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Discussione: Lanciafiamme italiani 1^GM

  1. #11
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    Buonaserata a tutti.
    In questo topic stà* venendo fuori una cosa sublime.
    Un mio modestissimo contributo alla conoscenza storica ed all'utilizzo da parte dei contrapposti schieramenti senza soffermarmi sui modelli utilizzati in quanto documentati benissimo dagli altri partecipanti al topic.
    Si deve giustappunto attribuire ai tedeschi il primo utilizzo contemporeneo di questa arma. Fu utilizzato per la prima volta sul campo di battaglia ad Hooge in Francia sul fronte delle Fiandre il 30 luglio 1915 ed primi a subirne gli effetti furono le truppe inglesi del 7 KRRC (Royal Rifle Corps) che nella battaglia persero 31 ufficiali e 751 militari di truppa. L`invenzione di quello che potremmo definire l`antenato del lanciafiamme è invece attribuibile al quinto secolo dopo Cristo dove nelle guerre di allora comparvero dei particolari tubi riempiti di carbone e zolfo i quali dati alle fiamme venivano catapultati contro il nemico.
    L'esercito tedesco sembra avere utilizzato principalmente due modelli dei lanciafiamme, uno grande ed uno piccolo, entrambi sono stati sviluppati e perfezionati dall`ingeniere Richard Fiedler. Il più piccolo, ( il Kleinflammenwerfer ) è stato progettato per uso portatile, e trasportato da un solo soldato. Usava per funzionare l'aria e l'anidride carbonica o l'azoto pressurizzato insieme ad un getto a pressione di olio combustibile. Il più grande ( il Grossflammenwerfer ), funzionava seguendo lo stesso principio ma era contaddistinto da scarsa mobilità* e pertanto veniva utilizzato principalmente in postazioni fisse.
    L`utilizzo dei lanciafiamme da parte tedesca divenne nel tempo abbastanza generalizzao nei settori più importanti del fronte. Con l`affinamento delle tecniche di combattimento e con l`avvento delle Stosstruppen (le Sturmtruppen germaniche) che dal 1917 furono riorganizzate in compagnie o battaglioni i lanciafiamme trovarono la loro collocazione tattica. Questi battaglioni disponevano di tre compagnie assaltatori ed una compagnia mitraglieri dotata di 6-12 mitraglie pesanti tipo MG08. Inoltre possedevano un reparto mortai (4 minenwerfer) - un reparto trasmissioni radio ed un un apposito reparto lanciafiamme.
    I Britannici, non da meno si adeguarono ed autonomamente progettarono i loro propri modelli che il 01.07.1916 in occasione dell`inizio dell`offensiva della Somme utilizzarono in quattro esemplari del peso di due tonnellate ciascuno, modelli poi perfezionati rendendoli di pari portatilità* di quelli germanici.
    I francesi svilupparono similmente un loro lanciafiamme individuale portatile in una configurazione superiore al modello tedesco che fu usato intensamente durante tutto il 1917-18.
    Sembra siano stati lanciati dalle truppe tedesche durante la guerra piu di 650 attacchi con lanciafiamme, nessuna statistica ho ancora individuato per gli attacchi francesi e britannici

    LA PROPAGANDA FRANCESE:

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    LA STAMPA TEDESCA:

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    MODELLI FRANCESI IN AZIONE:

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  2. #12
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    Grazie Mauro per avermi ricordato la precisazione, ottimo ora me la ricorderò! anche le sezioni sa dov'erano incredibile!
    Buona la precisazione anche sulla seconda foto, almeno non scrivo castronate!! eheh!
    Si l'idea per il bollettino mi rimballava nella testa vuota da un po di settimane se volete sono ben felice di collaborare, ovviamente anche con Walzi o altri, in effetti un po di foto ci sono, manca molto per la parte au e tedesca, (ammesso e non concesso che questi ultimi abbiano effettivamente utilizzato i lanciafiamme sul nostro fronte) una scappata da un paio di amici per fotografare i completi in amianto da scavo (giacca, guanti e cappuccio) probabilmente comparsi al fronte verso la II° metà* del 17, gli esemplari trovati venivano dalla zona Faiti in quel periodo sede di grossi scontri per lo sfondamento del ciglione carsico settentrionale in direzione del Crn Hribac e del Trstli.
    Altra documentazione fotografica da allegare è sicuramente la giacca di Dominioni (che in tale periodo proprio con le sezioni lanciafiamme non era lontanissimo dal Faiti in quanto dislocato a Castagnevizza) conservata al museo di Gorizia dove appare il famoso drago fiammeggiante, distintivo di specialità* mai portato in linea però in quanto se pescati con tale distintivo subito passati per le armi !!
    Cerco "avidamente" copricapi italiani, soprattutto Alpini, ed austro-tedeschi fino al 1945 nonchè foto italiane e austriache della Zona Carnia, Alto Isonzo e occupazione austro tedesca del Friuli I° guerra mondiale, foto Alpini divisione Julia e occupazione tedesca Friuli fino al 1945.

