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Discussione: Ospedali in mare

  1. #1
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    Ospedali in mare

    Tratto da L'illustrazione italiana n° 52 del 27 dicembre 1942 anno XXI

    [center:212p92y0][attachment=10:212p92y0]1.jpg[/attachment:212p92y0][/center:212p92y0]

    L`ospedale di guerra si sa cos`è.
    La nave ospedale è qualcosa di più, un ponte tra la trincea e la patria, il concetto di portare l`ospedale ai feriti, non potendo i feriti venire all`ospedale.

    La perfetta organizzazione permette di imbarcare da 800 a 900 malati o feriti a seconda del tonnellaggio della nave, in due o tre ore al massimo.
    Quando si può attraccare alla banchina la cosa è facile.
    Autovetture della Croce Rossa accompagnano i feriti a bordo e chi può sale con le proprie gambe chi non può viene portato in barella.
    Ma quando la nave è ancorata al largo e peggio c`è mare grosso, l`imbarco diventa penoso.
    Arrivano sotto bordo i mezzi più disparati, velieri, pescherecci, pontoni, zattere, lance

    Imbarco di feriti a mezzo di pontoni in mare aperto
    [attachment=9:212p92y0]2.jpg[/attachment:212p92y0]

    Da un motoveliero in mare aperto, si imbarcano sopra una nave ospedale feriti trasportati per mezzo di barelle
    [attachment=8:212p92y0]3.jpg[/attachment:212p92y0]

    I malati meno gravi sono issati entro grossi cestoni con le gru, i barellieri vengono imbragati in apposito sistema in modo da non ricevere alcun urto né la minima scossa, se dormono possono seguitare a dormire.
    Effettato l`imbarco avviene lo smistamento, ogni malato è convogliato in ascensore al reparto della specialità cui il suo caso appartiene, medicina o chirurgia , settici o asettici, malattie tropicali o ustioni, fratturati o ciechi.
    Ogni imbarcato riceve un doppio numero, per occupare il letto a cui è assegnato e per il bagaglio personale che va stivato nei depositi magazzini.

    Ciò sembrerebbe abbastanza normale se le navi ospedale raccogliessero soltanto feriti già degenti in altri ospedali militari o da campo, ma non è sempre così, infatti la nave può capitare in un porto che prima era a ridosso del fronte e ora è ai margini della trincea, per cui si caricano i barellati mentre infuria la battaglia, può succedere che arrivi nel pieno di un bombardamento aereo o di un combattimento aereo-navale, allora si trova al suo centro d`azione e deve provvedere all`immediato soccorso ai feriti ed eseguire, se necessarie, operazioni difficili e urgenti come la trapanazione del cranio o la laminectomia alla colonna vertebrale o un intervento all`addome o agli organi di movimento.

    Una difficile operazione eseguita d`urgenza a bordo
    [attachment=7:212p92y0]4.jpg[/attachment:212p92y0]

    A tale effetto la nave è provvista di speciali sale operatorie con gabinetti radiologici e batteriologici, autoclavi, lettighe snodabili, lampade "senz`ombra", aspiratori e bisturi elettrici, come di meglio non potrebbe desiderare un ospedale di modernissima costruzione.
    Medici specialisti della Regia Marina, effettivi e richiamati, intervengono nei vari casi e compiono dei veri miracoli dovendo molte volte operare con il mare grosso forza 9 o peggio sotto un bombardamento nemico.

    La missione della nave ospedale è quella di salvare quante più vite possibili, siano essi amici o nemici e senza distinzione di razza.

