Sarà* perchè oggi è una giornata uggiosa e fa freddo, che vi voglio raccontare la piccola storia di una bimba di nome Angelina Rossi e, come tanti suoi coetanei, anche questa piccola creatura ha vissuto la bufera della guerra.
Notte nera come la pece, che prelude a un`alba livida.
Sagome oblique a carponi con gli sten imbracciati avanzano furtive alla conquista della macchia selvaggia del litorale di Anzio.
Il caporale Christopher Hayes in divisa "Fucilieri scozzesi"
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Il caporale Christopher Hayes, attonito, con il fiato mozzo, è rimpicciolito a ridosso di una siepe.
Ad un tratto, qualcosa di anomalo taglia l`aria.
Il gemito di un animaletto sperduto o preso da una trappola? No, è una vibrazione umana.
Le orecchie del tommie, assuefatte ai boati assordanti della guerra, si tendono a captare il suono gentile.
E` una voce di bimba.
Annaspando nella penombra, ecco prendere forma la figuretta smarrita, sgomenta, di un esserino di cinque-sei anni.
Le lacrime sono a stento trattenute tra le ciglia dei suoi occhi luminosi.
E` uno squarcio di poesia, proiettato chissà* come chissà* perchè nel mezzo di una tra le più macchinose e roventi battaglie del conflitto, lo sbarco ad Anzio e Nettuno il 22 gennaio 1944.
Ha un nome, così almeno risulta dal ricamo bianco che spicca sul nero di un grembiulino sdrucito - Angelina Rossi.
In un impeto di tenerezza, il tommie la prende fra le braccia.
Il fluido della stretta rassicurante, protegge dal freddo della brezza notturna le membra intirizzite e non solo, il messaggio di un`amicizia totale arriva diretto e la disperazione di prima svanisce e il volto di Angelina si illumina del più dolce dei sorrisi.
In una splendida gara d`altruismo, ecco Chris Hayes coinvolgere i commilitoni nell`apprestare le prime assistenze alla piccola, subito adottata come mascotte del gruppo e ribattezzata Angelita.
Latte condensato e qualche biscotto, per prima cosa.
Qualcuno fa uso della propria creatività* improvvisando una bambola con della rete mimetica per elmetti, gli occhi saranno due bottoni di una giacca.
Sulla battigia intanto la guerra continua.
A ondate convulse si rovesciano presso Anzio le enormi forze dei mezzi da sbarco della 1a Divisione inglese del generale Penney.
Un via vai di cingolati, gipponi, cannoni, creano un traffico inverosimile sulla riva, si e no disciplinato dagli uomini della Military Police.
Angelita stupefatta, vive un`esperienza singolarissima, emozionante.
Viene vezzeggiata e nutrita con gli alimenti del rancio inglese, pane – fiocco, uova, pancetta affumicata di prim`ordine, creme di verdura, corned beef, frutta sciroppata, vitamina A, B e C, oltre all`immancabile tè.
Scriverà* anni dopo il caporale Hayes ricordandola "Angelita era felice con noi e noi con lei.
Per nove giorni Angelita gioca e ride con i tommies, ma il 31 gennaio, dopo un pò di tiri di aggiustamento, i tedeschi fanno sentire chiara la voce dei loro cannoni.
La situazione si fa d`improvviso drammatica .
Piovono su Anzio, dall`entroterra colpi di tutti i calibri a migliaia.
Hayes ingoia la propria angoscia e affida la bimba, incurante dei suoi strilli a una crocerossina di Boston.
Un attimo e l`autoambulanza è centrata in pieno da una granata, Angelita giace riversa al suolo, con uno squarcio alla nuca.
Stringendo la piccola tra le braccia, Hayes vaga trasognato in una pioggia di proiettili, è inebetito, disfatto dal dolore, non si rassegna a perdere così brutalmente la sacralità* di quel suo così grande investimento affettivo.
Tutto è morte intorno a lui, del resto falciati dal fuoco tedesco, cadono in breve 25 su 27 i suoi compagni.
Traballando, Hayes va avanti e a Carroceto, nei pressi della stazione ferroviaria di Aprilia, adagia con un ultimo bacio, il corpo esamine di Angelita.
La storia ha un seguito.
Una struggente canzone a lei dedicata dai Marcellos Ferial, strappa la commozione al mondo intero, quasi 20 anni dopo, nel 1963 Christopher Hayes scrive una lettera al sindaco di Anzio, esprimendo il desiderio di rivisitare quel luogo e di rintracciare i genitori o i parenti della bimba che gli morì tra le braccia, ma non si fece avanti nessuno.
Nel 1979, celebrandosi il trentacinquesimo anniversario dello sbarco alleato ad Anzio e a Nettuno, Hayes torna in Italia con la moglie Margareth, da Perth Australia dove vive.
Con il cuore gonfio di commozione, assiste alla posa del monumento ad Angelita, opera in bronzo dello scultore Sergio Cappellini.
E` come nel 1944, il 22 gennaio e la sua Angelita è lì, tra una fuga di gabbiani.
Hayes insieme alla moglie ai piedi del monumento inagurato il 22 gennaio 1979
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