materiale da fine del mondo
giancarlo
materiale da fine del mondo
giancarlo
Innanzitutto si tratta di un busto (il mezzobusto è quello del giornalista televisivo).
Il copricapo è un cappello da Carabiniere coin fodera antiriflesso.
Lucerna è una denominazione impropria.
Il revolver mod. 89 (comunemente detto Bodeo dal nome dell'armaiolo Carlo Bodeo che brevettò il meccanismo e le modifiche di semplificazione per il revolver mod. 74) rimase in dotazione a molte truppe di II^ linea, alla Regia Polizia e alla R.Guardia di Finanza anche durante la guerra.
Per quanto riguarda l'Arma invece, seppur il contingente impiegato nella campagna in A.O.I. era ancora dotato di revolver, tra il 1937 e il 1939 fu completata la distribuzione delle pistole semiautomatiche mod. 34 in cal. 9 corto anche ai militari dei battaglioni mobili.
Pare che gli ultimi ad essere interessati alla sostituzione furono i Carabinieri del Reggimento a cavallo ma, anche loro, prima dell'entrata in guerra avrebbero dovuto essere dotati della pistola semiautomatica.
Per cui la composizione raffigurata, seppur fantastica nella analisi e valorizzazione di ogni singolo pezzo, non è coerente.
L'utilizzo di cappello da carabiniere con telino antiriflesso (qui fregiato con fregio da berretto a busta utilizzato anche per il telino) dovrebbe rientrare nei territori extranazionali e bellici (ad esempio nella campagna di Francia del 1940).
Parimenti l'utilizzo della giubba che doveva venir abbinata a camicia grigioverde e cravatta nera piuttosto che al maglione a collo alto.
La bandoliera in cuoio grigioverde era comune all'Arma (che la utilizzò anche nel dopoguerra) ma dovrebbe essere abbinata alla fondina bivalente (da bandoliera e cintura) per pistola semiautomatica).
Seppur non ritenga impossibile l'uso della fondina da revolver illustrata, evidenzio che però l'Arma inoltre utilizzava in epoca precedente una fondina per revolver specifica che era chiusa da un piolo metallico anzichè dal cinturino inserito nella maglietta quadrangolare.
Quest'ultimo tipo di fondina era destinata agli altri reparti.
db
Tutto molto bello. L'unica cosa che rivedrei (personalmente si intende) è quel maglioncino a collo alto, variante che ignoravo completamente.
" Usi obbedir tacendo e tacendo morir....."
amo le STORIE di quelli che non hanno fatto la Storia.
Il film si intitola "Appuntamento ad Ischia" di Mario Mattoli ed è del 1960...
Vedi: Appuntamento a Ischia - Wikipedia
Nel dopoguerra i materiali erano eterogeni sia per le Forze Armate che per le Forze di Polizia. E non parliamo dei Corpi Armati dello Stato e per le Vigilanza di Enti decentrati. Per quanto riguarda le armi corte, l'Esercito e l'Arma dei Carabinieri (che faceva parte dell'E.I.) avevano in dotazione la Beretta 34 in calibro 9 corto che portarono da lì a molti anni ancora. Il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza invece venne equipaggiato con le Beretta 34 in calibro 9 corto (ad esempio Polizia della Strada) e le 35 in calibro 7,65 (Uffici della Questura e dei Commissariati, Polizia Ferroviaria, Polizia Postale). A talune squdre investigative furono assegnate Beretta in calibro 6,35 e addirittura revolver italiani prodotti a Brescia in calibro 7,65 oppure in 320. Il Corpo della Guardia di Finanza fu ancora più eterogeneo poichè per tutti gli appartenenti convivevano pistole semiautomatiche Beretta in calibro 9 corto e in calibro 7,65 (credo Beretta 35 ma non mi stupirei se nel mezzo ci fossero state anche 17 e 22) e revolver modello 1889 delle quali la maggior parte risultava prodotta o modificata dalla Bernardelli.
La stessa sorte toccò al rinnovato Corpo Forestale dello Stato anche se lì sembra che sin da subito si optò per la pistola semiautomatica Beretta in calibro 7,65 mantenendo fino a tutti gli anni '80 la modello 35.
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