    Un gruppo di feriti inglesi raccolti a bordo di una nostra nave ospedale dove ricevono le stesse premurose cure dei nostri soldati
    [attachment=6:212p92y0]5.jpg[/attachment:212p92y0]

    Uno dei tanti episodi:
    Vien dato alla nave ordine di recersi a un certo punto X per recuperare i naufraghi di un nostro piroscafo silurato.
    La nave parte, cerca e perlustra il mare per due giorni, rottami, zatterevuote, cadaveri, non un solo uomo vivo.
    Finalmente si sentono delle voci, dalla plancia si guarda con il cannocchiale, si tratta di naufraghi e certamente di ufficiali, almeno da quanto dicono i distintivi dei berretti, ma sono biondi, tutti e tre biondi, ..........nemici.
    Si stringe il cuore a tutti, invece dei nostri, si trovano dei nemici.
    Per un momento ci si sente svuotare e poi si scrolla di dosso la dolorosa impressione, lenzuola calde, cordiali, frizioni e sono restituiti alla vita, per sentirsi dire che erano proprio loro gli affondatori della nave di cui invano cercavamo i superstiti.
    La sola soddisfazione almeno, che il piroscafo silurato prima di inabissarsi aveva a sua volta colpito l`idrovolante inglese.

    Salvataggio di naufraghi inglesi compiuto da una nostra nave ospedale
    [attachment=5:212p92y0]6 6.jpg[/attachment:212p92y0]

    Una giornata in una nave ospedale dà una idea abbastanza esatta per quanto insufficiente della perfetta organizzazione con cui è amministrata, tutti sanno cosa e devono fare dai medici alle Sorelle della C.R. agli infermieri, tutti fan del loro meglio.
    Per tutti indistintamente le Sorelle sono piene di affettuose cure, che cosa non fanno queste volontarie infermiere sulle navi ospedale, come quelle dislocate negli ospedaletti da campo, alle loro mani sono affidati i primi feriti e i più gravi.
    Affrontano qualunque lavoro, corrono il pericolo dei bombardamenti e il rischio di infezioni, vincono la fatica, resistono davanti alle operazioni più difficili, superano il disgusto al fetore delle piaghe e dei corpi molte volte torcendo la bocca per il mal di mare, sempre pronte, vigili, attente infaticabilmente, straordinariamente illuminate di coraggio e di sacrificio e non hanno nemmeno un nome, i feriti le chiamano Sorelle.

    All`opera di assistenza a bordo partecipano dame dell`aristocrazia e di sangue reale, qui la Duchessa di Genova al letto di un ferito
    [attachment=4:212p92y0]6.jpg[/attachment:212p92y0]

    La principessa Maria Cristina di Borbone procede al bendaggio di un ferito operato a bordo della nave su cui la Principessa è imbarcata
    [attachment=3:212p92y0]7.jpg[/attachment:212p92y0]

    E` l`ora del vitto ed ecco una dama della Croce Rossa che porge il cibo a un soldato che non è in grado di servirsi con le proprie mani
    [attachment=2:212p92y0]8.jpg[/attachment:212p92y0]

    Un`infermiera annota sul suo registro l`indirizzo che gli detta un marinaio ferito desideroso di far pervenire sue notizie alla famiglia
    [attachment=1:212p92y0]9.jpg[/attachment:212p92y0]

    La giornata è finita.
    I medici passano per un ultimo controllo, il barbiere è andato di letto in letto a radere gli infermi.
    Tutti hanno consumato il loro vitto, sono stati lavati, medicati, puliti, il cappellano di bordo è passato a dire una parola di conforto a ognuno.

    Il cappellano reca conforto ai degenti in una corsia della nave
    [attachment=0:212p92y0]10.jpg[/attachment:212p92y0]

    Ora possono dormire, si abbassano le luci, qualche Sorella cammina su e giù per eseguire le prescrizioni notturne, una iniezione, il controllo della temperatura, una compressa, un po` di ghiaccio.
    Si vedono in fila tutti quei lettini bianchi, allineati, con le scarpe sotto anche se i piedi non ci sono più e le divise piegate anche se non potranno indossarle più.

    E la nave al cloroformio cammina, mentre le città sono al buio e la gente si tappa in casa, dietro porte e finestre foderate di nero, la nave bianca cammina illuminata sui mari in guerra, sembra una nave in festa e invece è la nave del dolore.
    Non ha un colpo di fucile a bordo, sua unica difesa il segno della Croce Rossa.
    Per questo gli inglesi hanno silurato il quaranta per cento della nostra flotta ospedaliera di cui la Po, California, Arno, Città di Trapani.

