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Discussione: Francesco Agello

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    Francesco Agello

    [center:1f1azvol]Foto ufficiale di Agello, il muso del suo M.C.72 è incoronato di alloro

    [attachment=8:1f1azvol]apertura.jpg[/attachment:1f1azvol][/center:1f1azvol]

    Quanto si legge nelle memorie storiche per l`anno 1934 XIII, illustranti l`attività* del Reparto Alta Velocità* (RAV) di Desenzano del Garda della Regia Aeronautica .
    Pochi fogli protocollo dattiloscritti, oggi conservati nell`archivio dell` Ufficio Storico dello Stato Maggiore Aeronautica e recanti in chiusura timbro e firma del "Il Comandante, Ten. Colonnello Pilota Guglielmo Cassinelli".
    In quelle poche righe è condensato la conclusione di una delle più affascinanti avventure della storia dell`aviazione italiana, la conquista del primato mondiale assoluto di velocità*.
    ""23 ottobre 1934, dalle ore 14,56 alle ore 15,11, il maresciallo Agello Francesco, batte ufficialmente nel cielo di Desenzano del Garda (basi di Moniga e Malerba), il record mondiale di velocità* assoluta per idrovolanti con apparecchio M.C.72 – MM 181 – motore Fiat AS.6 n° 8 MM147, con velocità* media di Km.709,209 orari.
    Il record è stato omologato dalla F.A.I. (Fed. Aeron. Intern.) regolarmente.
    Il precedente record è stato così abbassato di Km. Ora 27,131.
    La velocità* di ognuno dei 4 passaggi sulle basi è il seguente:
    1° passaggio, Km/h 705,882 – 2° Km/h 710,433 – 3° Km/h 711,462 – 4° Km/h 709,444.""


    Visita di Mussolini a Desenzano, sono con lui il col. Bernasconi comandante del RAV e in secondo piano il gen. Valle, allora sottosegretario all'Aeronautica


    [attachment=7:1f1azvol]Mussolini.jpg[/attachment:1f1azvol]

    Fu una storia tutt`altro che tranquilla, che costò fatiche, capitali, vittime e solenni sfuriate anche ad altissimo livello e che sortì dalla competizione che stava opponendo la Regia Aeronautica alla Royal Air Force britannica, per la conquista della Coppa Schneider.
    Una storia che come protagonisti ebbe uomini, macchine, motori spinti all`eccesso e idrovolanti che facevano paura solo a vedersi

    Francesco Agello

    [attachment=5:1f1azvol]Agello.jpg[/attachment:1f1azvol]

    Francesco Agello, nato il 27/12/1902 a Casalpusterlengo, si era brevettato pilota di aeroplano il 19/1/1924 e pilota militare, su un vecchio SVA della Grande Guerra il 13 aprile dello stesso anno
    In data 15 maggio 1928, ai sensi della disp. 10579/20 del 3 maggio era stato assegnato al Reparto Alta Velocità*, la speciale unità* destinata a preparare piloti e idrocora per la Schneider e per i record di velocità* la cui costituzione fu voluta da Italo Balbo all`indomani della batosta che subimmo dagli inglesi alla Schneider del 1927 a Venezia.
    Alto m.1,62, piccolo, esile, era dunque lontano dai canoni estetici del forzuto e virilissimo "uomo fascista", ma era un pilota d`eccezione.
    Infatti a Desenzano il tenente colonnello Bernasconi, aveva intravisto in questo modesto e semplice sottufficiale eccellenti doti nascosti.
    Desenzano fu il teatro di questa avventura che portò Agello ad infrangere primo al mondo il muro dei 700 Km/h, velocità* allora spaventosa e che comunque si approssimava ai limiti degli aeroplani con propulsione ad elica.
    Difficoltà* di ogni genere, ma lo sforzo di volontà* e di irriducibile fiducia dei piloti e dei tecnici si compendia in una solo indicazione, quella dei tentativi effettuati nel 1934 per giungere al risultato, che furono ben 11 dei quali 10 non riusciti.
    Quindi all`undicesimo tentativo arrivò la vittoria.
    Quel pomeriggio del 23 ottobre 1934, era grigio quasi invernale, una sensibile foschia rendeva difficile la visibilità*, il lago si presentava ben increspato e in cielo l`aria era tranquilla e calma.
    La complessa organizzazione per assicurare il primato era pronta, anche il motore dell`M.C.72 era stato scaldato a terra, provato e incappottato.
    Agello prendeva posto che di lì a non molto si sarebbe lanciato nel gran volo.

