiche e coraggio fuori dal comune, penetrò di notte nel più sorvegliato deposito di munizioni inglese di Addis Abeba facendolo esplodere. Rosa Dainelli riuscì miracolosamente a farla franca e soprattutto a salvare la pelle arrecando al nemico un danno ben più grande di quanto ella avesse previsto. Nel deposito, infatti, si trovavano 2 milioni di speciali cartucce Fiocchi preda bellica che il Comando inglese aveva già* destinato per i nuovi mitragliatori Sten appena entrati in servizio ma ancora privi di adeguata scorta di cartucce. Il mancato utilizzo dei proiettili italiani ritardò l`impiego dello Sten per mesi