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Discussione: Copricapo Americani

  1. #11
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    Re: Cappelli Americani

    E' un berretto per uniforme da servizio da ufficiale dell'esercito, direi quasi sicuramente periodo seconda guerra mondiale: sino al 1947 l'aviazione non era un'arma indipendente ma costituiva semplicemente una branca di sevizio dell'US Army indossandone quindi le medesime uniformi e accessori. I berretti indossati dal personale di volo erano invece immediatamente riconoscibili dalla calotta schiacciata, un'usanza nata presso i piloti che avevano la consuetudine di smontare l'armatura d'irrgidimento del berretto allo scopo d'indossare più comodamente le cuffie radio sopra di esso; questa sorta di vezzo divenne una vera e propria moda e molti berrettiffici finirono per fornire agli ufficiali dell'aviazione dei berretti appositamente modificati ("crush cap") come simbolo di status symbol e come segno di riconoscimento per denotare il raggiungimento di 50 missioni di volo.

    In ogni modo complimenti per questo splendido berretto che si trova in condizioni veramente eccellenti e mi sembra assolutamente originale. Questi copricapi stanno diventano particolarmente ambiti sul mercato della militaria americana quindi, anche se non si può dire che sia necessariamente un "visor cap" usato dall'aviazione, rimane ugualmente un bellissimo pezzo da collezione!

  2. #12
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    Re: Cappelli Americani

    Ciao a tutti ragazzi ho visto il topic e mi son detto perchè non aggiungere qualche notizia in più sull'argomento cappelli??
    Allora anzitutto belli e complimenti , ma vorrei darvi qualche nozione in merito ai due cappelli esposti:

    Il primo cappello mostrato è un cappello (come avete già* notato) da EM (enlisted men = arruolato di ogni genere nell' US Army fino al grado più alto di sgt), il quale NON è fatto di ''wool sarge'' ma FUR FELT ossia di lana spessa o panno di lana non lavorato!
    E' facile cadere in errore, leggerlo da un manuale può fuorviare il collezionista alle prime armi e far credere che esistesse un modello di cappello e un tipo solo di tessuto con cui venivano fabbricati, ma ovviamente la realtà* è molto diversa.
    Gli Em VISOR CAP erano fabbricati in due versioni una estiva e una invernale, quella estiva era solitamente fabbricata con gabardine di cotone color cachi e quella invernale invece era fatta o di panno di lana (vedi l'esempio sopra esposto) o in GABARDINE di lana con la ''famosa'' colorazione OD sarge (e poi anche qui ci sarebbe da raccontarne di vicende sulle colorazioni... ma non voglio essere prolisso , basti immaginare che nel 41 a scanso di equivoci fu deciso dal QMD di stilare una guida ai colori per le sartorie così da evitare bizzzarre combinazioni sulle divise).

    Torniamo a noi i cappelli Em erano un obbligo fino al 41 anno in cui fu introdotta la bustina (overseas cap / Garrsion cap) sicuramente più economica e di facile trasporto / ingombro per tutti gli EM, non che il cappello fu abbandonato dall'intero esercito ANZI moltissimi continuarono a procurarsi i cappelli e ad indossarli magari affidandosi a sartorie specializzate nelle loro città*!
    Diciamo però che erano sicuramente in minoranza rispetto a coloro i quali prediligevano una sana e comodissima bustina (anche facile da lavare a secco) anzichè un cappello!

