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Discussione: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

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    "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

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    LE ORIGINI
    Durante la Prima Guerra mondiale, il generale Paul von Lettow-Vorbeck, comandante del Teatro di Operazioni Est Africano, condusse brillanti operazioni di guerriglia contro le truppe e gli insediamenti coloniali Alleati. Nello stesso periodo, T.E. Lawrence (il famoso "Lawrence d`Arabia) portava avanti le stesse identiche tattiche contro i turchi.


    Il generale Paul von Lettow-Vorbeck, che condusse azioni di guerriglia durante la I Guerra Mondiale contro gli insediamenti coloniali Alleati in Africa.

    Il Capitano Theodor von Hippel aveva servito sotto Lettow-Vorbeck in Africa e dopo la guerra divenne un forte sostenitore delle tattiche di questo tipo di guerra.
    Ciò che von Hippel sosteneva era che in una guerra moderna la creazione di piccole unità* d`elite formate da personale altamente addestrato e in grado di parlare più lingue potevano operare dietro le linee nemiche, apportando il massimo danno alle strutture di comando, controllo e comunicazione del nemico.
    Quando von Hippel approdò nella nuova Reichswher del primo dopoguerra, le sue idee furono subito rifiutate dalla casta tradizionalista degli alti ufficiali prussiani, i quali vedevano questo tipo di guerra "indegno" del mestiere delle armi e gli uomini che le praticavano non meritevoli di chiamarsi "soldati".


    Il Capitano Theodor von Hippel, fervente sostenitore delle azioni militari da parte di piccole unità* altamente addestrate.

    Ma von Hippel non si diede per vinto: entrato in contatto con l`Ammiraglio Wilhelm Canaris, comandante dell`Intelligence tedesco (L`Abwehr) egli fu subito "inglobato" nel II Dipartimento della struttura del controspionaggio e là* continuò a studiare tattiche e dottrine di impiego per le nuove unità* speciali tedesche.

    IL BATTAGLIONE "EBBINGHAUS"
    La prima formazione creata secondo le teorie di von Hippel fu il Battaglione "Ebbinghaus", formato in larga parte da "Volksdeutsche", molti dei quali in grado di parlare perfettamente il polacco. L`unità* fu formata con il supporto dell` OKW e ricadeva sotto il comando e la responsabilità* della Wehrmacht.
    Durante la Campagna di Polonia il Battaglione ebbe una breve ma intensa attività*, creando confusione dietro le linee polacche e catturando alcuni tra i più importanti punti di comunicazione (strade e ponti) sulla via dell`avanzata delle divisioni Panzer naziste. Ma stranamente, appena dopo la fine della Campagna polacca, il battaglione fu sciolto.


    Una rara foto di elementi del battaglione "Ebbinghaus", l'antesignano dei "Brandeburghesi".


    L`ABWEHR PRENDE IL COMANDO. NASCONO I "BRANDEBURGHESI"
    Subito dopo l`esperienza polacca, l`Abwehr prese saldamente le redini e Canaris incaricò von Hippel di organizzare un Battaglione di truppe speciali che seguisse grossomodo le linee guida del vecchio "Ebbinghaus". Hippel assolse subito all`ordine e il 25 ottobre 1939 diede il via alla creazione del "Lehr und Bau ZbV Kompanie 800", la quale dietro questa denominazione che denunciava una unità* addetta "all`addestramento e alla costruzioni" celava invece il primo nucleo dei nuovi commandos germanici.


    "Brandeburghesi" provenienti dalle file della Luftwaffe. Il reclutamento degli uomini avveniva in seno a tutte le unità* delle forze armate germaniche e poteva comprendere elementi di qualsiasi arma.

