L' undici Agosto 1944, come saprete, fu liberata Firenze dagli occupanti Tedeschi da parte degli Alleati. Per ricordare tale avvenimento ( lo faccio oggi visto che l'undici Agosto non potrò farlo perchè sarò in vacanza ) vi propongo il riassunto di una pagina di un diario di un ragazzino di tredici anni che a l'epoca prese appunti su ciò che succedeva intorno a lui.


TREMANO I LUNGARNI

Il venticinque Giugno 1944, una "Topolino" con due bombole di metano montate di traverso sul dorso che parevano due minacciosi lanciarazzi, piena di scatoloni e pacchetti, con padre, madre, un ragazzino di tredici anni e un Koker nero partì da San Lazzaro di Savena per un' avventura oltre la "linea Gotica" verso Firenze. Il sole era già* calato da un pezzo quando la Topolino sbarcò il suo carico davanti a l'ingresso della clinica di Castiglione dei Pepoli dove passarono la notte e poi alle cinque del mattino ripartì verso il passo delle tre Croci e poi evitando i posti di blocco Tedeschi percorrendo stradine strette e tortuose giù fino a Firenze. Qui, in corso Tintori, vicino alla biblioteca Nazionale, i nonni materni stavano aspettando da mesi la famiglia del ragazzino bolognese e il passaggio del fronte. Il ventinove Luglio piazza Gavinana fu raggiunta dalla cannonate e arrivò dal comando Tedesco l'ordine di immediata evaquazione della zona dei Lungarni così, caricati materassi, bauli e valigie su di un carretto prestato da un fornaio della zona ancora una volta la famiglia, assieme ad altri disperati dovette fuggire verso un rifugio che per loro era stato trovato da amici vicino al Campo di Marte. La gente era disperata e impaurita e scappava da casa con ogni mezzo, perchè correva voce che i Tedeschi avrebbero fatto saltare i ponti, tutti, tutti, tranne ( almeno lo si sperava ) il ponte Vecchio. Il tre Agosto il comando Germanico proclamò lo stato di emergenza in città*, fuori non c' era anima viva e il silenzio era rotto solo dagli schianti delle granate. Le persiane erano state chiuse per proteggersi dalle schegge, ma verso le dieci del mattino si vide levarsi dal centro una fiammata e, subito dopo, un enorme colonna di fumo nero e tutta la casa, benchè lontana di almeno due chilometri dal centro, tremò. Carri armati transitavano veloci nella città* deserta. Il sei Agosto si sentirono crepitare delle mitragliatrici e si sentivano anche schianti di bombe mentre gli Alleati stavano per raggiungere la zona d'oltrarno. Mancava la corrente elettrica, il gas e l'acqua e le provviste venivano usate con parsimonia, cuocendo qualcosa su un fornellino di coccio che bruciava stecchi e rami presi dal giardino. La gente faceva ore di fila per ottenere un pugno di grano che, tritato nel macinino del caffè serviva a fare qualche specie di piadina nel fornellino a legna. Anche per l'acqua si facevano lunghe code sotto al sole cocente presso un pozzo poco lontano. Durante la notte gli uomini salivano sui tetti, si affacciavano dagli abbaini e con canocchiali cercavano di capire la situazione. Si sapeva che gli Alleati erano in oltrarno e si vedevano incendi verso monte Morello a nord della città*. L' undici Agosto alle nove di mattina uomini e donne corrono come impazziti per le strade: Stavano arrivando gli Alleati! Le campane suonarono a festa e il sole splendeva sulla città* finalmente liberata. Durante la notte i Partigiani avevano attaccato manifesti e volantini mentre da molte case sventolavano le bandiere e anche per strada molti giovani armati passavano cantando e agitando il tricolore. Ma i Tedeschi erano ancora presenti nella periferia nord della città* e non era prudente andare in giro per strada. Un giovane di ventuno anni figlio di una vicina di casa dei nonni era stato ucciso da una fucilata esplosa da un cecchino asserragliato sui tetti di una casa del centro. Il quattordici Agosto finalmente i fornai, con la farina arrivata dagli Alleati, poterono produrre un ottimo pane bianco e soffice. Sui lungarni restavano macerie, rovine, ferri contorti, palazzi sventrati, tutti i ponti, eccetto ponte Vecchio erano spariti, ma una squadra di militari Americani stava lavorando per costruire, sulle rovine di ponte Santa Trinita, un nuovo ponte di ferro per poter attraversare l' Arno.