Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 234
Risultati da 31 a 39 di 39

Discussione: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

  1. #31
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jun 2012
    Località
    Asolo(TV)
    Messaggi
    36

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Citazione Originariamente Scritto da jeijei
    Citazione Originariamente Scritto da churchill
    Non credo proprio...

    Mio bisnonno, Brigata Ravenna, 37 Regg.to da agosto a settembre 1917, con medaglia al valore concessa alla Brigata per la battaglia della bainsizza tra il 23 ed il 31 agosto "per aver, con tenacia,abnegazione e valore, in lunga e violenta battaglia,strappato al nemico formidabili ed importanti posizioni, dai ricordi di mio nonno, non ha mai menzionato alcunche'.

    Se ben ricordo lo stupendo testo del Weber,
    si lamentava del caldo e delle zanzare, sulla riva del mare a nord di Venezia, del freddo novembrino del Friuli, in ritirata,

    ha anche reso merito alla preparazione dei fanti.

    Il rsto e' propaganda.
    Quando Friz era nella chiatta con il cannone nel libro ce scritto che facevano il bagno in mare mentre a pochi metri lo facevano anche i soldati italiani. Se si odiavano si sarebbero sparati appena visti. Sbaglio?
    Molto bello questo argomento!!E mi viene in mente un libro che sicuramente molti di voi conoscono:"Trincee" di Carlo Salsa.L'ho riletto più volte e secondo me è stupendo.Colpisce la crudezza degli eventi raccontati,ma purtroppo è realtà vissuta;colpisce il fatto che molta gente era costretta a strisciare nel fango tra i morti e molti morivano anche nel tragitto verso le prime linee...colpisce l'inettitudine e molte volte la codardia degli ufficiali superiori,colpisce la mancanza di mezzi soprattutto nel primo anno di guerra,i fucili per la maggior parte resi inservibili dal fango e dall'umidità,la carenza di artiglieria per cui i reticolati si dovevano sfondare "coi petti umani",la coesistenza continua e assillante coi morti e il completo abbandono in cui si trovavano le truppe,eppure nel definire un avversario il Salsa scrive:"Eppure anche quel tipo che affiora ogni tanto dietro lo spalto con la sua pala per ributtare la terra,sarà un povero cristo come noi.Lo avran tolto dalla sua greppia senza che sapesse niente,lo avranno infagottato nella divisa appioppandogli un fucile tra le mani,lo avranno conficcato là in trincea come un palo da reticolati,con la consegna:ammazzare." per me rende molto l'idea di come era considerato il nemico...
    SONO STATO QUELLO CHE GLI ALTRI NON VOLEVANO ESSERE,SONO ANDATO DOVE ALTRI NON VOLEVANO ANDARE;HO PORTATO A TERMINE QUELLO CHE GLI ALTRI NON VOLEVANO FARE;HO VISTO IL VOLTO DELLA PAURA E SENTITO IL MORSO DEL TERRORE;QUANDO GIUNGERA'LA MIA ORA AGLI ALTRI POTRO' DIRE CHE SONO ORGOGLIOSO PER QUEL CHE SONO STATO:UN SOLDATO. G.L. STIPECK

  2. #32
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jun 2012
    Località
    Asolo(TV)
    Messaggi
    36

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Citazione Originariamente Scritto da igor77
    Citazione Originariamente Scritto da jeijei
    Citazione Originariamente Scritto da churchill
    Non credo proprio...

    Mio bisnonno, Brigata Ravenna, 37 Regg.to da agosto a settembre 1917, con medaglia al valore concessa alla Brigata per la battaglia della bainsizza tra il 23 ed il 31 agosto "per aver, con tenacia,abnegazione e valore, in lunga e violenta battaglia,strappato al nemico formidabili ed importanti posizioni, dai ricordi di mio nonno, non ha mai menzionato alcunche'.

    Se ben ricordo lo stupendo testo del Weber,
    si lamentava del caldo e delle zanzare, sulla riva del mare a nord di Venezia, del freddo novembrino del Friuli, in ritirata,

    ha anche reso merito alla preparazione dei fanti.