  3. #13
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    [:77][:136][:22][:90][:77][:136][:22][:90]

    Non ho commenti in merito, ho visto il post solo adesso! complimenti a tutti, non c'è che dire...
    Denis

  4. #14
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    Salve,
    bellissima le foto di Lafitte a cui faccio i complimenti anche per l'avo flammiere!
    Interessanti anche le foto/cartoline di warzorzi ed il suo contributo scritto. A questo riguardo devo però precisare che la data di primo impiego bellico dei lanciafiamme nella grande guerra, da parte dei tedeschi, a me risulta essere quella del 25 febbraio del 1915, nella foresta di Malancourt, contro i francesi e non contro gli inglesi. Il successivo attacco, quindi il secondo, è quello descritto da Walzorzi.
    Citando per corretezza la fonte, e cioè la rivista specializzata "Panorama Difesa", vorrei aggiungere le seguenti informazioni:
    il liquido infiammabile era composto da una miscela d'olio leggero di catrame e di petrolio, le cui proporzioni variavano col variare della temperatura esterna. Nei climi eccessivamente freddi si aggiungeva alla suddetta miscela un'essenza tipo benzolo. Durante il getto, che si accendeva a 20 metri dall'apparecchio si creava una zona di fuoco di circa 30 metri di ampiezza ed una zona di calore di ben 90 metri (altro che scottature solari!)Il liquido lanciato poteva essere acceso con razzi o col lancio di bombe a mano incendiare (tipo Carasco), salvo per l'apparecchio DLS che era ad accensione automatica. Un impiego poco conosciuto e secondario dell'apparecchio Hersent-Thiriont era quello di generare gas asfissianti, ottenuti mescolando al liquido infiammabile una soluzione di cloro e bromo che sotto l'effeto del calore si trasformavano in gas mortali (insomma: o arrostito o avvelenato).
    In un istruzione del Ministero della Guerra del 1916 veniva riportato anche un possibile impiego dei E.T. da bordo di autoblindo! Nei modelli portatili (tipo Schilt) l'accensione avveniva mediante stoppino acceso e fissato all'estremità* di un bastoncino di ferro, oppure mediante un razzo a strappo montato sulla stessa lancia. Per la protezione del soldato incaricato della manovra della lancia venne adottato uno speciale scudo tipo Lowy (chi ha qalche foto?), dotato di feritoia a cavalletto che consentiva il brandeggio del tubo di lancio per 12° sul piano orizzontale e per 60° in senso verticale.
    Alcune curiosità*: tra gli accessori del lanciafiamme vi erano lampade a benzina da saldatore per l'accensione del getto in posizioni difensive, scatole di latta per fiammiferi a vento, indumenti di stoffa amiantata ed una prolunga di 15 metri per il tubo di collegamento tra lancia e serbatoio.
    Nell'impiego dei lanciafiamme da posizione tipo Schilt1 bis i ricoveri di protezione dei serbatoi venivano scavati lontano dalla trincea dove operava il soldato addetto alla lancia, sfruttando la lunghezza del tubo, ciò non era possibile con il modello medio 2 dato che il tubo misurava solo 5 metri, per la manovra di questo modello erano necessari tre uomini di cui uno meccanico. Tutti gli apparecchi Schilt da posizione erano a geto continuo di liquido, ma verso la fine della guerra era in corso l'adattamento per ottenerne l'intermittenza.
    Il primo modello portatile impiegato dal regio esercito fu lo Schilt 3 a getto continuo senza accensione automatica, che venne però subito abbandonato a vantaggio dello Schilt 3 bis a getto intermittente, sempre senza accensione automatica. Il funzionamento ad intermittenza era un requisito fondamentale per assicurare l'accensione istantanea del getto in ogni condizione d'impiego, qualunque fosse l'intervallo tra un'emissione e l'altra.
    Il primo apparecchio nazionale, denominato semplicemente "italiano" differiva dallo Schilt 3bis sostanzialmente per la presenza di un doppio serbatoio del liquido (occhio Mauro!)e per la presenza di un congegno per l'accensione automatica, costituito da una spugnetta di platino che veniva arroventata da un getto di Idrogeno contenuto in una piccola bombola fissata parallelamente alla lancia.
