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Discussione: Zaini e zainetti tedeschi ed austro-ungarici WW1

  1. #41
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    Citazione Originariamente Scritto da maxtsn Visualizza Messaggio
    Premettendo che non sono un esperto il marchio mi ricorda molto la produzione svizzera ed il 37 dovrebbe essere l'anno di produzione (1937)
    Attendiamo comunque pareri più autorevoli.

    Ma non l'avevi già postato su un'altra piattaforma?
    si ma nessuno mi aveva risposto

  2. #42
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    Svizzero ahimè...
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  3. #43
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    Svizzero ahimè...
    Bene, ci ho visto giusto allora...
    Max

    Frangar non flectar

  4. #44
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    Rucksack ovvero lo zaino alla tirolese in dotazione all'esercito austro-ungarico

    In alternativa allo zaino rigido modello 1887 (Kalbfelltornister für Infanterie) in cuoio di vitello e pelo sulla superficie esterna e foderato di tela di lino, con annesso il bauletto porta munizioni mod. 1888 (Patronentornister), le truppe da montagna dell’esercito austro ungarico furono dotate, fin dal 1913, del più comodo e meno ingombrante sacco floscio alla tirolese (Rucksack) di forma rettangolare (50 x 60 cm). A guerra inoltrata, a partire dal 1915, il rucksack venne distribuito, a causa della riduzione delle scorte di cuoio bovino, a tutti i reparti combattenti dell’esercito imperial-regio.
    Da non confondere con lo zaino o “sacco alpino” modello Bilgeri (Rucksack mit Brusttaschen), lo zaino “alla tirolese” era costruito con robusta tela da vela di misto lino impermeabilizzato. Il colore variava dal verde chiaro (salvia), a varie sfumature di grigio e marrone. Venne prodotto in due modelli, un modello cosiddetto “semplificato” e un modello dotato di due cinghie che servivano a reggere esternamente la gavetta, posta tra i due tasconi esterni (16x24 cm) chiusi da patte trattenute da fibbie di ferro con ardiglione. Ai lati del rucksack si trovano due fettucce cucite che servivano a mantenere solidale allo zaino (tramite tre cinghie) il pastrano (Mantel) avvolto insieme al telo tenda impermeabile (Zeltbahn) che aveva anche funzione protettiva. Da notare che il telo tenda poteva essere portato anche sotto lo zaino assicurato con due cinghie (Packriemen) direttamente al cinturone. Nella parte posteriore dello zaino erano cuciti due larghi passanti attraverso i quali veniva fatto scorrere il cinturone, per rendere più stabile lo zaino sulla schiena e per ripartire meglio il peso. A questo scopo si appendevano le giberne ai ganci di acciaio delle bretelle ausiliarie regolabili in lunghezza, applicate agli spallacci mediante un ribattino. Gli spallacci (larghi 5 cm), staccabili e regolabili, potevano essere imbottiti o “lisci” nel tratto che poggia sulle spalle ed erano dotati delle già citate bretelle reggigiberne. Purtroppo, nel dopoguerra, tali bretelle, come del resto i passanti per il cinturone, vennero spesso eliminate per rendere gli zaini più funzionali a usi civili ed è per questo che è molto difficile trovare, oggi, un rucksack intatto.
    Gli spallacci sono attaccati alla parte superiore del sacco mediante un cordone che stringe l’imboccatura, mentre le estremità opposte sono fissate ai due angoli inferiori in modo diverso: lo spallaccio sinistro con una fibbia che lo rende semifisso e quello destro con un anello di ferro da agganciare al gancio cucito sotto il fondo perché fosse più agevole metterselo sulla schiena.
    Il cordone che chiudeva l’imboccatura del sacco passa attraverso degli occhielli in zinco/zamac (alcuni collezionisti sostengono che gli zaini dotati di occhielli di ottone siano caratteristici degli zaini di produzione post bellica o riconducibili alle forniture dell’esercito cecoslovacco) e lo zaino si chiudeva con una pattella dalla forma più o meno smussata e dotata di un piccolo passante in stoffa che serviva per appendere il rucksack e di una cinghia in stoffa regolabile. Riguardo al numero di occhielli del cinghiaggio non esiste una regola specifica anche se, statisticamente, il modello con cinghie reggigavetta tende ad avere più occhielli di quello semplice.
    Il rucksack affardellato correttamente doveva assumere la forma piatta e squadrata del vecchio zaino rigido M. 1887. Pastrano e telo tenda, arrotolati insieme, erano infilati sotto la patta di copertura e fissati ai lati del sacco con due cinghiette di cuoio perché fosse possibile aprire l’imboccatura senza prima doverli togliere.

