INFAMI forse è pocoOriginariamente Scritto da Alpino X
INFAMI forse è pocoOriginariamente Scritto da Alpino X
nascar
sono senza parole ma come si fà* ad arrivare a tanto , che schifo mi fanno questi ladri dissacratori
E basta ?Originariamente Scritto da coloniale
Non voglio dire cosa gli farei io.
Spero vivamente che nessuno di noi compri la refurtiva.
Ciao
Michele
My site : http://www.deutsche-erkennungsmarken.it
Rubano i cavi di messa a terra dei lampioni e vi meravigliate se prendono delle medaglie d'oro?
C'è caso che a quest'ora siano diventate un'unico lingotto....
Io (ne) ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione;
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire. (Blade Runner)
scusate tanto ma non e' limitativo per certa gentaglia usare il bastone sulle mani?........
no, niente prigionieri, il termine prigionieriper me significa che prima di esserli sono stati avversari a viso aperto mentre chi ha eseguito il furto mi ricorda tanto una certa cosa che sta per terra e qualche volta calpestiamo.........
speriamo solo che qualcuno cui venissero offerte le medaglie abbia gia' letto gli interventi su questo forum
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i vecchi soldati muoiono solo quando vengono dimenticati...
Si, dev'essere proprio quel labaro...Originariamente Scritto da Alpino X
Oggi a Cargnacco c`era la commemorazione della battaglia di Nikolajewka.
Il campo di fango di Rovigo, coi pali delle porte più alti del mondo,fatti apposta per farti prendere paura. (Marco Paolini)
All'ignoto ladro e/o ricettatore,
non ti parlo, ma ti disprezzo dal più profondo del mio cuore.
Se ti ritieni degno, ma non lo sei, leggi e forse capirai il significato di quel LABARO insignificante per te, ma carico di enormi ed ineguagliabili sacrifici, patiti da tanti, troppi giovani italiani deceduti in terra di RUSSIA
ALLA MADRE DI UN DISPERSO
Permetti a me, reduce dai campi di prigionia di Russia, dove tuo
figlio mi è stato fratello nel dolore, di chiamarti con il santo nome
di madre.
Permettimi di parlarti di lui; ha diviso con me la fame, la sete, la
stanchezza e il morbo mortale delle epidemie.
Io tremo nel parlarti, madre di un fratello disperso; le mie parole
esitano di fronte al tuo dolore...... Ma in me, sopravvissuto a quella fame
che toglie la ragione, a quella sete che fa leccare l'alito condensandosi
sul ferro di una grata, a quella stanchezza che fa cadere sfiniti sulla
neve con la certezza di non rialzarsi più per proseguire l'interminabile
cammino, a quel freddo che gela tutto ciò che è fermo, uomini, animali,
cose, irrigendoli in una morsa implacabile che solo i venti tiepidi della
primavera avranno il potere di sciogliere; in me, risorto dal cumulo
dei morti, stesi sul grande catafalco di una immensa cella mortuaria;
in me, ritornato vacillante e incerto alla vita; in me non c'è ombra
dell'odio.
Le mie sono parole di un figlio verso colei che dona la vita, verso
colei che attende la sua creatura, carne della sua carne, concepita e
allegata nell'amore, ragione della sua vita.
In nome di questo amore, madre di un fratello disperso, io ti porgo
la mia scarna mano di reduce.
Madre santa nel tuo dolore, vieni e parliamo con lui. Ascolta le sue
parole; sono le stesse che io udii dalle sue labbra allora; erano per te,
come ora, piene di amore: "Riposerò più sereno se saprò che tu,
mamma, troverai la via per rassegnarti al dolore del mio mancato ritorno!..."
In questa speranza, in questa certezza i suoi occhi si erano illuminati
allora, nel ricordo di te, che gli avevi donato la vita che egli stava
offrendo, lontano da te, senza un lamento, alla grande madre comune:
la Patria!
Le hai udite, vero madre, le sue parole? Le hai udite?