    Questo cappello in particolare (sto ancora parlando del visor da EM) è di fabbricazione databile tra il 1939 e il 41 , asserisco questo per svariati fattori, primo fra tutti l'interno parzialmente plastificato (e poi non è nemmeno corretto dire PLASTICA, ma anche qui farò una OMISSIS) e anche per via della visiera composta da 3 pezzi (visiera , fondo verde con tramatura a quadri tipica delle fabbricazioni PRE / INIZIO guerra e bordo di chiusura), tendenzialmente i cappelli INIZIO GUERRA e pre ww2 non presentano cuciture esposte (e questo è il caso!) e DI SOLITO sono fatti in gabardine di lana MA questo non è il caso, quindi possiamo dire che è ''atipico ma fino ad un certo punto.
    Non è un cappello atipico ma un normale cappello inizio guerra da AAC / AAF (army air corps / army air force) fabbricato in panno di lana e non gabardine perchè è un tessuto piu morbido e adatto al piegamento per uso di cuffie applicate sopra il cappello, la cinghia in cuoio posta sul retro poi palesa la sua appartenenza ad un soldato AAF /AAC , ma non facciamo di tutta l'erba un fascio perchè anche la cavalleria usò il soggolo nei suoi cappelli per libera uscita.

    In fine fatemi spendere due parole a SFAVORE dell'ULTIMO (chiedo scusa ma so ciò che dico) cappello da ufficiale esposto:

    Franz , il cappello E' BELLO ben tenuto e di un ottima fabbricazione ma PALESEMENTE POST 1946, lo si denota dall'interno , dal marchio di produzione (che AIME' non lascia scampo ad ulteriori analisi o riprove, perchè il simbolo della LUXEMBERG fu cambiato subito dopo il 1945 dalla stessa azienda perchè ormai il simbolo usato precedentemente durante la guerra era diventato obsoleto) dalla visiera due pezzi che fu introdotta dal 1943 (il chè non significa che il cappello è datato 1943 ANZI significa che la visiera proposta per tutti i cappelli dopo il 43 era identica a quella e nulla di più) , le cuciture esposte sulla parte alta del panno di lana e dall'aquila!

    Per il cappello postato nel mezzo del topic (quello della foto sfocata POTREBBE ESSERE WW2 ma sinceramente si capisce tutto e nulla! la visiera mi fa credere sia ww2 e anche in gabardine di lana percui mi pare OK

    ENjoy everybody

    Giancarlo
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  3. #13
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    Re: Cappelli Americani

    Giancarlo, ottima disamina di questi cappelli! Manca una cosa: le tue fonti. Cioè dove hai
    preso le notizie (libri pubblicati, manuali di costruzione, note, ecc.) PaoloM

  4. #14
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    Re: Cappelli Americani

    Libri... ne posso citare 3 che sicuramente sono le basi per tutti gli appasionati, GI Guide , Silver Wings, Pinks & Greens 1° e 2ndo Volume e in fine Visor Hats of The United States Armed Forces, 1930-1950 sfortunatamente ne esistono BEN POCHI di così accurati sulle dress service USA quindi ho dovuto fare SVARIATE ESTENUANTI ricerche anche (e sopratutto) grazie ad amici negli USA ho reperito cataloghi d'epoca e le loro copie le ho in archivio (copie di cataloghi sartoriali di ogni epoca dal 1935 al 45), poi diciamo che ''l'esperienza'' (spero mi sia passato il termine sebbene abbia solo 24 anni) mi ha dato una mano notevole , e avere circa 40 cappelli USA (1936/1945) sicuramente mi da una mano notevole nella loro desamina

    Vi allego qui di seguito UN ESEMPIO delle marcature della Luxemberg ww2 appena passo da casa mia
    GS
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  5. #15
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    Re: Cappelli Americani

    Grazie per la segnalazione. Ne faro' tesoro. Credi pero' che il quantitativo dei pezzi
    posseduti non fa' testo in nessuna collezione.Dipende, ne sono sicuro, da quanti te
    ne sono passati per le mani. Ti faccio un esempio: se io ho 800 elmetti (quanti ne ho
    avuti nei tempi d'oro),non significa che io possa sapere tutto di essi.Dipende da quanti
    ne ho maneggiati in tutti questi anni. Questo si che fa' la differenza. PaoloM