    Bibliografia:

    Offelli S., Le armi e gli equipaggiamenti dell'Esercito austroungarico (2 voll.) Gino Rossato Editore
    Colombo D., Austriaci nella neve, Uniformi Armi, Albertelli Editore n° 151
    Lenardon Roberto, Vestiario ed attrezzatura speciale da montagna dell’esercito austro-ungarico, Aquile in Guerra, Società Storica Guerra Bianca
    M. Christian Ortner, Hermann Hinterstoisser,Die k.u.k. Armee im Ersten Weltkrieg Uniformierung und Ausrüstung, Militaria Verlag, Wien
    György Sagvari, Die ungarische Honvéd Uniformierung und Ausrüstung der ungarischen Landwehr, Militaria Verlag, Wien
    Hermann Hinterstoisser, Erwin A. Schmidl, Christoph Neumayer, Helmut Wohnout, Des Kaisers Bosniaken, Militaria Verlag, Wien
    Christian Ortner, Hermann Hinterstoisser, Erwin A. Schmidl, Winfried Beimrohr, Meinrad Pizzinini, Die k.k. Landwehr-Gebirgstruppen, Militaria Verlag, Wien
    Christian Ortner, Stefan Rest, Thomas Ilming, The Emperor’s Coat, Militaria Verlag, Wien

    dal manuale per le truppe alpine

    zaino2b.jpg

    zaino40.jpg

    da un manuale per la Honved ... per il corretto affardellamento

    a0000.png

    modello con cinghie per l'aggancio della gavetta

    zaino10.JPG

    dal libro di Siro Offelli

    zaino33.jpg zaino33a.jpg
    zaino33b.jpg zaino33c.jpg

    particolari degli spallacci

    a00.jpg

    il mio ... le foto non sono il massimo ...
    zainoPZ2.jpgzainokuk.png

    e ora un pò di foto d'epoca ...

    zaino36.jpg

    zaino18.jpg

    una bella carrellata ....

    a0.png

    zaino37.jpg

    zaino32.jpg

    soldati dell'Orient Korps in marcia verso il Monte Sinai

    zaino22MteSion.jpg
    "se dan da bere al soldato, è per fregarlo o perchè è già spacciato ..." (Arturo Pérez Reverte, Il ponte degli assassini)

  5. #45
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    Quando si parla dell'esercito austro-ungarico usiamo sempre la dizione imperiale e regio...
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  6. #46
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    vero! La fretta ... come al solito
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  7. #47
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    @tonle: grazie Paolo-- commento fondamentale, molto interessante e fatto molto bene!
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  8. #48
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    grazie Gerhard! Detto da te è un complimento. Essendo stati usati anche per scopi civili nel dopoguerra non sono proprio pezzi facilissimi da trovare. Non esagero nel dire che ho visto più Berndorfer che zaini "alla tirolese" dell'esercito imperiale e regio!
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  9. #49
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    Anche perchè gli stati successori contunuarono a utilizzarlo e la Cecoslovacchia a produrlo, fortunatamente con i finimenti in ottone anzichè in metallaccio.
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  10. #50
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    zaino35.jpg
    da una recente esposizione di Novegro ...
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