    I metodi di reclutamento erano nettamente contrari a quelli, ad esempio, in voga nelle SS di Himmler: piuttosto che arruolare uomini che incarnavano in pieno l`ideale nazista del "superuomo" ariano, von Hippel percorse il Reich alla ricerca di oriundi slavi, polacchi e di altre etnie disposti a combattere per la Germania. La risposta a questo metodo di reclutamento fu inaspettata: moltissimi attraversarono i blocchi disposti alle frontiere per far parte della nuova unità*.
    Ogni recluta doveva parlare correttamente almeno una lingua straniera (tuttavia molti ne parlavano più di una) e avevano il vantaggio di conoscere alla perfezione usi, costumi e "slang" della lingua delle proprie aree di provenienza.
    La nuova unità* ebbe come sede una caserma a Stendal (la stessa città* dove aveva sede la scuola paracadutisti della Luftwaffe) e il campo di addestramento nei pressi di Orianenburg. L`afflusso di nuove reclute fece si che la denominazione venisse presto cambiata e, appena tre mesi dopo la sua nascita, la formazione prendesse il nome di "Battaillon Brandenburg". Da qui la denominazione di "Brandeburghesi" affibbiata ai suoi appartenenti.
    Il Battaglione originario consisteva di quattro compagnie organizzate a seconda della provenienza etnica dei componenti e possedeva anche un plotone motociclisti e uno di paracadutisti.

    1. Kompanie, basata a Baden bei Wien, (26 km da Vienna) e formata da elementi dei territori Baltici e Russi
    2. Kompanie, di stanza a Brandeburgo, formata con elementi provenienti dai territori di lingua inglese e dal Nord Africa.
    3. Kompanie, con sede a Bad Munstereifel, formata da elementi dei Sudeti e Jugoslavi
    4. Kompanie, di stanza nel Basso Reno, formata con Volksdeutsche di origine polacca.

    Man mano che l`unità* si espandeva, venivano create altre piccole cellule, come ad esempio la "Arabic Brigade", formata da personale proveniente dalle zone caucasiche.

    FRANCIA E PAESI BASSI – JUGOSLAVIA
    Il "Brandenburg" vide la sua prima azione di guerra durante l`Operazione "Fall Gelb": l`8 maggio, due giorni prima dell`apertura delle azioni militari, gli uomini di von Hippel entrarono in azione oltrepassando la frontiera olandese. Essi indossavano uniformi di quell`esercito sopra quelle tedesche (per scongiurare il rischio di venir fucilati se scoperti).


    Uomini del "Brandenburg" esaminano un bunker olandese durante la Campagna nei Paesi Bassi del 1940.

    Una delle principali azioni a cui presero parte fu la catture di un ponte sulla Mosa nella città* olandese di Gennep. Un team di otto uomini al comando del tenente Wilhelm Walther entrò in azione travestito da polizia militare olandese e, fingendo di scortare dei prigionieri di guerra tedeschi, assaltò il presidio del ponte. Due posti di guardia furono distrutti, ma tre uomini del team furono feriti. A questo punto Walther, sempre con la sua uniforme olandese, prese l`iniziativa di attraversare il ponte urlando ai difensori di arrendersi. Questo stratagemma consentì la cattura della struttura e la disattivazione delle cariche esplosive disposte dagli olandesi per la sua distruzione.
    Questa non fu l`unica "operazione speciale" condotta dai "Brandeburghesi" nella Campagna del 1940 e, almeno in un caso, si sa di elementi catturati in uniforme nemica e sommariamente fucilati come spie.
    Dopo la capitolazione della Francia, il Battaglione "Brandenburg" e l`Infanterie Regiment "Grossdeutschland" furono spostati a nord in preparazione dell`Operazione "Seelowe" (Invasione della Gran Bretagna). Quando tale opportunità* svanì definitivamente, i Brandeburghesi vennero mandati nel sud della Francia in preparazione di un`altra operazione denominata "Felix", ovvero l`assalto a Gibilterra, antico possedimento britannico che rappresentava la porta al Mediterraneo. In questo periodo il Battaglione fu ampliato ulteriormente e portato agli effettivi di un Reggimento, ricevendo anche speciali imbarcazioni costiere e equipaggiamento tropicale.
    Dopo la figuraccia italiana nella catastrofica Campagna greca, la Wehrmacht dovette accantonare per il momento la già* progettata invasione dell`Unione Sovietica e preparare in tutta fretta un piano per entrare in Jugoslavia e Grecia. Per i Brandeburghesi (esattamente il III Battaglione, quello formato da uomini dei Sudeti e slavi) si progettò un`azione da compiersi con un gruppo di ben 54 elementi che aveva come fine la cattura dei cantieri navali di Orsava, sul Danubio, poco prima dell`inizio delle operazioni militari vere e proprie. Il piano fu denominato "Marita" e doveva scattare il 6 aprile 1941.