    L'M.C. 72 nelle acque del Garda a Desenzano

    [attachment=6:1f1azvol]Aereo.jpg[/attachment:1f1azvol]

    Scrive Orio Vergani sul Corriere della Sera, " Con una cresta candida di spume, sollevandosi lentamente con la coda dall`acqua, lanciato in corsa a tutta forza, l`apparecchio si stacca dal lago in 64 secondi e, preso il volo, punta a bassa quota, quasi radendo l`acqua, verso il Garda settentrionale per farsi presto invisibile.
    Percorsi una ventina di chilometri e compiuta la virata, Agello si lancia sul primo passaggio e si butta fulmineo sulla traiettoria delle basi, Agello sa che ogni correzione a quella velocità* sarebbe impossibile.
    Passa su Manerba e un attimo dopo su Moniga, ecco che passa sull`idroscalo diretto verso terra dove, giunto all`altezza di Montichiari dovrà* virare per rivolgere il volo verso nord.
    Il primo passaggio ha segnato 705,882 Km/h.
    Il secondo è più rapido, la traiettoria è straordinariamente esatta.
    Il secondo passaggio segnò 710,433 Km/h.
    Una brevissima attesa, mentre l`apparecchio è lontanissimo oltre Torri sulla sponda veronese.
    Eccolo, vola di nuovo su Manerba e poi su Moniga, passa la raffica rossa, nessuno parla tanta è l`ansia nei cuori.

    La velocità* questa volta è di 711,462 Km/h, la più alta raggiunta da un uomo nel mondo.
    Bisogna attendere ancora il quarto passaggio, che segnerà* questa volta 709,444 Km/h.
    L`ammaraggio a velocità* folle è perfetto e radente.
    Agello sguscia rapido dalla carlinga e si porta lesto sul castello motore.
    Saluta con la mano
    Ha vinto

    Agello portato in trionfo immediatamente dopo la conquista del primato

    [attachment=3:1f1azvol]a spalle.jpg[/attachment:1f1azvol]

    Festeggiato dopo l'impresa

    [attachment=4:1f1azvol]agello festeggiato.jpg[/attachment:1f1azvol]

    La vittoria di Agello fu duplice , perché il 10 aprile 1933 aveva già* strappato agli inglesi, sempre con l`M.C.72 il primato di velocità* era però costata cara in fatiche, spese e vite umane.
    Dei 6 piloti abilitati al pilotaggio di questo idro possente, 3 caddero nel cielo di Desenzano e di essi 2 li uccise proprio il Macchi Castoldi 72.
    Bolidi rossi che nel pilotaggio non ammettevano errori, quei piloti insaccati nella fusoliera, alla stessa stregua dei motori e degli strumenti di bordo e che dovevano decollare faticosamente sulla lunga pista del garda, individuare i traguardi alla massima velocità*, infine rallentare ed ammarare senza rimbalzi, né infilarsi e compiere tutto questo badando sempre ai giri del motore, alla circolazione e temperatura dell`acqua e dell`olio e del carburante e a leggere nell`angusto cruscotto, altimetri, tachimetri, manometri e velocimetri, il tutto senza automatismi.

    Le nozze dell'ardimentoso pilota, con Gianna Manenti, nel Duomo di Crema il 21 novembre successivo

    [attachment=2:1f1azvol]matrimonio.jpg[/attachment:1f1azvol]

    Una piccola sintesi di questo idro.
    Oggi al Museo dell`aeronautica di Vigna di valle, vi è l`unico M.C.72 superstite, che è poi il matricola militare MM 181, proprio quello del record del 1934.
    Un muso lunghissimo con le doppie eliche e dentro quel muso vi è il più potente e complesso motore ad elica mai concepito in Italia, il Fiat AS.6.
    A farlo nascere fu indirettamente il generale Crocco, uno delle più belle menti della scienza aeronautica italiana.
    In qualità* di capo della direzione generale delle costruzioni aeronautiche, all`inizio del 1930, spedì alla Fiat le specifiche relative al motore per l`idrocorsa destinato a gareggiare alla Coppa Schneider del 1931.
    Le specifiche del generale Crocco erano tremende, fra l`altro si voleva un motore con potenza minima di 2.300 cv. aumentabili a 2.800 cv. per tentativi di primato.
    Fu forzato all`estremo la potenza e la leggerezza dei motori, contenendo le dimensioni dell`elica col il raffinato espediente della controrotazione.
    Le specifiche di Crocco furono recepite dall`ing. Tranquillo Zerbi, un autentico mago dei motori avio e fu proprio Zerbi a creare l`AS.6, un mostro a 24 cilindri in linea, formato da due unità* motrici indipendenti accoppiate in tandem, che azionava, con un complicato gioco di alberi a gomiti e di alberi portaelica, le due eliche coassiali controrotanti le quali annullarono la temutissima coppia di reazione dell`elica (quel fenomeno che tende a far imbardare l`aereo nel senso opposto a quello di rotazione dell`elica)

    Tranquillo Zerbi il primo a sinistra, con a fianco De Bernardi

    [attachment=1:1f1azvol]zerbi.jpg[/attachment:1f1azvol]

    L`AS.6 nato per erogare 2.300 cv. giungerà* a darne 3.000 al banco.
    Se a Torino il mago era Zerbi, a Varese alla Macchi il mago era Mario Castoldi , uno dei mostri sacri della progettazione aeronautica italiana.
    Gli idrocora Macchi, dall`M.33 in poi li aveva tutti disegnati lui e quindi progettò l`M.C.72, che avrebbe accolto nel suo muso il Fiat AS.6.

    Mario Castoldi al centro tra due piloti famosissimi, Arturo Ferrarin in tuta, e Mario De Bernardi in borghese

    [attachment=0:1f1azvol]castoldi.jpg[/attachment:1f1azvol]

    fine
    fonte cartaceo cocis49
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