    Per chi volesse approfondire http://digilander.libero.it/casellidome ... __navi.htm
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    luciano

  2. #2
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    Re: Ospedali in mare

    Gran bel lavoro Molto molto interessante.
    Non conquisterai mai nuovi orizzonti senza il coraggio di perder di vista la riva

  3. #3
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    Re: Ospedali in mare

    Molto interessante, bravo!!!!
    Mio nonno fù riportato in Italia sulla nave ospedale Cesarea,
    saluti
    Mario

  4. #4
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    Re: Ospedali in mare

    articolo interessantissimo e commovente... complimenti!
    "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi, e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato; per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni"
    LO GIURO!!!!
    ... ma quanto è bello il BM59 TA??

  5. #5
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    Re: Ospedali in mare

    Un grazie a tutti voi , mi fa piacere Mario che tuo nonno sia potuto rientrare in patria

    Altre immagini e commenti presi sempre dall'Illustrazione italiana n° 26 n° 38 anno XX

    Una nave ospedale nel porto di Napoli, ha portato il primo contingente di connazionali rimpatriati dall'Africa Orientale
    [attachment=40ml90la]11.jpg[/attachment0ml90la]

    La principessa di Piemonte col ministro Teruzzi durante la visita a bordo
    [attachment=30ml90la]22.jpg[/attachment0ml90la]

    Nello spazio di appena 42 giorni, tre nostre navi ospedale sono state proditoriamente attaccate con bombe e siluri da velivoli britannici è di ieri l'affondamento dell'Arno, colpita a 40 miglia da Tobruk, sette giorni prima nelle acque cirenaiche, veniva mitragliata l'Aquileia, che sfuggiva miracolosamente al siluro, il 29 luglio, davanti a Derna , la Città di Trapani era fatta bersaglio di numerose bombe sganciate da velivoli inglesi.

    La nave ospedale Aquileia sfuggita all'attentato al suo ritorno in un porto italiano
    [attachment=20ml90la]1.jpg[/attachment0ml90la]

    I segni del feroce mitragliamento sulla fiancata della nave
    [attachment=10ml90la]2.jpg[/attachment0ml90la]

    Il comandante e lo stato maggiore dell'Aquileia
    [attachment=00ml90la]3.jpg[/attachment0ml90la]

    Aggiungo i link di questi video che ho trovato in rete sulla nave ospedale Po
    http://www.youtube.com/watch?v=w9sNNDvVWyM
    http://www.youtube.com/watch?v=WFodEtOa ... re=related
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    luciano

  6. #6
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    Re: Ospedali in mare

    Le navi ospedale hanno salvato migliaia di vite, ma i civilissimi alleati hanno sempre dubitato, vedevano complotti e trasporti proibiti in ogni nave, non hanno mai riconosciuto lo "status" di navi soccorso ai nostri mezzi che salvavano i piloti italiani abbattuti ...ma loro hanno vinto.

  7. #7
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    Re: Ospedali in mare

    Interessante ma aggiungo che, tecnicamente, i transatlantici che rimpatriarono i nostri connazionali dall'Africa Orientale non godevano dello status giuridico di nave ospedale. Se si nota, persino le insegne sono diverse, al negativo rispetto alle "ordinarie" navi bianche..
    cerco qualsiasi materiale, fotografico o documentale, precedente al 1945 relativo all'Isola d'Elba e dintorni.. anche in copia!

    Non amo la spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la sua gloria. Amo solo ciò che difendo..

  8. #8
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    Re: Ospedali in mare

    Ciao, vero quanto dici , tra l'altro mi risulta che navigassero a luci spente.

    Credo che Claudio si riferisse sempre alle navi ospedale.
    luciano

  9. #9
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    Re: Ospedali in mare

    Immagini e commenti tratti da un mio cartaceo molto più recente.

