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Discussione: Il monolito di Mussolini

  1. #1
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    Il monolito di Mussolini

    Prendo spunto dalla spilla della Giornata delle due Croci, per raccontare la storia dell`obelisco per il duce.
    [center:2cn5j7ir][attachment=6:2cn5j7ir]spilla.jpg[/attachment:2cn5j7ir][/center:2cn5j7ir]

    E` una colonna di marmo, un blocco immane (il più grande che sia stato tratto in 2.000 anni da quelle montagne ) che il ras di Carrara Renato Ricci volle donare al duce nel 1929, chiamandolo "colonna Mussolini"

    Al tempo che il carrarino Renato Ricci, che era stato uno dei più violenti squadristi toscani, si mise in mente di regalare quella colonna al duce, Carrara era una città poverissima, la sua sola ricchezza era il marmo e la grande crisi del 29 le stava sottraendo anche quella.
    Le tecniche di scavo e di lavorazione, non erano molto cambiate dai tempi della colonna Traiana.

    Il D`Annunzio che aveva visto i cavatori segare a mano i blocchi e sentito lo stridore, ebbe a scrivere " la valle è piena del pianto dei marmi"
    Per i cavatori, un lavoro mortale, fatto per paghe da fame, i paesi sulle montagne (Bedizzano, Bergiola, Miseglia, erano pieni di uomini che avevano lasciato alle cave, un braccio o una mano e, spesso si trattava dei più fortunati.
    Un mondo di sofferenza e povertà , poche cose restavano ai cavatori, nel quartiere del Carrione la sera del sabato, molti si ubriacavano, quando raggiunti dalle mogli perché non spendessero nelle osterie tutta la paga settimanale, si lasciavano trascinare a casa, ma come protesta estrema gridavano "viva l`anarchia"

    Le cave erano assordate dal rimbombo degli esplosivi, i blocchi venivano portati al piano su slittini di faggio, secondo una tecnica vecchia di qualche migliaio di anni.
    I cavatori, anarchici ed individualisti, non amano gli impiegati, la gente dallo stipendio sicuro e meno ancora coloro che portavano una uniforme, fossero pure tranvieri, ancora in tempi recenti la parola "Ventisettista", mantiene a Carrara una sfumatura di disprezzo e l`espressione "lavorare per il comune" è sinonimo di non lavorare.

    Fu senza dubbio un singolare destino che toccasse proprio a questa città l`incombenza di tirar fuori dal monte l`enorme colonna di marmo.
    L`idea al Ricci, era nata nel 1927, ma la ricerca del blocco di marmo "perfetto e senza una venatura", andò per le lunghe.
    Venne trovato infine in una cava chiamata Carbonera, di proprietà del suocero di Ricci.
    Era un blocco di 19 metri di altezza, con una base squadrata di mt. 2,35, il suo peso toccava le 300 tonnellate ed era certamente il più grande che mai fosse stato scavato dai monti di Carrara, sembrava una immensa balena bianca che bisognava trascinare al mare.

    La colonna appena estratta dalla cava Carbonera
    [attachment=5:2cn5j7ir]5.jpg[/attachment:2cn5j7ir]

    Era un tragitto di 11 chilometri, che cominciava a 800 metri di altezza con una lunga e ripida balza, colmata nei secoli dai detriti del monte.
    Perché il monolito non si spaccasse, lo ingabbiarono dentro un enorme cassone, che con le sue 50 tonnellate di legno, le 14 di ferro e i 3.500 bulloni, portò il peso del carico a sfiorare le 400 tonnellate.