    STRUTTURA E ADDESTRAMENTO
    Nonostante l`aumento delle dimensioni dell`unità*, i suoi uomini erano ancora altamente addestrati. La formazione riguardava un addestramento sia fisico che psicologico, il quale era concentrato sulla conoscenza delle lingue straniere, le tattiche delle piccole unità*, paracadutismo, demolizioni, operazioni segrete, uso di veicoli e armi del nemico. Alcune piccole cellule erano inoltre state addestrate come piloti e altre addirittura come falsificatori di documenti.
    C`era anche una Compagnia di 127 sciatori esperti, addestrati a combattere in lande gelide e deserte nel nord della Russia e dotata di slitte.
    In azione, la cellula del Brandenburg poteva operare da un minimo di 2 a 12 uomini e fino al pieno organico della compagnia (300 uomini), dipendeva dalla missione richiesta. Ogni appartenente al "Brandenburg" aveva in dotazione una pillola di cianuro quando operava dietro le linee nemiche.
    Spesso venivano usate apparecchiature, uniformi e veicoli presi al nemico, così come ampio era il ricorso a documenti falsi, ma a differenza dei loro "colleghi" Alleati, i "Brandeburghesi" usavano vestire sempre l`uniforme tedesca sotto quella nemica usata di volta in volta e aprivano il fuoco sempre dopo aver rivelato la loro reale identità*. Questo "modus operandi" rappresentava una "regola non scritta" dell`unità* e se da una parte portò all`affermazione che i Brandeburghesi fossero "soldati" e non "spie", dall`altra comportò la cattura di diverse cellule che agirono in ottemperanza di un "codice cavalleresco" che in quella guerra e a quello stadio.

    IL NORD AFRICA
    Pochi sanno che quando l`Afrika Korps fu inviata in Libia, alcuni elementi del "Brandenburg" (circa 300 uomini al comando dell`Oberleutnant von Koenen, dei quali la metà* operativi già* nel giugno del 1941) la seguirono. Questi elementi erano equipaggiati con uniformi e mezzi adatti al clima tropicale, parlavano tutti inglese o arabo e avevano in dotazione veicoli britannici catturati.


    Per le operazioni segrete in Africa non si esitò a reclutare anche personale "locale", decisamente fuori dagli schemi dell'arianesimo spinto che alimentava lo spirito nazista.


    Il loro impiego sarebbe dovuto essere quello di ricognizione a lungo raggio e piccole azioni di disturbo dietro le linee nemiche (le enormi distanze del deserto non consentivano di più), sulla falsariga del Long Range Desert Group inglese.
    Il Feldmaresciallo Rommel dapprima criticò la decisione di impiegare questa unità*, ma poi, visti i danni inflitti alle linee di comunicazione e rifornimento dalle omonime formazioni britanniche, acconsentì al loro utilizzo.
    Nel dicembre del 1942 una piccola Task Force proveniente dal I./Reg.4 "Brandenburg" a bordo di alianti atterrò nei pressi del ponte ferroviario di Sidi bou Baker in Tunisia e lo distrusse, fuggendo subito dopo senza essere intercettata dalle forze Alleate.
    Raggiunta la consistenza di un Battaglione e denominata "Abteilung von Koenen", nel gennaio del 1943 gli elementi del "Brandenburg" presero parte agli ultimi combattimenti africani della Wehrmacht, in particolare partecipando all`attacco alle posizioni americane di Sidi bou Zid del 14 febbraio (gli americani furono temporaneamente respinti e lasciarono sul campo 30 carri armati, 32 pezzi di artiglieria, 100 veicoli di ogni genere e ben 700 prigionieri).
    L`operazione più eclatante compiuta in suolo africano fu tuttavia l`Operazione "Salaam", che pianificata nel 1942 al comando dell`Ungherese Laszlo Almasy (in servizio nell`Afrika Korps) si proponeva di far entrare due agenti del controspionaggio tedesco nel profondo delle linee britanniche in Egitto. L`operazione riuscì e i tre passarono molti posti di blocco britannici; successivamente però i due agenti tedeschi Johannes Eppler e Peter Stanstede furono scoperti, arrestati e poi passati per le armi come spie. Una curiosità*: un egiziano che fornì loro assistenza e base logistica fu condannato invece a due anni di reclusione: questo egiziano era Anwar El Sadat, che nel 1970 sarebbe diventato Presidente dell`Egitto (morto nel 1981 ucciso da un attentato organizzato dalla giunta militare che voleva prendere il potere).