    Il rsto e' propaganda.
    Quando Friz era nella chiatta con il cannone nel libro ce scritto che facevano il bagno in mare mentre a pochi metri lo facevano anche i soldati italiani. Se si odiavano si sarebbero sparati appena visti. Sbaglio?
    Molto bello questo argomento!!E mi viene in mente un libro che sicuramente molti di voi conoscono:"Trincee" di Carlo Salsa.L'ho riletto più volte e secondo me è stupendo.Colpisce la crudezza degli eventi raccontati,ma purtroppo è realtà vissuta;colpisce il fatto che molta gente era costretta a strisciare nel fango tra i morti e molti morivano anche nel tragitto verso le prime linee...colpisce l'inettitudine e molte volte la codardia degli ufficiali superiori,colpisce la mancanza di mezzi soprattutto nel primo anno di guerra,i fucili per la maggior parte resi inservibili dal fango e dall'umidità,la carenza di artiglieria per cui i reticolati si dovevano sfondare "coi petti umani",la coesistenza continua e assillante coi morti e il completo abbandono in cui si trovavano le truppe,eppure nel definire un avversario il Salsa scrive:"Eppure anche quel tipo che affiora ogni tanto dietro lo spalto con la sua pala per ributtare la terra,sarà un povero cristo come noi.Lo avran tolto dalla sua greppia senza che sapesse niente,lo avranno infagottato nella divisa appioppandogli un fucile tra le mani,lo avranno conficcato là in trincea come un palo da reticolati,con la consegna:ammazzare." per me rende molto l'idea di come era considerato il nemico...
    Vorrei anche,e spero di non andare fuori dall'argomento originario,parlare di un altro libro che lessi alcuni anni or sono...si trattava di una pubblicazione locale uscita qui dalle mie parti...chi scriveva era il figlio di un reduce della grande guerra;e ricordo che nella introduzione diceva di aver penato non poco per farsi raccontare qualcosa dal padre sui combattimenti a cui aveva partecipato;a distanza di decenni ritrovo' poi il diario tenuto segreto dal padre su cui aveva annotato ogni cosa riguardo la sua vita in guerra;la vicenda è questa:il sottufficiale si trovava nell'ottobre 1917 sull'altopiano dei sette comuni ed inquadrato nel battaglione alpini Monte Clapier;in quel periodo non vi erano grosse battaglie in corso e spesso l'attività dei reparti consisteva in pattugliamenti notturni per studiare le linee nemiche o prendere qualche prigioniero.Improvvisamente il 24 ottobre il battaglione riceve l'ordine di lasciare la linea a un altro reparto e partire per "destinazione segreta";per ferrovia sarà trasferito in Friuli inizialmente nella zona di Montemaggiore per tentare insieme ad altri reparti di frenare l'avanzata austro-tedesca:inizia così per il battaglione un calvario fatto di battaglie pressochè in campo aperto o in trinceramenti improvvisati al momento,senza chiare direttive dei superiori comandi,senza cibo per giorni interi (ad andar bene un pezzo di carne in brodo ogni due giorni circa);il battaglione tra alterne vicende si ritira passo passo attraversando pianura e monti fino a Belluno,Feltre e il 15 novembre arriva a Bassano Del Grappa per poi essere messo a riposo;il 10 dicembre riceve l'ordine di salire sul Monte Grappa per contrattaccare gli austriaci su Col Della Berretta:sul posto la situazione è disperata:gli alpini son costretti ad attaccare,senza preparazione di artiglieria,su un pendio in salita con un metro di neve e spazzato da molte mitragliatrici:ma gli alpini "scarponi" attaccano con impeto subendo però subito pesanti perdite;quando l'attacco si blocca,comincia pure un martellamento di mortai pesanti che continua fino all'imbrunire;dopo una notte all'addiaccio gli alpini si rendono conto che non c'è scelta affrontare le mitraglie o essere fatti a pezzi dai mortai.Decidono allora di tentare l'attacco e qui il nostro sottufficiale viene colpito alla testa e crolla a terra(la ferita per fortuna non è mortale);creduto dapprima morto viene poi raccolto da un portaferiti più scrupoloso e avviato verso l'ospedale;qui si risveglierà dopo una trentina di giorni di coma ma non ricorderà i momenti di quel disgraziato assalto,e ci vorrà una lunga e penosa terapia perchè ricominci a ricordare...e in questo periodo egli scriverà le memorie che riporto.Ho citato questa storia fra tante perchè credo si possa capire perchè a volte i reduci fossero così "evasivi"...deve essere uno strazio ricordare certe cose.
    SONO STATO QUELLO CHE GLI ALTRI NON VOLEVANO ESSERE,SONO ANDATO DOVE ALTRI NON VOLEVANO ANDARE;HO PORTATO A TERMINE QUELLO CHE GLI ALTRI NON VOLEVANO FARE;HO VISTO IL VOLTO DELLA PAURA E SENTITO IL MORSO DEL TERRORE;QUANDO GIUNGERA'LA MIA ORA AGLI ALTRI POTRO' DIRE CHE SONO ORGOGLIOSO PER QUEL CHE SONO STATO:UN SOLDATO. G.L. STIPECK