    Il lanciafiamme "italiano" modificato tipo DLF a getto intermittente con o senza accensione automatica, fu considerato il migliore fra tutti gli analoghi apparecchi in uso presso i vari eserciti durante la prima guerra mondiale. Il modello DLF era privo di ridutore di pressione per la regolazione dell'intensità* e della durata del getto infiammato, disponeva di un unico serbatoio di liquido e poteva essere usato anche senza bombola d'aria compressa, una volta che questa si era scaricata; il liquido nel serbatoio infatti, dopo avere stacato la bombola d'aria compressa, rimaneva in pressione utile fino a 24 ore. Un altro vantaggio era rappresentato dalla possibilità* di funzionamento in posizione orizzontale, con il portatore disteso a terra.
    Gli apparati portatili venivano impiegati di preferenza durante gli assalti contro nuclei nemici isolati che si ostinavano a resistere, contro nidi ed appostamenti coperti per mitragliatrici e più in generale per snidare truppe avversarie da ricoveri e trincee, generando fumo soffocante, causando ferite mortali e appiccando fuoco ad abiti, tavole, sacchetti a terra e ai paletti dei reticolati.
    Per il successo dell'azione era determinante ottenere l'effetto sorpresa, in quanto l'impiego dei lanciafiamme aveva una notevole influenza sul morale delle truppe e la semplice apparizione dei getti di fiamma era sufficiente a provocare la resa dei difensori. L'impiego dei lanciafiamme aveva però anche limiti dovuti al fatto che questi non potevano operare isolati, ma dovevano sempre operare in stretto legame con nuclei di fanteria che li proteggessero con il fuoco delle mitragliatrici e con il lancio di bombe a mano e di artifizi fumogeni.
    In considerazione della breve durata del getto gli apparati Schilt 1 e 2 venivano impiegati in coppie, in modo da avere sempre un apparato pronto e l'altro in ricarica. Gli apparati Hersent-Thiriont, dotati di maggiore autonomia , venivano impiegati isolatamente oppure protetti da due Shilt. Per conseguire effetti importanti gli apparecchi da posizione dovevano agire a massa, con numerosi lanciafiamme schierati in linea a circa 50 metri l'uno dall'altro. Sulle linee avanzate venivano schierati in preferenza gli Schilt, mentre gli H.T. erano preposti alla difesa di posizioni più arretrate e difensive. Solo in condizioni particolarmente favorevole, quando la distanza dalle trincee nemiche era molto ridotta ed era possibile schierare in posizione avanzata gli apparecchi senza farsi notare dal nemico, i lanciafiamme da posuizione potevano concorrere ad azioni offensive.
    Per il movimento di una sezione pesante-mista occorrevano fino a 6 autocarri Fiat-15 Ter, mentre per il trasporto in trincea si ricorreva ad una coppia di muli.
    Durante la guerra i soldati del genio addetti ai lanciafiamme parteciparono a nuimerosi fatti d'arme, meritando complessivamente 8 medaglie d'argento al valor militare e 17 di bronzo; si contarono 17 caduti tra gli ufficiali e 73 tra sottufficiali e truppa. Uno dei principali combattimenti a cui presero parte i reparti del genio lanciafiamme fu quello del 28 giugno 1916 nel settore di Monfalcone, dove 5 apparecchi Schilt portati coraggiosamente fuori dalle nostre linee operarono contro camminamenti e sbarramenti nemmici, permettendo alla fanteria di occupare le linee avanzate e catturando 380 prigionieri. Il 18 maggio 1917 nel settore della brigata Lambro
    due apparecchi H.T. e tre Schilt schierati a difesa del fortino di Casa Diruta, presso Gorizia, respinsero un contrattacco nemico in forze, nonostante che il fuoco di artiglieria nemico di preparazione avesse ridotto la difesa italiana a una sola pistola mitragliatrice ed alcuni fucilieri, il fuoco dei lanciafiamme fermò le ondate d'assalto austriace.
    Infine, l bolletino del Comando Supremo del 27 maggio 1918 citò i servizi resi da alcune valorose sezioni lanciafiamme spalleggiabili della terza armata che operavano con Reparti d'Assalto.
    Bene questo è tutto, chiedo scusa per la lunghezza del testo ma credo fosse necessario completare le frammentarie informazioni circa il modo d'impiego di queste particolari armi.
    Penso che l'amico Lafitte possa trovarvi sufficienti spunti, notizie ed immagini per il suo articolo e se qualcuno volesse publicare anche un'immagine del fregio dei Reparti Lanciafiamme italiani (io purtroppo non ne ho []), sarebbe la classica ciliegina...
    Saluto tutti.
    Dimonios