    Laszlo de Almasy, l'eploratore di origine ungherese che lavorò per l'Afrika Korps durante l'Operazione "Salaam".

    Quando l`Afrika Korps si arrese in Tunisia nel maggio del 1943, molti elementi del "Brandenburg" riuscirono a scappare via mare e a raggiungere l`Italia. Il Battaglione "Von Koenen" continuò la sua lotta nei Balcani contro le bande partigiane e il suo comandante cadde in combattimento nell`agosto del 1944.

    L`OPERAZIONE BARBAROSSA
    Le prime unità* della Wehrmacht a varcare il confine sovietico il 22 giugno 1941 furono proprio gli uomini del "Brandenburg" Regiment, assicurandosi alcuni ponti, strade e centri di comunicazione immediatamente al di là* della linea di attacco tedesca.
    Durante i primi giorni dell`Operazione Barbarossa infatti, i Brandeburghesi attaccarono, conquistarono e tennero il ponte sul Daugava nell`intento di assicurare l`avvio dell`avanzata tedesca su Leningrado.
    Nello stesso tempo, il "Kustenjäger Abteilung" (letteralmente sarebbe "Battaglione Cacciatori Costieri") compirono alcuni riusciti raids contro installazioni costiere russe sul Mar Nero, nel Baltico e nel Mare d`Azov.
    In Ucraina, i Brandeburghesi operarono in cooperazione con la "Ukrainische Gruppe Nachtigall" (una formazione composta da volontari ucraini che condividevano le idee nazionalsocialiste) in supporto al Gruppo di Armate Sud della Wehrmacht. Le loro azioni risultarono travolgenti, al contrario delle prestazioni in combattimento alquanto scarse dei volontari ucraini.


    Uomini del "Brandenburg" in uniforme russa durante un'azione dietro le linee nemiche sul fronte orientale.