    Il monolito ingabbiato
    [attachment=4:2cn5j7ir]1.jpg[/attachment:2cn5j7ir]

    La tecnica per far scendere i blocchi dal monte, era la lizzatura.
    I blocchi venivano imbragati su due tronchi di faggio, fino a formare una slitta, quindi la stessa era assicurata con cavi e caposaldi possenti a "forti" disposti nel monte lungo la via di lizza (i pirri come li chiamavano), veniva mollata a poco a poco in modo che scivolassero su altri legni unti di sapone o di grasso che le venivano poste sotto, trasversalmente.
    Era una tecnica vecchia di qualche millennio e nella sostanza, erano rimasti gli stessi, la sola variante rispetto ai tempi dell`imperatore Traiano, consisteva nei cavi d`acciaio che da qualche tempo avevano sostituito i canapi, rovinando qualche disperato che campava delle cime consunte e degli strefoli che rimanevano intorno ai caposaldi del monte e proprio per questa ragione, su un muro alle cave, era comparsa la scritta "Abbasso i signori che hanno rovinato il mondo con le funi di ferro" .
    Occorreva un certo tipo di grasso e non un altro, il legno delle traverse da mettere sotto alla slitta (i parati) era faggio, tagliato in una certa fase della luna e non in un`altra.

    Le cariche normali, che le squadre di lizza portavano da sempre al piano erano di 20 o 30 tonnellate, quella per il duce però era di 12 o 13 volte tanto e, chiusa dentro al cassone ornato di bandiere e con un ramo di ulivo se ne stava lassù, sul piazzale della Carbonera.
    La mattina del 26 gennaio 1929, giorno di inizio della lizzatura, il Ricci giunse alla Carbonera a cavallo.

    Si tesero i cavi d`acciaio fino a sprizzare scintille, i piri su cui il metallo scorreva si arcuarono nello sforzo, parvero i paranchi spezzarsi e gli uomini trattennero il respiro e i cavi nel tendersi, mandavano gemiti o lo schiocco sinistro delle frustate.
    Le cariche scendevano in un silenzio quasi assoluto, tra ordini dati con poche parole, fischi, frasi di gergo, accenni di cantilene, bestemmie, lamenti del marmo, del legno, delle funi e oltre ai gesti delle squadre di lizza era l`idea della violenza di quella massa cieca e terribile, che ad un minimo errore poteva ribaltarsi o sfuggire.
    Così la colonna Mussolini cominciò a scendere, in quel viaggio lungo 11 chilometri, la trattenevano e la mollavano 18 cavi d`acciaio.

    [attachment=3:2cn5j7ir]3.jpg[/attachment:2cn5j7ir]

    Palmo a palmo, il monolito uscì dalla balza sotto la Carbonera e arrivò al poggio.
    I carri erano ancora di foggia romana, solitamente li trascinavano 6, 10, 16 paia di buoi, ma la colonna del duce ne richiese 36, (secondo alcune fonti, certamente in errore 60).
    Non c`era carro, camion, vagone che potesse portarla e così anche nel piano si dovette andare avanti con il metodo della lizzatura, ma ormai fuori dai monti e dalle loro pendenze, quel lavoro era diventato banale.

    La lunga fila dei buoi che trascinano il blocco lungo la "via del marmo" cioè l'antica strada chiamata "Carriona"
    [attachment=2:2cn5j7ir]6.jpg[/attachment:2cn5j7ir]

    Così 5 mesi dopo l`abbrivio sul piazzale della Carbonera, il monolito raggiunse finalmente il mare dove lo attendeva per trasportarlo a Roma, uno speciale pontone costruito alla Spezia e chiamato "L`Apuano"
    Un arciprete diede la benedizione al marmo, Ricci disse che "un miracolo di titani si era compiuto e che nulla di simile era mai stato fatto neppure ai tempi di "Roma imperiale"
    Le sirene delle navi suonarono, i rimorchiatori si mossero e nella calma piatta del mare, in quel giorno di fine giugno del 1929, L`Apuano e il suo carico marmoreo scomparvero lentamente alla vista.

    Marina di Carrara, giugno del 29, passando su un speciale pontile verrà caricato a bordo di una apposita chiatta
    [attachment=1:2cn5j7ir]4.jpg[/attachment:2cn5j7ir]

    Da Fiumicino, il monolito, risalì il Tevere lentissimamente sfruttando le piene e, quando finalmente lo inaugurarono nel luogo in cui è ancora oggi (molto più tardi nel marzo del 1933), il più grande blocco marmoreo che mai sia venuto alla luce dalle viscere della terra, è costato lire 2.343.792,60, oltre a mezzo milione per la cuspide di oro puro di Kg. 32, indispensabile per proteggerlo contro le insidie del tempo.
    Nella terra che gli aveva fatto un simile dono, il duce non venne mai, i federali, i gerarchi non ebbero neppure la soddisfazione di alzargli in città un monumento, un busto qualsiasi.