  3. #33
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jun 2012
    Messaggi
    12

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Lettera bellissima e commoventissima,grazie per la condivisione!!

  4. #34
    Utente registrato L'avatar di gotica68
    Data Registrazione
    Dec 2011
    Località
    toscana
    Messaggi
    1,488

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Lettera bellissima, vera!

  5. #35
    Utente registrato L'avatar di cane sciolto
    Data Registrazione
    Sep 2012
    Località
    TS
    Messaggi
    61

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Citazione Originariamente Scritto da GDF
    come vivevano in trincea?
    mmmmh, domanca buona, anche se molti figli e nipoti l'hanno di sicuro già* posta quando l'avo reduce era ancora in vita.
    penso che come risposta (su tutte o quasi le esperienze di vita al fronte) valga questa lettera , certamente già* nota a molti di noi qui in WW, La lettera ci spiega che il soldato viveva nell'attesa di un attacco, nell'attesa della morte......:
    Venne scritta alla vigilia della battaglia dell`Ortigara, precisamente alle ore 24.00 del giugno 1917, dal Ten. Adolfo Ferrero, torinese della classe del 1897 (20anni), arruolato nel 3° Reg. Alp. Btg. Val dora,insignito di medaglia d`argento. V.M.
    Gli venne conferita la Laurea ad Honorem in lettere e filosofia, trovò eroica morte il 19 giugno 1917 e le sue spoglie riposano al Sacrario Militare di Asiago, questa venne rinvenuta dopo oltre 40 anni, in perfetto stato di conservazione e con ancora alcune tracce di sangue, assieme ai resti mortali di un soldato che si presume fosse l`attendente, al quale aveva consegnato la lettera perché la recapitasse.