    All`inizio di agosto del 1942, una cellula del "Brandenburg" forte di 62 elementi guidata da Freiherr Adrian von Folkersam effettuò la penetrazione più profonda in territorio nemico di qualsiasi unità* tedesca a quel tempo. Folkersam aveva avuto infatti ordine di assicurarsi il vitale centro di produzione di olii minerali di Maikop.
    Travestiti da uomini della temuta polizia NKVD e alla guida di camions sovietici, l`unità* di Folkersam passò le linee e si inoltrò in profondità* nel territorio nemico. Poco dopo incontrò un grosso gruppo di disertori russi e qui Folkersam ebbe il suo colpo di genio: invece che attaccarli, egli li persuase a tornare alla lotta contro l`esercito tedesco e così, in seno al gruppo, fu capace di spostarsi a proprio piacimento attraverso le linee russe.
    Operando sotto la falsa identità* del Maggior Truchjin, Folkersam spiegò al comandante sovietico della piazza di Maikop la sua missione di recupero dei disertori e questo non solo ne rimase pienamente convinto, ma addirittura scortò personalmente Folkersam in un "giro turistico" delle principali difese della città*.
    L`8 agosto le truppe tedesche si trovavano a soli 12 km da Maikop e proprio in quel momento i Brandeburghesi entrarono in azione. Simulando con delle esplosioni un attacco di artiglieria, distrussero il centro radio dei difensori russi; successivamente Folkersam fece il giro dei principali punti difensivi, dicendo che si stava attuando una ritirata dalla città*.
    I soldati russi non avevano alcun motivo per non credergli: lo avevano visto in giro con il loro comandante e inoltre non avevano possibilità* di comunicare per confutare o meno questo fantomatico "ordine di ritirata".
    Per cui i sovietici iniziarono ad evacuare Maikop e il 9 agosto 1942 le truppe tedesche fecero il loro ingresso in città* senza sparare un solo colpo.
    Questa è sola una delle brillanti operazioni compiute dai Brandeburghesi sul fronte orientale, molte delle quali dimenticate e sepolte nel tempo.
    A partire dal 1943, le missioni più comuni assegnate al "Brandenburg" riguardarono la ricognizione a lungo raggio e l`avanguardia delle principali colonne corazzate. Essi operavano in nuclei di 20-60 uomini in uniforme sovietica e a bordo di mezzi russi; attaccavano svincoli stradali e ferroviari, piccoli comandi nemici e strutture per le comunicazioni.
    Tra il gennaio e l`aprile del 1943 inoltre il "Brandenburg" fu espanso al rango di divisione, formando tra l`altro specialisti in guerra sottomarina, difesa aerea, artiglieria, carristi, armi anticarro e genieri d`assalto. Arrivarono altri specialisti dai ranghi di altre armi dell`esercito e anche una certa aliquota di Musulmani dalla Jugoslavia e volontari dall`India.

    I BALCANI
    Nel febbraio del 1943 il "Brandenburg" fu ritirato dalla prima linea e inviato in Germania per la riorganizzazione a divisione. Il primo comandante di questa nuova unità* fu il Generalmajor Alexander von Pfuhlstein. La divisione si basava su quattro reggimenti. Uno di questi fu inviato nuovamente al fronte est per fungere da "pompieri" nei punti più minacciati delle linee tedesche. Operò locali contrattacchi e servì alla difesa di centri minacciati dall`Armata Rossa, la cui superiorità* numerica stava sempre più prendendo piede. Un secondo reggimento fu spedito in Africa e seguì le sorti che portarono alla fine dell`Afrika Korps in Tunisia nel maggio dello stesso anno.
    I due reggimenti rimanenti vennero invece inviati nei Balcani e immediatamente impiegati in azioni anti-partigiane.
    Nel maggio del 1944 alcuni specialisti della divisione aggregati all` SS Fallschirmjäger Bataillon 500 presero parte al raid per la tentata cattura del Maresciallo Tito nel suo Quartier Generale di Dvar, in Jugoslavia. Tito riuscì a scappare appena poco tempo prima che i parà* delle SS facessero il loro ingresso nella grotta che fungeva da comando. Subito dopo i tedeschi si ritirarono nel cimitero della città* in attesa di essere evacuati, ma nella notte dovettero subire feroci attacchi da parte dei "Titini".


    Alcuni paracadutisti dell' SS Fallschirmjäger Battaillon "500" con la giacca del maresciallo Tito, sfuggito per un pelo alla cattura durante il raid a Dvar.

    Le perdite in questa Operazione furono di 213 morti, 881 feriti e 51 dispersi, contro circa 6000 partigiani Jugoslavi (stime tedesche).

    ISOLE DEL DODECANNESO
    Nel luglio del 1943 il Re Vittorio Emanuele esautorò Benito Mussolini e nel contempo iniziò la preparazione per la firma di un Armistizio con le forze angloamericane, cosa che avvenne poi come tutti sanno l`8 settembre dello stesso anno.
    A seguito di questi fatti, elementi del "Brandenburg" furono inviate nei Balcani, prendendo parte al disarmo delle truppe italiane colà* stanziate.


    Brandeburghesi su un'imbarcazione al ritorno da un'azione sull'isola di Leros, conseguente alla firma dell'armistizio tra Italia e potenze Alleate. Il primo e il quarto uomo da sinistra appartengono al "Brandenburg".