  6. #16
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    Re: Cappelli Americani

    ti do ragione , e credimi prima di questi cappelli ne ho passati molti molti altri ho detto che ne ho ''tot'' omettendo che in realtà* quelli ora posseduti sono la creme di ciò che ho precedentemente passato e scartato
    Penso che la mia spiegazione sia PIU che esaustiva e son certo che alcune delle cose da me scritte non sono nemmeno presenti sui libri da me citati o per lo meno non nel dettaglio

    CIao ciao

    GS
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  7. #17
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    Re: Cappelli Americani

    Citazione Originariamente Scritto da Jamecharles
    ... son certo che alcune delle cose da me scritte non sono nemmeno presenti sui libri da me citati o per lo meno non nel dettaglio ...GS

    Il problema e' proprio quello.Comunque grazie. PaoloM

  8. #18
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    Re: Cappelli Americani

    non voglio imbastire l'ennesimo discorso su come I LIBRI spesso omettono / tralasciano VOLUTAMENTE molti particolari per evitare critiche di altri collezionisti su uniformi , cappelli etc penso che su questo concordiamo tutti, ribadisco che tutto ciò dico è frutto di esperienza e in parte anche dovuta alla lettura (per dare le basi ovviamente) di libri settoriali abbastanza dettagliati.

    Tuttavia devo ammettere che noto una certa CHIUSURA nei confronti delle new entry del forum sopratutto quando apportano dettagli e consigli che , mi pare, non siano MAI stati portati su questo forum, forse è una mia impressione.

    GS
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  9. #19
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    Re: Cappelli Americani

    Questa e' una vecchia questione,non sempre vera.Punti di vista.Tu parli di libri, ma non parli di Forums.Che senso ha trascurare od omettere qualcosa se uno lo sa?In tutti i campi...
    I Forums, di meglio hanno il favore del dialogo e della critica che spesso si puo' trasformare in polemica aperta, cosa che in un libro non e' possibile se non in edizione successiva (che spesso non c'è).Chiusura? Dipende da come uno si pone e da cio' che uno vuole dimostrare e da come lo dimostra.In genere no. Quanto ai consigli e ai dettagli...: se sono nel topic, non c'è problema, va' benissimo in chiaro. Se sono off topic, riguardanti altri
    argomenti gia' discussi e' opportuno ed eticamente educato un MP al diretto interessato, che per quanto mi riguarda ha il dovere , la facolta' e i mezzi per provvedere, se le osservazioni sono plausibili e pertinenti.Intendi bene: cio' e' valido per me, per te e per tutti. PaoloM

  10. #20
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    Re: WW2 US-Army/USAF Officer visor "crusher" cap

    Per intregrare questo vecchio topic posto immagini di un tipico berretto a visiera da ufficiale dell' Us-Army / USAF del tipo
    "Visor Crush Cap Service" detto anche "Berretto delle 50 missioni di volo", perché portato con la visiera floscia dai piloti per adattare le cuffie, come segno di riconoscimento dell'ufficiale veterano. In realtà venne adottato anche da molti ufficiali dell'esercito in servizio ordinario come complento dell'uniforme da servizio e libera uscita, più che altro da ufficiali inferiori (S.Ten-Ten-Capit. con qualche eccezzione ovviamente anche per maggiori, tenenti colonelli, colonnelli e generali come Mac Arthur) al posto di quello con la cupola rigida. La stessa modifica avveniva per il modello estivo in tessuto leggero di colore più chiaro. Molti berretti rigidi vennero modificati dagli stessi proprietari solo per renderli più eleganti. Venne prodotto da varie ditte, quali Bancroft (la più nota) Beckwiths, Brown Bros., Dobbs, Dunhill's Inc., Feather Weight, Imperial Cap Works, Knox Caps, Lewis Fly-Weighter, Luxemberg, B.Pasquale Co., Pettinbone Bros. Mfg., Society Brand Cap Co., The Flight Weight, Wimbledon Regulation US-Army Officers Comfort Caps e tante altre...

    Goodbye!
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