    Quanto detto da Bacchiola mi ha stimolato a ricercare quante più precisazioni possibili, in quanto mi piacerebbe e sarebbe interessante capire qualcosa in più.
    Infatti nel mio libro questa nave è considerata "nave ospedale" e la didascalia recita ""nave ospedale attraccata a Napoli proveniente dall'Africa Orientale carica di reduci/profughi che tornano dai campi di internamento.

    [attachment=4:3p4uczdd]2.jpg[/attachment:3p4uczdd]

    Ora se leggiamo sotto, quanto è stato scritto, sorge il dubbio se questa può essere considerata tale.

    Una nave ospedale secondo le convenzioni internazionali.
    ""La flotta sanitaria messa a punto per la campagna etiopica, era costituita da 8 navi-ospedale, atte a soddisfare le esigenze generali del servizio bellico e quelle particolari imposte dal clima equatoriale.
    Su ognuna di tali navi c'erano un colonnello medico, un capitano medico per il comando degli infermieri imbarcati, un farmacista e vari medici capi-reparto, più numerose infermiere volontarie della Croce Rossa.
    Anche la 2a ww venne affrontata con una nutrita flotta sanitaria, composta da oltre 14 navi.
    L'emblema delle navi ospedale è una croce rossa in campo bianco, esso è posto sull'albero di maestra e, in porto anche sull'asta di prora come bandiera, lo scafo interamente dipinto di bianco, deve essere percorso da una fascia verde alta circa un metro e mezzo e interrotta, nella parte centrale da una croce rossa in campo bianco, lo stesso segno va riportato anche sui lati dei fumaioli.
    Di notte, poi, le navi devono restare costantemente illuminate e l'emblema che le caratterzza (la croce rossa) deve essere sempre ben visibile, composto da lampadine rosse e bianche sempre accese.
    Le convenzioni internazionali stabiliscono che le navi-ospedale siano notificate all'inizio di ogni guerra o durante le ostilità , comunque prima di essere messe in servizio.
    Esse siano salvaguardate e tutelate dai belligeranti e che siano esenti da cattura e che non siano assimilate a navi da guerra e in caso di approdo a porti neutrali, non possano essere trattenute dal nemico per brevissimo tempo e soltanto in casi assolutamente eccezzionali."""

    Quindi credo che le navi ospedale che portavano anche profughi in italia dall'A.O.I., dipinte di bianco con la sola croce rossa sul fianco potevano essere tali, mentre allo scoppio della 2a ww si è voluto per convenzione internazionale apporre tutto quanto sopra specificato e quindi ................ben visibile dagli inglesi.

    Alcune immagini sempre dal cartaceo

    Sala operatoria della nave-ospedale Gradisca (1940)

    [attachment=3:3p4uczdd]5.jpg[/attachment:3p4uczdd]

    Ufficiali medici e cocerossine si imbarcano sulla nave- ospedale Toscana
    [attachment=2:3p4uczdd]1.jpg[/attachment:3p4uczdd]

    Dipinto su un parapetto della nave Toscana "" per la gloria darei la vita, per l'onore la vita e la gloria"
    [attachment=1:3p4uczdd]3.jpg[/attachment:3p4uczdd]

    Fori di proiettile provocati da un attacco aereo su una nave della Croce Rossa
    [attachment=0:3p4uczdd]4.jpg[/attachment:3p4uczdd]
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    luciano

  10. #10
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    Re: Ospedali in mare

    Certamente mi riferivo alle navi ospedale. Ora, benchè la guerra è bastarda per se stessa, non mi sento di assolvere chi ha colpito delle navi che in ogni caso viaggiavano con "tecnica"molto diversa dal naviglio militare, così come non mi sento di condannare a "priori" quei piloti di aereo che hanno colpito i treni con prigionieri di guerra solo perchè non riuscivano a vedere, o non credevano alla scritta POW sui vagoni o a improvvisate bandiere della CR. Purtroppo in guerra bisogna trovarcisi, solo così si può capire cosa passa nella mente del soldato vedendo difronte comunque un nemico, e dubitando "per ordine superiore " sull'onestà* dell'avversario. Poi la storia ci insegna che non sempre fu sbagliato dubitare... ma questo è altro.
    Saluti

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