    Una delle aree vitali era l`isola di Kos, al largo delle coste della Turchia. Kos era presidiata da truppe britanniche sin dal momento immediatamente successivo alla stipula dell`armistizio, inoltre era presente sull`isola un forte contingente di forze italiane. L`isola aveva una pista di atterraggio di grande importanza e doveva essere ripresa. Assieme a truppe aviotrasportate, elementi del "Brandenburg" consistenti nel Battaglione "Kunsterjäger" e della Compagnia Paracadutisti furono designati a partecipare all`operazione.
    I Brandeburghesi, sotto il comando del tenente Langbein, sbarcarono nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1943 sulla costa meridionale dell`isola e rapidamente si impadronì delle difese della spiaggia, tenute dalle truppe italiane.
    L`unità* avanzò poi per il centro abitato senza incontrare resistenza ma a questo punto ecco che avvenne un fatto non previsto. Controllando alcune grotte, i tedeschi scoprirono una grande riserva di bevande alcoliche e molti di essi si lasciarono andare. Al tramonto Langbein si accorse che l`abuso di alcool aveva offuscato le menti di molti dei suoi uomini e quindi diede fondo a tutta la sua dotazione di Pervitina, una sostanza super-stimolante. Mescolata con l`alcool ingerito, la Pervitina provocò negli uomini un elevato senso di rabbia e una certa aggressività*, cosicché quando inglesi e italiani contrattaccarono i Brandeburghesi non solo respinsero gli assalitori, ma attaccarono a loro volta conquistando le posizioni britanniche e assicurando il collegamento con le altre forze tedesche della 22ª Luftlande Division del generale Muller che erano sbarcate il giorno prima sul lato opposto dell`isola.
    Questa azione militare, seppur coronata da uno sfolgorante successo, ebbe però uno strascico doloroso: a Kos vennero fatti prigionieri 1388 inglesi e 3145 italiani e in base all'ordine segreto dell'OKW del 21 settembre precedente fu decisa la liquidazione di 66 ufficiali italiani. Questi furono segregati presso una caserma a Linopoti. Nei giorni successivi, tra il 4 ed il 7 ottobre, questi uomini inermi furono a piccoli gruppi condotti verso il porto e giustiziati. Notizie del massacro filtrarono già* dalle prime settimane ma soltanto nel febbraio del 1945, il ten. Aiello, un ufficiale italiano collaborazionista, rintracciò i resti sepolti in alcune fosse. Si ritiene che i corpi di altri 36 ufficiali giacciano in altre fosse non ancora identificate.

    L`ABWEHR PERDE IL COMANDO DELL`UNITà?
    Da molto tempo l`Ammiraglio Canaris e l`Abwehr era sotto controllo da parte dei servizi di sicurezza tedeschi comandati da Himmler; in particolar modo, l`SD con a capo Walter Schellenberg si stava "interessando" a Canaris a causa delle sue idee non propriamente aderenti all`ideologia nazista. Questa mancata fiducia trovò il suo sbocco dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, quando l`intera struttura dell`Abwehr venne decapitata e molti dei suoi componenti (tra cui Canaris stesso) giustiziati.
    Il "Brandenburg" passò quindi sotto il controllo dell` SD, ma nel settembre 1944 fu deciso che le "Operazioni Speciali" non erano più necessarie a quello stadio del conflitto. La divisione venne di conseguenza trasformata in semplice divisione di fanteria motorizzata (pur conservando il nome) e trasferita al fronte est.
    1800 dei suoi uomini, compreso von Folkersam, il fondatore, ebbero il trasferimento nelle unità* SS al comando dello Standartenfuhrer Otto Skorzeny e continuarono ad operare come forze speciali fino alla fine della guerra.
    Per il resto della divisione, il ritorno alle operazioni "normali" portò ad una caduta verticale del morale, pur se la considerazione generale nei suoi confronti conservava lo spirito dell`unità* d`elite.
    Essa fu aggregata al Panzerkorps Grossdeutschland e combatté durante la lunga ritirata lungo gli stati baltici e la Prussia orientale.
    Nel tardo 1944 l`unità* fu equipaggiata con un reggimento Panzer e ridesignata "Panzergrenadier Division Brandenburg", tornando subito al fronte. I resti di coloro che furono gli unici commandos tedeschi combatterono duramente a Memel e nella ritirata per assicurarsi un trasbordo via traghetto a Pillau, sempre inseguiti dalle unità* russe. Proprio qui i Brandeburghesi combatterono la loro ultima battaglia e solo una manciata di sopravvissuti riuscì a trascinarsi ancora verso ovest per arrendersi alle unità* britanniche nello Schleswig-Holstein. Ancora nel maggio 1945 alcuni di loro, addestrati negli anni precedenti alle evasioni dalle carceri, semplicemente "sparirono" dai campi di prigionia.


