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Discussione: Scapa Flow !

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  1. #11
    Utente registrato L'avatar di Giarabub
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    Re: Scapa Flow !

    La seconda nave è stata successivamente confermato, essere la vecchia portaerei Pegasus, e sarebbe diventato oggetto di una saga lunga nella storia dell`attacco Scapa Flow, a causa della sua sagoma, scambiata per un incrociatore- dando credito alla teoria che Prien non avrebbe potuto essere molto più di un comandante di sottomarini se poteva fare un simile errore elementare di riconoscimento- ma difatti non aprì il fuoco. Inoltre, la Renown, come è già* stato detto, era partito la notte precedente - anche se le fotografie prese dalla ricognizione della Luftwaffe, il 12 ottobre ha dimostrato che la Repulse si trovasse nelle vicinanze. à? altamente probabile che l'equipaggio di U-47, ricevendo e utilizzando queste fotografie come base per il riconoscimento finali, concluse erroneamente che la prima scura, fosse appunto Il Repulse.

    Gli uomini dell U-47 ricevettero l`ordine dei siluri in camera.Alle 0.58 ore, Prien diede il comando per lanciare tutti e quattro i siluri dai tubi di prua, due allla prima "ombra"al nord e due alla seconda a sud. Solo tre dei quattro siluri furono rilasciati, sembrava esserci un problema con il meccanismo di innesco sul tubo quattro. Von Varendorff impostò il cronometro, e gli uomini del ponte attesero con ansia nervosa. Dopo una lunga attesa di circa tre minuti e mezzo, solo una singola esplosione fu sentita. Supponendo che la nave a Nord era stata colpita, Prien diede il comando di inversione all`U-47 convinto quasi che la missione, era fallita.
    All'insaputa di Prien, infatti, il primo siluro aveva colpito la corazzata sud, la HMS Royal Oak, che nel 1916 aveva partecipato alla battaglia dello Jutland, corazzata della lunghezza di 187 metri, con un dislocamento di 29.150 tonnellate. Alle 01,04 (01,05 secondo altre fonti), poi i rapporti indicarono che l'equipaggio era stato scosso, ma non eccessivamente allarmato - a dispetto del fatto che questo primo siluro aveva prodotto un buco di circa dodici a quindici metri di larghezza e tre metri di profondità* a prua di dritta. l'equipaggio della nave britannica, ancora chiaramente sotto la falsa illusione che fossero immuni al sommergibile nemico in quella base, credettero ad un'esplosione interna, non remotissima anchè perchè non poco tempo prima, la corazzata era stata interessta ad un traposrto eccezionale di carri, attribuendo l`esplosione a bordo al biossido di carbonio -. Difatti molti degli uiomini di equipaggio della Royal Oak erano rimasti nelle loro cuccette, fu questa la causa di così elevate perdite.

    Dopo aver atteso un po per la reazione che non ci fù, Prien decise di dare un altro colpo,ordinando all'equipaggio di ricaricare i tubi. I problemi col tubo quattro erano stati risolti. Con i tubi uno, due e quattro a portata di di mano, si rimise in posizione di tiro.
    La distanza dal bersaglio era ora inferiore a 1.500 metri; Prien poteva solo sperare che questa salva sarebbe stata migliore di quella precedente. Tutti e tre i siluri furono "incanalati", destinazione sud, sulla corazzata Royal Oak. L'ordine di "siluri fuori" risuonò, e von Varendorff ancora una volta fece partire il cronometro. Dopo circa tre minuti (01.16 ore), vi furono due esplosioni , centrarono lo scafo della nave britannica lacerandolo, con visibili pennacchi di fumo nero e denso. La potenza di queste esplosioni era stata sentita dagli uomini di U-47 in piedi sul ponte a più di un miglio di distanza. NB. Maggior parte delle fonti concordano sul fatto che non ci fossero due, ma tre colpi: uno è esploso prima poi due quasi simultaneamente.

    Altri cinque minuti dopo (circa 0121) John Gatt, il comandante della barca-posta Daisy II (che giocò più una parte significativa per il salvataggio dei sopravvissuti della Royal), osservò un lampo all'altezza della testa dell`albero e poi ...fumo nero - causati da un'esplosione in un deposito di armi di piccolo calibro . Molto rapidamente la corazzata iniziò ad inclinarsi pesantemente. Non più di un quarto d'ora dopo la corazzata aveva toccato il fondo, portando con sé la vita di 833 marinai, tra i quali l` Ammiraglio Henry Evelyn "Evie" Blagrove, il comandante del 2° Battle Squadron. I riflettori erano tutti accesi, ma dato che nessuno aveva nemmeno preso in considerazione l'idea di un attacco sottomarino, tutte i fari puntavano sui cieli vuoti in una caccia disperata agli aerei tedeschi. E 'stato probabilmente questo il pensiero collettivo da parte dei difensori, fornendo all U-47, l'occasione ideale per fare una rapida fuga.
    In mezzo al caos provocato,l` U-47 doveva ora affrontare il compito di scivolare fuori dalla rada, attraverso il Sound Kirk. A causa del riflusso della marea, in uscita attraverso il percorso a nord in cui l'U-47 era entrato, il passaggio precedente non era più un'opzione praticabile; come risultato l`Obersteuermann Spahr ...non avendo altra scelta, attraverso il canale a sud, tra le blockship Minich e la costa rocciosa dell'isolotto di Lamb Holm. Il compito sarebbe stato abbastanza difficile anche in condizioni climatiche perfette , e ci volle tutta la sapienza di Spahr per guidare l'U-boat in un unico stretto spazio attraverso uno canale poco profondo, in eccesso di dieci nodi.....
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    " "Con simile gente si va in capo al mondo. Occorrerà frenarli, anziché sospingerli in battaglia"”

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