  5. #15
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    Ottimo topic, apprezzo la competenza degli scriventi! (io mi escludo) Purtroppo il fregio da braccio non ce l'ho neppure io quelli visti erano sempre ricamati su grigioverde scurissimo non databili con precisione e sicurezza effettivamente alla I guerra. A rigor di logica credo esistano anche i numeri da spallina per le sezioni lanciafiamme se non ricordo male!
    A proposito nessuno ha mai visto una Carasco dal vivo? Sicuramente esisteva (si trova spesso raffigurata in foto di propaganda dell' epoca) ma che io sappia sul campo non è stata mai trovata purtroppo, si tratta di una bella bestia, grande più o meno come un termos, non dovrebbe passare inosservata!
    Rari anche i ritrovamenti di PI (petardi incendiari) più comuni i Lafitte al fosforo, interessante la notizia che venivano utilizzati per l'accensione dei liquidi infiammabili
    Cerco "avidamente" copricapi italiani, soprattutto Alpini, ed austro-tedeschi fino al 1945 nonchè foto italiane e austriache della Zona Carnia, Alto Isonzo e occupazione austro tedesca del Friuli I° guerra mondiale, foto Alpini divisione Julia e occupazione tedesca Friuli fino al 1945.

  6. #16
    Utente registrato L'avatar di mauro
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    ciao a tutti! inserisco qualche fregio da flammiere: premetto che di originali
    se ne conoscono 6, tra i quali quello del Museo di Gorizia ex PCD e quello di Rovereto che assomiglia molto a quello della tavola del Panzera che allego sotto.
    Gli altri sono in collezioni private e per ora non sono pubblicabili, ovvio che sicuramente ce ne saranno altri,
    ma allo stato attuale delle cose io non li conosco....[]
    per cui ogni aiuto è utile!
    Per le produzioni posteriori alla prima g. il discorso è un po' complicato... in ogni caso sono riconoscibili per la
    tipica fattura, comunque stiamo parlando di fregi piuttosto rari
    per cui è sempre molto difficile dare dettagli incontrovertibili.

    Tavola del Panzera 18.12.1986

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    museo di Rovereto

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    Dalla giubba di PCD, museo di Gorizia

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    Unici, mitici, inarrivabili numeri di compagnia tratti dalla giubba di PCD

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    Come falsi esiste anche una repro di quello appartenuto a PCD, ben fatto ma distinguibile
    Falsi

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    p.s. mai viste Carasco, erano di lamierino sottile...
    ciao
    mauro

  7. #17
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    Sul vecchio libro in Italiano sulle Truppe D'Assalto Austroungariche ci sono svariate belle foto di Austriaci e Tedeschi in eseritazione con il Flammen, mi pare sull' Ortles ma mi ricordo sicuro male.

    ciao
    T
    Cerco tutto cio' che riguarda la 24 SS-Div. "Karstjäger", il libro "Bandenkampf" originale di Bosgard-Schneider, tutto riguardante la Lotta alle Bande nell'OZAK e tutto su Sturmtruppen / Mazze Ferrate

  8. #18
    Utente registrato L'avatar di mauro
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    ciao T!
    Scusa ma che libro è ??
    ciao!
    Mauro

  9. #19
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    Riapro il topic con un modestissimo contributo, che più che altro è una domanda visto che di lanciafiamme non so nulla.
    Riguardando questa foto di militari tedeschi della prima mi sono accorto di una bombola coperta da un telo e annesso manometro.
    Cosa sarà mai? Bombolone per gas asfissiante, bombolone per ossigeno o bombolone per lanciafiamme?
    Forza e auguri di buon anno.



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    Contrairement a beaucoup, entre la graisse d’armes et la vaseline, je préfère la graisse d’armes

  10. #20
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    Ciao Flombardi
    la bombola che segnali coperta da telo e con manometro in vista dovrebbe essere una bombola ad aria compressa dei "luftminenwerfer" che tradotto in italiano significa letteralmente lancia bombe ad aria compressa.
    Erano in uso nella grande guerra sia nell`esercito tedesco che in quello austro-ungarico.
    Esistevano nei calibri da 80 mm a 150 mm e come arma da trincea avevano la grande praticità* di non emettere rumore allo sparo e soprattutto non produrre fumo rendendo così difficilmente individuabile la posizione di lancio.

    Ecco come era l'arma:

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    Questo è un quadro manometro di un luft da 120 mm recentemente rinvenuto in una soffitta da un mio amico e restaurato. Si vede il rubinetto centrale per il bombolone ed i due laterali che trasmettevano pressione a due distinte armi. In alto due morsetti di riserva per i tubi mobili

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    Ciao
    HANDE WEG VOM LAND TIROL

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