à? stato il mio primo libro!Originariamente Scritto da jeijei
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what doesn´t kill you, makes you stronger.
viking280177@yahoo.de
visitate il mio museo alla pagina FB: http://www.facebook.com/#!/groups/548572035176664/
Ti ricorderai che Friz nelle prime pagine del libro odiava il soldato italiano perché non lo vedeva dal forte dove operava , ma poi uscendo e vedendo i soldati italiani morti e feriti non lì odiava più, anzi gli sembravano persone normali come loro. qualche nostra risposta nei libri ceOriginariamente Scritto da wiking
CERCARE REPERTI BELLICI E' UNA MALATTIA,UNA BELLISSIMA MALATTIA?
CHIUDIAMO SEMPRE I BUCHI CHE FACCIAMO
Belle parole quelle dei libri! Bisogna vedere cosa dicono quelle dell anima! Il perdono è una delle azioni piü difficili da compiere ed osservare! Poi weber era ufficiale d artiglieria. Vorrei poter parlare con un fante che era sull hermada, sul vodice, sul sabotino, sull asolone! Quelli se li mangiavano i nemici!
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Non credo proprio...
Mio bisnonno, Brigata Ravenna, 37 Regg.to da agosto a settembre 1917, con medaglia al valore concessa alla Brigata per la battaglia della bainsizza tra il 23 ed il 31 agosto "per aver, con tenacia,abnegazione e valore, in lunga e violenta battaglia,strappato al nemico formidabili ed importanti posizioni, dai ricordi di mio nonno, non ha mai menzionato alcunche'.
Se ben ricordo lo stupendo testo del Weber,
si lamentava del caldo e delle zanzare, sulla riva del mare a nord di Venezia, del freddo novembrino del Friuli, in ritirata,
ha anche reso merito alla preparazione dei fanti.
Il rsto e' propaganda.
Quando Friz era nella chiatta con il cannone nel libro ce scritto che facevano il bagno in mare mentre a pochi metri lo facevano anche i soldati italiani. Se si odiavano si sarebbero sparati appena visti. Sbaglio?Originariamente Scritto da churchill
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Io resto sempre dell opinione che il perdono è un dono concesso a pochi. Mi sono appena finito di spellare le mani in un altro forum perchè c è chi arriva ad odiare chi ha fatto del male ai propri nonni! Figuriamoci se glielo avessero fatto a loro. No! Nn credo che si arrivi a perdonare il nemico. Non si puö dimenticare atrocitä e privazioni.....ma adesso nn divaghiamo......spazio alle altre domande al reduce.....
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Secondo te,
tuo nonno ti avrebbe mai raccontato atrocita' commesse in prima persona?
Si puo' perdonare, se si e' disposti a riconoscere che sia stato un "dente per dente,occhio per occhio"....
evidentemente gli uni hanno leso gli altri e, se qualche racconto,triste,parla dell'amico morto,pochi riferimenti,tranne alcune relazioni degli Arditi, ci danno il senso della tragedia.
Forse la Grande Guerra, in linea generale, è stata l'ultima dove il senso di "cavalleria" c'era ancora.
Non ha coinvolto molto le popolazioni, i civili, quindi si è trattato di un confronto tra eserciti e durante la battaglia tutto era concesso pur di sopravvivere.
Certo che nei ricordi dei reduci i patimenti subiti, le privazioni ed il saper di aver ucciso un proprio simile sicurtamente nel tuo intimo c'è pudore per queste cose.
Se poi come per la maggior parte di loro, realizzi che tutto questo marasma è stato provocato dalle brame di potere di pochi politici e regnanti...ti rendi conto anche di averlo fatto all'interno di una colossale presa per il culo!
Altra cosa le guerre coloniali e le successive fino ad oggi, dove vengono commessi abitualmente crimini sia contro i civili che i soldati oppure si impiegano bambini soldati....in questi casi penso chiedere perdono sia un po troppo poco!
Ogniuno è libero dì pensarla come vuole
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Il nonno di un mio amico era "Ardito" di stanza a "Sdricca di Manzano"...
Non ha mai voluto raccontarci nulla di quel periodo...
Nonostante le nostre insistenze da ragazzini (tanti anni fa)...
Penso avesse dei ricordi troppo brutti per volerne ancora parlare...
La vita è un temporale... prenderlo nel .... è un lampo...!!!
El vento, el ... e i siori i gà sempre fato quel che i gà voludo lori...
"Se un bischero dice 'azzate vorti'osamente può apri' un varco spazio temporale, in cui può incontrassi po'i se'ondi prima, generando 'osì un'infinita e crescente marea di 'azzate"... Margherita Hack
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