    Il Generalmajor Alexander von Pfhulstein, ultimo comandante della divisione "Brandenburg" (nella foto non aveva tuttavia ancora questo grado)

    IL PERIODO POST-BELLICO
    I Brandeburghesi che scamparono alla morte e alla cattura furono in maggior parte incapaci di adeguarsi alla vita civile dell`immediato dopoguerra.
    Molti di essi furono accettati tra le file della Legione Straniera ed è interessante ricordare ad esempio che, durante l`assedio delle truppe vietnamite al contingente francese di Dien Bien Phu, molti legionari erano tedeschi, ex appartenenti alle Waffen SS, alla Wehrmacht e alle unità* speciali del "Brandenburg". Anche i russi è certo che fecero uso di ex Brandeburghesi nelle loro operazioni speciali degli anni `50.
    Molti Brandeburghesi si stabilirono in Africa, Sud America o Asia per operare come mercenari o consulenti militari. I frequenti colpi di stato nelle neonate repubbliche africane procurarono molto lavoro per questi uomini: ad esempio, il capo dei servizi segreti indonesiani durante il regime di Sukarno era un Brandeburghese; Il leader comunista Mao Zedong aveva tra i suoi consiglieri un Brandeburghese. Altri operarono all`interno del governo congolese e addirittura nelle forze armate egiziane.

    ORDINE DI BATTAGLIA

    BATTAILLON BRANDENBURG - DECEMBER 1939
    1. Company
    2. Company
    3. Company
    4. Company
    Motorcycle platoon
    Parachute platoon

    DIVISION BRANDENBURG – FEBRUARY 1943 - MARCH 1944
    Division staff
    Jäger Regiment - 1 Brandenburg
    Jäger Regiment - 2 Brandenburg
    Jäger Regiment - 3 Brandenburg
    Jäger Regiment - 4 Brandenburg
    Tropische Einheiten Brandenburg
    Coastal Raiders Battalion Brandenburg
    Parachute Battalion Brandenburg
    Signal Company Brandenburg
    Independent Companies -
    14.Company
    15.Parachute Company
    Auxiliary Units -
    Lehrregiment Brandenburg z.b.v Nr.800 (Training Regiment)

    PANZERGRENADIER-DIVISION BRANDENBURG - 1944-1945.
    Division Staff
    Panzer Regiment Brandenburg
    Jäger(mot) Regiment 1 Brandenburg
    Jäger(mot) Regiment 2 Brandenburg
    Panzerjäger Battalion Brandenburg
    Artillery Regiment Brandenburg
    Heeres Flak Battalion Brandenburg
    Reconnaissance Battalion Brandenburg
    Pionier Battalion Brandenburg
    Signals Battalion Brandenburg
    Supply Train

    PER SAPERNE DI PIU'


    Passo il tempo cercando gocce di storia, fili di verità e tracce di me stesso.

  2. #2
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Sbalorditivo.
    Un topic/storia eccezionale, non ne ero assolutamente a conoscenza.
    Due cose su tutte mi hanno colpito, oltre a tutto il resto ovviamente, ossia il loro utilizzo per la mancata cattura di Tito ed il fatto che in Afrika si sia reclutato "personale del posto", tutto fuorchè "ariano"....
    Veramente notevole, grazie per aver condiviso con noi questa storia.