    18.06.1917 ore 24,00
    Cari genitori
    Scrivo questo foglio nella speranza che non vi sia bisogno di farvelo pervenire.
    Non ne posso fare a meno: il pericolo è grave, imminente. Avrei un rimorso se non dedicassi a voi questi istanti di libertà*, per darvi un ultimo saluto. Voi sapete che io odio la retorica, ...no, no, non è retorica quello che stò facendo. Sento in me la vita che reclama la sua parte di sole, sento le mie ore contate, presagisco una morte gloriosa, ma orrenda... Fra cinque ore qui sarà* l`inferno. Tremerà* la terra, s`oscurerà* il cielo, una densa caligine coprirà* ogni cosa, e rombi, e tuoni e boati risuoneranno fra questi monti, cupi come le esplosioni che in quest`istante medesimo odo in lontananza. Il cielo si è fatto nuvoloso: piove... Vorrei dirvi tante cose...tante...ma voi ve l`immaginate. Vi amo. Vi amo tutti tutti.
    Darei un tesoro per potervi rivedere, ...ma non posso... Il mio cieco destino non vuole.
    Penso, in queste ultime ore di calma apparente, a te Papà*, a te Mamma, che occupate il primo posto nel mio cuore, a te Beppe, fanciullo innocente, a te o Adelina.. addio.. che debbo dire?
    Mi manca la parola, un cozzare di idee, una ridda di lieti, tristi fantasie, un presentimento atroce mi tolgono l`espressione... No, no, non è paura. Io non ho paura! Mi sento ora commosso pensando a voi, a quanto lasciò, ma so dimostrarmi dinanzi, ai miei soldati, calmo e sorridente. Del resto anche essi hanno un morale elevatissimo.
    Quando riceverete questo scritto fattovi recapitare da un`anima buona, non piangete e siate forti, come avrò saputo esserlo io. Un figlio morto per la Patria non è mai morto.
    Il mio nome resti scolpito indelebilmente nell`animo dei miei fratelli, il mio abito militare, e la mia fidata pistola (se vi verrà* recapitata) gelosamente conservati stiano a testimonianza della mia fine gloriosa. E se per ventura mi sarò guadagnata una medaglia, resti quella a Giuseppe...
    O genitori, parlate, frà* qualche anno, quando saranno in grado di capirvi, ai miei fratelli, di me, morto a vent`anni per la Patria. Parlate loro di me, sforzatevi a risvegliare in loro ricordo di me... M`è doloroso il pensiero di venire dimenticato da essi... Fra dieci, venti anni forse non sapranno nemmeno più di avermi avuto fratello...
    A voi poi mi rivolgo. Perdono, vi chiedo, se v`ò fatto soffrire, se v`ò dati dispiaceri. Credetelo, non fu per malizia, se la mia inesperta giovinezza vi à* fatti sopportare degli affanni, vi prego volermene perdonare.
    Spoglio di questa vita terrena, andrò a godere di quel bene che credo essermi meritato.
    A voi Babbo e Mamma un bacio, un bacio solo che vi dica tutto il mio affetto. A Beppe a, Nina un altro. Avrei un monito: ricordatevi di vostro fratello. Sacra è la religione dei morti. Siate buoni. Il mio spirito sarà* con voi sempre.
    A voi lascio ogni mia sostanza. E` poca cosa. Voglio però che sia da voi gelosamente conservata.
    A Mamma, a Papà* lascio... il mio affetto immenso. E` il ricordo più stimolabile che posso loro lasciare.
    Alla mia zia Eugenia il crocefisso d`argento, al mio zio Giulio la mia Madonnina d`oro. La porterà* certamente. La mia divisa a Beppe, come le mie armi e le mie robe. Il portafoglio (l 100) lo lascio all`attendente.
    Vi Bacio
    Un bacio ardente di affetto dal vostro aff.mo Adolfo
    Saluti a zia Amalia e Adele e ai parenti tutti.

    risposta : Vivevano come le fogli, sugli alberi, d'autunno

    Riesumo questo topic che scopro per caso solo oggi e dico,questa risposta mi piace,non l'avevo mai sentita,in 7 parole spiega 100 parole !

    complimenti !

  6. #36
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jul 2012
    Messaggi
    1,127

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Si sta come, d'autunno, sugli alberi, le foglie.

    G. Ungaretti - Soldati - Bosco di Courton - luglio 1918

    Rawa Ruska
    Tutto considerato, un militare non è altro che un uomo rubato alla sua abitazione. (Il buon soldato Sc'vèik)

  7. #37
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Aug 2010
    Località
    Vicenza
    Messaggi
    934

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Citazione Originariamente Scritto da Rawa Ruska
    Si sta come, d'autunno, sugli alberi, le foglie.

    G. Ungaretti - Soldati - Bosco di Courton - luglio 1918

    Rawa Ruska
    ciao Rawa, la mia citazione era talmente famosa nell'originale poesia del grande Ungaretti.....che non ho pensato di citare l'autore

  8. #38
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jul 2012
    Messaggi
    1,127

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    Certo, scusa allora il mio intervento.

    RR
    Tutto considerato, un militare non è altro che un uomo rubato alla sua abitazione. (Il buon soldato Sc'vèik)

  9. #39
    Utente registrato L'avatar di cane sciolto
    Data Registrazione
    Sep 2012
    Località
    TS
    Messaggi
    61

    Re: 100 domande ad un reduce della Grande Guerra

    visto che parliamo di lui ho trovato questo oggi :

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/201 ... -1.6722151

Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 234

Permessi di scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •