Grazie Giovanni, per avermi fatto conoscere questa lettera.
Grazie Giovanni, per avermi fatto conoscere questa lettera.
Cerco foto, lettere, cartoline e materiale in genere della brigata Abruzzi, specie se del 58° reggimento. Il periodo di riferimento è quello dalla guerra italo-turca alla Grande Guerra.
Sarò molto grato anche a chi mi darà informazioni e riferimenti letterari della stessa.
Grazie.
Giacomo
Amici di World War,
un'alpino scrive:
http://www.recuperanti.it/gallery_video.php?vid=11
Un saluto a Voi tutti.
El tiroles
Grazie di avermi fatto leggere questa lettera molto toccante.
Sicuramente non avrei una domanda in particolare ma le chiederei di raccontarmi dal primo all'ultimo giorno passato sotto le armi.
Non conquisterai mai nuovi orizzonti senza il coraggio di perder di vista la riva
Molto toccante la lettera.
Pensandoci bene però io ho avuto modo da ragazzino di far domande ad un ragazzo del 99.
Le risposte però sono state telegrafiche e secche. Vista poi la differenza di età* non potevo mnemmeno fare pressioni. Il soggetto era un vecchio siciliano di quelli che l'iconografia dell'epoca dipingeva come "veloci di mano" ed era stato negli arditi almeno suppongo.
Comunque alla domande su cosa "facessero" la risposta lapidaria è stata "Brutte cose" e poi l'ha chiusa li.
Non aveva piacere a rivangare i ricordi, evidentemente era uno di quelli che agivano molto e la cosa, nonostante gli anni passati, era ancora viva.
Homo homini lupus. Draco dormiens nunquam titillandus
lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al suo fianco Ate uscita infocata dall'inferno, entro questi confini con voce di monarca griderà "Sterminio", e scioglierà i mastini della guerra, così che questa infame impresa ammorberà la terra col puzzo delle carogne umane gementi per la sepoltura.
Conosco bene la lettera toccante,visionabile,con le evidenti tracce di sangue, al Sacrario di Asiago.
La cosa che mi colpisce maggiormente, nei ricordi letti dei reduci, vedi per esempio il libro del Bultrini-Casarola " Gli ultimi..i sopravvissuti ancora in vita raccontano la grande Guerra", oltre alle varie cronache riportate...
e' il completo rispetto per il nemico.
Voglio dire: si sa' che a volte, si scambiavano anche il cibo col nemico, da un lato.
Si sa' che a volte, per mancanza dello stesso, si sono uccisi i nemici in quanto non vi era nulla da dare allo stesso...
Ma, sia nei resoconti dei reduci a pochi anni dalla Guerra, sia negli offuscati ricordi dei medesimi,
non vi e' mai un solo commento,una critica,un disprezzo per l'avversario.
Voglio dire: sappiamo cosa facevano coi gas, sappiamo delle mazze ferrate,
ebbene, questi uomini, nonostante la prosopopea nazionalista, nonostante il disprezzo del nemico inculcato dai graduati, nonostante la propaganda interna che dipingeva il nemico come un animale (vedi le tavole di Achille Beltrame)..
Nonostante questo, in persone semi-analfabete e, quindi, apparentemente condizionabili dalla stessa propaganda, non v'è nessuno spirito di vendetta, nessuna volonta' di repressione,
soltanto rispetto......
Io chiederei: come si riesce a rispettare chi, per istinto di sopravvivenza,per valori inculcati, si deve odiare ma, la risposta e' sul campo di battaglia, quando da uomini ci si confronta con uomini ed allora la risposta e' che il nemico e' soltanto chi si trova dall'altra parte.
non ci sono i buoni o i cattivi, in tutta la ww1 non ci sono stati sennon nelle propagande...
sul campo, nessuno dava "del cattivo" all'altro
un amico mio, tale Walberto B., quando era bambino cercava di carpire dal nonno reduce qualche ricordo del periodo trascorso in guerra.Originariamente Scritto da Andrea58
Walberto mi ha recentemente passato queste righe:
"Giovanni, classe 1891, Alpino del "Vicenza".
Con il grado di caporal maggiore partecipò assieme alla 60a compagnia alla sfortunata azione del 10 luglio 1916 sul Monte Corno di Vallarsa (Corno Battisti).
Quando, alunno delle elementari, gli chiedevo di raccontarmi le sue "avventure" di soldato durante la guerra, pur a distanza di tanti anni, non trovava le parole per descrivere quanto vissuto. Gli occhi gli diventavano rossi e si riempivano di lacrime, l`unica frase che gli usciva dalle labbra era: "I crucchi i vegneva avanti come le mosche" (gli austriaci venivano avanti a centinaia). Io naturalmente non comprendevo il significato di quelle parole."
Una domanda sola? Ah beh......allora questa: "saresti in grado di perdonare il tuo nemico per quello che ti ha fatto?"
what doesn´t kill you, makes you stronger.
viking280177@yahoo.de
visitate il mio museo alla pagina FB: http://www.facebook.com/#!/groups/548572035176664/
Vero, spessissimo i reduci non amano parlare e raccontare con dovizia di particolari come noi vorremmo, devono averne passate di tutti i colori, quindi le risposte alle nostre domande in parte restano purtroppo ""inevase"".
luciano
Ma c'è una cosa che li può convincere a parlare: il timore che la loro memoria vada perduta.
LA MIA PAGINA "FORTIFICATA" SU FACEBOOK©: http://www.facebook.com/pages/Italien/323925510817
Nel mezzo del cammin di questa vita, mostrassi alfin la truce metà oscura...
ché la pazienza mia era finita, e lo baston calassi su ogne testa dura.
Fatti non fummo, a viver come inermi... bensì pello inimico, far divorar dai vermi.
Hai letto il libro TAPPE DELLA DISFATTA?Originariamente Scritto da wiking
CERCARE REPERTI BELLICI E' UNA MALATTIA,UNA BELLISSIMA MALATTIA?
CHIUDIAMO SEMPRE I BUCHI CHE FACCIAMO
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