  3. #3
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Lo leggo con calma.. per ora grazie
    Gigi "Viper 4"

    "...Non mi sento colpevole.. Ho fatto il mio lavoro senza fare del male a nessuno.. Non ho sparato un solo colpo durante tutta la guerra.. Non rimpiango niente.. Ho fatto il mio dovere di soldato come milioni di altri Tedeschi..." - Rochus Misch dal libro L'ultimo

  4. #4
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Un topic meravigliosamente interessante che mi ha insegnato qualcosa di cui ero all' oscuro. Grazie per avercene parlato così accuratamente!
    A/F 505 PIR 82ND AIRBORNE DIVISION "ALL AMERICAN"
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  5. #5
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Grazie

  6. #6
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    In seno all'unità* venne creata anche un'unità* speciale di cacciatori costieri, i famosi Kustenjäger, che agirono nel Mediterraneo e soprattutto nelle isole greche fino al termine della guerra. Si legga sull'argomento il libro scritto da M.Afiero e Luca Poggiali, edito dalla Editoriale Lupo, in lingua italiana.

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  7. #7
    Utente registrato L'avatar di Andrea58
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Molto interessante, un bel servizio che ci da un'idea di massima delle avventure di questi uomini.
    Homo homini lupus. Draco dormiens nunquam titillandus
    lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al suo fianco Ate uscita infocata dall'inferno, entro questi confini con voce di monarca griderà "Sterminio", e scioglierà i mastini della guerra, così che questa infame impresa ammorberà la terra col puzzo delle carogne umane gementi per la sepoltura.

  8. #8
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Citazione Originariamente Scritto da alfa2004
    In seno all'unità* venne creata anche un'unità* speciale di cacciatori costieri, i famosi Kustenjäger, che agirono nel Mediterraneo e soprattutto nelle isole greche fino al termine della guerra. Si legga sull'argomento il libro scritto da M.Afiero e Luca Poggiali, edito dalla Editoriale Lupo, in lingua italiana.

    Alfa
    Non mi era sfuggito: infatti la cosa è riportata sotto il paragrafo OPERAZIONE BARBAROSSA: "Nello stesso tempo, il "Kustenjäger Abteilung" (letteralmente sarebbe "Battaglione Cacciatori Costieri") compirono alcuni riusciti raids contro installazioni costiere russe sul Mar Nero, nel Baltico e nel Mare d`Azov".
    Passo il tempo cercando gocce di storia, fili di verità e tracce di me stesso.

  9. #9
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Ottimo Marco, un bel topic.
    Un bel racconto, ben raccontato.
    Di Lettow, "l'invitto" ne avevo parlato diffusamente nel topic "il dirigibile L 59..............."
    Complimenti
    luciano

  10. #10
    Collaboratore L'avatar di mirco
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    Re: "BRANDENBURG": i commandos di Hitler

    Nella fase organizzativa dell'operazione " Zeppelin " furono reclutati nei campi di prigioia numerosi russi, provenienti da svariate etnie, ( armeni, caucasici, georgiani, ecc...ecc...) essi furono inquadrati sotto il comando del colonnello Rodionov, costituendo speciali gruppi di combattimento, il più numeroso fu trasportato alle spalle del fronte sovietico per distruggere una grossa base partigiana, l'accampamento risultò abbandonato.
    Rodionov era in realtà un agente dell' NKVD infiltrato ed aveva condotto in trappola il reparto composto da tedeschi ed ex russi, nessuno sopravvisse alla missione.

    Diversi furono i tentativi per assassinare Stalin e la " Brandeburgo " ne fu direttamente coinvolta, interessante è la storia di Savrin, che ora non ricordo bene, vedo se posso rintracciare notizie.

    Altra formazione interessante fu la Sonderverbande " Bergmann" composta da caucasici, specialmente ucraini e da tedeschi provenienti dalla 1° 2° 3° divisione da montagna.
    Su cinque compagnie e comandata dal capitano Helmut Oberlander operò in Unione Sovietica con ottimi risultati.

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