Stringi, madre, la mia povera mano; senti nel suo tremito che è
la mano di un figlio che ti vuole bene, di un figlio che è tornato perchè
tanti suoi fratelli sono morti, per parlarti di lui che hai tanto atteso,
perchè un caldo raggio d'amore giungesse da lui sino al tuo cuore.
(uno dei pochi che ritornato dalla prigionia)
Se hai letto e non capito, rileggi di nuovo e forse capirai l'importanza di quel LABARO che deve assolutamente ritornare nelle mani tremoranti di quel povero reduce consegnatario di tale enorme fardello.
Ti ringrazio, ho partecipato anch'io stamattina alle commemorazioni organizzate dalla mia sezione ANA.Originariamente Scritto da ado
<<< Nec videar dum sim >>>
Perchè, le medaglie sono vere? Se è così "erano" è il tempo giusto.Originariamente Scritto da Centerfire
Homo homini lupus. Draco dormiens nunquam titillandus
lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al suo fianco Ate uscita infocata dall'inferno, entro questi confini con voce di monarca griderà "Sterminio", e scioglierà i mastini della guerra, così che questa infame impresa ammorberà la terra col puzzo delle carogne umane gementi per la sepoltura.
Da Gazzettino.it Cronaca Nazionale di Domenica 23 Gennaio 2011
Rubato il labaro dell`Unirr Fvg: pezzi di memoria e onore che finiranno nei mercatini.
Gennaio funesto per gli alpini, quello del 2011. Nel giorno in cui si celebrano le esequie in forma privata in Sardegna del caporal maggiore Luca Sanna, ucciso in Afghanistan, dal Friuli Venezia Giulia, terra che la giovane penna nera aveva scelto per vivere insieme alla moglie, giunge la notizia di un furto di sacre memorie di alpini morti nella campagna di Russia.
à? scomparso, infatti, il labaro dell`Unirr, l`Unione nazionale italiana reduci di Russia. Al drappo erano affisse 55 medaglie originali al valor militare, tutte risalenti al periodo prerepubblicano. "Un labaro di immenso valore storico - dice il vicepresidente dell`Unirr Fvg, Luigi Casale -, con 26 medaglie in similargento e le altre in similoro. Adesso queste testimonianze tanto importanti finiranno tra i collezionisti, saranno vendute nei mercatini. Una vergogna, siamo rimasti allibiti". Il furto è stato messo a segno nella casa di un pensionato di Pozzuolo. Qui erano stati depositati alcuni oggetti del Museo del Sacrario di Cargnacco, un borgo alle porte di Udine dove sono custodite le salme di oltre 8mila soldati, tra alpini, fanti e bersaglieri di tutta l`Italia, morti nella gelida campagna di Russia. "Chi ha rubato il labaro lo renda, lo faccia trovare da qualche parte" è l`appello del sindaco di Pozzuolo, Nicola Turello che chiede aiuto alla Regione e allo Stato anche perché il Sacrario di Cargnacco, unico nella Penisola per i soldati che sono morti in Russia, abbia l`attenzione che merita. "Il Ministero della difesa ha espropriato 10 anni fa un edificio per farne poi museo, mai realizzato. Oggi quella struttura è talmente cadente da rappresentare un pericolo per l`incolumità* pubblica. Non c`è un luogo dignitoso per accogliere le famiglie dei caduti che si recano al Tempio per pregare. Non ci sono neanche i servizi igienici". Un appello che arriva, peraltro, in un momento particolare per i reduci di Russia: oggi, infatti, a Cargnacco c`è la commemorazione della battaglia di Nikolajewka; fu uno degli scontri più importanti durante il caotico ripiegamento delle forze dell`Asse nella parte meridionale del Fronte orientale, durante la Seconda guerra mondiale, a seguito del fallimento dell`offensiva verso il Caucaso.
Il campo di fango di Rovigo, coi pali delle porte più alti del mondo,fatti apposta per farti prendere paura. (Marco Paolini)
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