    Carrara rimase come era sempre stata, poverissima, con i troppi morti alle cave, il troppo vino del sabato sera, i ragazzi delle famiglie più umili che entravano d`inverno nel palazzo delle Regie scuole elementari "Aurelio Saffi " con gli zoccoli di legno del patronato scolastico, con il ricordo dell`anarchico Gino Lucetti che tre anni prima era tornato a casa dalla Francia per sparare al duce, con i "sovversivi" più innocui, dentro e fuori dal carcere ad ogni passaggio del treno reale, con gli industriali e i fascisti orgogliosi di aver donato a Roma "il segnacolo imperituro di un`epoca " come scrisse "Il Popolo Apuano"

    Ancora oggi al Foro Italico
    [attachment=0:2cn5j7ir]7.jpg[/attachment:2cn5j7ir]

    fine fonte cartaceo cocis49
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    luciano

  2. #2
    Utente registrato L'avatar di cipolletti vincenzo
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    Re: Il monolito di Mussolini

    la cuspide in oro e' ancora li' ?

  3. #3
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    Re: Il monolito di Mussolini

    Non l'ho mai visto. Dove si trova?

  4. #4
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    Re: Il monolito di Mussolini

    Citazione Originariamente Scritto da cipolletti vincenzo
    la cuspide in oro e' ancora li' ?
    Domanda interessante, ma alla quale non so darti risposta

    Citazione Originariamente Scritto da serlilian
    Non l'ho mai visto. Dove si trova?
    Come dicevo si trova al Foro Italico.
    Il Foro Italico, che originariamente si chiamava Foro Mussolini, è un vasto complesso sportivo che si trova alla base di Monte Mario a Roma.
    Cartina, esso si trova in corrispondenza della lettera "A"
    [attachment=0:h1uzxgoh]foro.gif[/attachment:h1uzxgoh]
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    luciano

  5. #5
    Utente registrato L'avatar di silent brother
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    Re: Il monolito di Mussolini

    C'è un dvd molto interessante dal titolo "La Roma di Mussolini", dove, tra gli altri, si vedono i filmati originali di questa impresa.
    Alla faccia della "scheggia" di storia, Luciano
    DANIELE
    "Ad unum pro civibus vigilantes"

  6. #6
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    Re: Il monolito di Mussolini

    Che cosa curiosa, grazie Luciano

  7. #7
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    Re: Il monolito di Mussolini

    La cuspide in oro è ancora al suo posto, ma si è sempre parlato di oro zecchino, Recentemente è stato ristrutturato e pulito. Ovviamente la scritta non è stata ripassata e marcata, ma almeno non è stato smerigliato come si temeva all'atto dei lavori. E' posto all'ingresso del Foro Italico, Ex foro Mussolini, e precede un viale coperto di mosaici, ora molto rovinati, raffiguranti armi, attrezzi agricoli e altri disegni allegorici.
    Ai lati vi sono dei monoliti con scritti, fatti ed eventi del ventennio. Alla fine lo stadio olimpico...
    Saluti

  8. #8
    Utente registrato L'avatar di Giarabub
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    Re: Il monolito di Mussolini

    qualche foto della zona in questione sono qui..

    viewtopic.php?f=14&t=2395&start=1675
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    " "Con simile gente si va in capo al mondo. Occorrerà frenarli, anziché sospingerli in battaglia"”

  9. #9
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    Re: Il monolito di Mussolini

    Bravo Cocis! Mi è piaciuto sto topic!
    Il campo di fango di Rovigo, coi pali delle porte più alti del mondo,fatti apposta per farti prendere paura. (Marco Paolini)

  10. #10
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    Re: Il monolito di Mussolini

    Grazie a tutti per aver gradito questa storia
    Una buona cosa Curioso , non lo sapevo e non ci avrei scommesso.
    Molto bella quella foto aerea Giarabub
    luciano

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