Interessante testimonianza. Senza fare del revisionismo mostra che anche i vincitori, erano stati trasformati dalla guerra in bestie.
Interessante testimonianza. Senza fare del revisionismo mostra che anche i vincitori, erano stati trasformati dalla guerra in bestie.
what doesn´t kill you, makes you stronger.
viking280177@yahoo.de
visitate il mio museo alla pagina FB: http://www.facebook.com/#!/groups/548572035176664/
Gli esempi si sprecano, ma è una verità* destinata ancora a rimanere sepolta a lungo...
La storia e' scritta dal vincitore, anche se chi vince e' un pezzente ha vinto e scrive.
Con i francesi gli abbiamo dato una pugnalata alle spalle, per cui si saranno sentiti in dovere di restituire il tutto senza mezzi termini. Sono in contatto con diversi Italiani che sono passati dalla prigionia francese in Tunisia dopo il 13 maggio 1943, le barbarie e torture ricevute dai soldati dei reparti coloniali, sotto lo sguardo dei superiori "bianchi" francesi fanno rabbrividire.
Un reduce di Arezzo, ancora oggi, non puo' sentire una parola in francese, ricordo di due mesi di amministrazione coatta francese, prima di essere trasferito in USA.
Chi e' dalla parte del vincitore scrive la storia e si puo' permetterre anche l'inammissibile.
Russi e francesi erano concordi nell'eliminare 50.000 ufficiali tedeschi a guerra finita, per garantire la pace futura, gli americani notata la furia di Churchill proposero di ridurre il totale, ma Churchill intransigente blocco' urlando il tutto.
E sua la frase
In war resolution
In defeat defiance
In victory magnanimity
In peace goodwill
Insisti e Resisti
I prigioneri italiani dai Francesi furono trattate duramente (secondo una" superoirita etnica"), nei campi, il trattamento era similo di quello dei prigioneri russi in Germania.
Lavorarano duramente sulla linea Fes-Meknès, per il rappatrio in Italia, i Francesi esigevano l'utilisazione delle nave civile italiane che non esistavano più.
Nordafrica 1943 ass. Toppa Club
http://www.livresdeguerre.net/forum/suj ... sujet=1480
ALEX
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Eravamo 3O d'una sorte, 31 con la morte. G. d'Annunzio
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