Premetto che non sono un depredatore di chiese e luoghi sacri la parocchia in questione e quella di don Domenico Orlandini prete e capo partigiano.
diciamo che nella chiesa semi diroccata ed isolata tra i boschi cercavo..... "altro", all'interno molto pericoloso visto la precarietà* delle strutture semi crollate (all'esterno c'era un amico per ogni malaugurata evenienza), nel retro della canonica in un mucchio d'immondizia c'erano questi due libretti da messa per gli anni 1940 e 1945, stampati a Reggio E. visto il luogo e le date viene lecito pensare siano di questo personaggio storicoCappellano militare nell'8º Reggimento alpini, nel 1941 è parroco a Poiano frazione di Villa Minozzo amico di don Pasquino Borghi, antifascista viene proposto per il confino ma riesce ad evitarlo con la caduta del fascismo il 25 luglio. Dopo l'8 settembre si schiera apertamente con il movimento resistenziale. Il Codice di diritto canonico vieta ai sacerdoti la partecipazione a movimenti armati, questo lo mette in difficoltà* con l'allora vescovo della diocesi di Reggio Emilia, Eduardo Brettoni. Prende il nome di battaglia "Carlo", il vescovo pubblicamente lo difende dalla Guardia Nazionale Repubblicana ma in privato lo critica in quanto il suo comportamento è contrario ai sacri canoni esortandolo a far il prete e solo il prete.
Non ritrovandosi con l'ideologia e i metodi delle Brigate Garibaldi, anche su spinta dei suoi uomini tra i quali Giorgio Morelli che si fidano solo di lui, il 15 settembre 1944[1] fonda la brigata partigiana Fiamme verdi, comunque unita alle brigate Garibaldi dal punto di vista militare attraverso il comando unico di zona. All'interno del comando ci sono attriti ma nonostante questa situazione di difficoltà* il comando resta unito fino alla liberazione. Saranno quattro partigiani delle fiamme verdi di don Carlo a issare il tricolore il 24 aprile 1945 al balcone del Municipio di Reggio Emilia
Decorato della "Victory Cross" per il salvataggio di oltre 3000 prigionieri anglo-americani, sulla linea gotica