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Discussione: Poche immagini del War Museum di Londra

  1. #11
    Utente registrato L'avatar di btgak47
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    Bellissime foto: non sono daccordo col fatto di riverniciare come nuovi i mezzi custoditi nel museo, come dei MINT!
    Avrei preferito vedere dei mezzi vissuti ma originali al 100% (salvo ovviamente perdita quasi totale di vernice o presenza massiccia di ruggine).
    [ciao2]
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  2. #12
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    X Max hai ragione ho visitato anch'io il museo della tecnica e scienza e se non ricordo male oltre a tutto e di più c'era anche un nostro piccolo idrovolante tutto in alluminio[ciao2]
    luciano

  3. #13
    Utente registrato L'avatar di piesse
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    Citazione Originariamente Scritto da btgak47

    Bellissime foto: non sono daccordo col fatto di riverniciare come nuovi i mezzi custoditi nel museo, come dei MINT!
    Avrei preferito vedere dei mezzi vissuti ma originali al 100% (salvo ovviamente perdita quasi totale di vernice o presenza massiccia di ruggine).
    [ciao2]
    Beh, diciamo che qui non siamo nel campo elmetti o oggetti piccoli.
    Tieni presente che spesso parlando di aerei, ma anche di mezzi, si tratta di ricostruzioni mettendo insieme fusoliere, ali, motori di provenienza diversa, molte parti vengono ricostruite, la verniciatura diviene parte essenziale del restauro.

    Spesso si tratta di relitti ripescati sottacqua o addirittura sotto terra; nella migliore delle ipotesi sono aerei dismessi dopo lunghissime carriere, passati nelle mani di svariate aviazioni militari e magari anche civili, cannibalizzati per pezzi di ricambio e via dicendo, trovati abbandonati in vecchi aeroporti del terzo mondo, con verniciature fatte e rifatte, insegne cancellate, coperte, rifatte, parti sostituite, ecc. ecc.

    Da dire che talvolta le verniciature dei restauri sono poco accurate o poco fedeli, specie per quel che riguarda mezzi restaurati qualche decina di anni fa, che talvolta erano decisamente aprossimativi.

    Ricordare il terribile Macchi 202 dello Smithonsian Institute, famoso per il suo Pink Sand (un bel rosa-rosa) o il CR42 di Biggin Hill coperto da macchie geometriche e nette, anziché le classiche "amebe", con un aspetto da quadro cubista, e ell'epoca erano i soli esemplari al mondo di questi nostri "classici".

    Oggi c'è molta più attenzione e accuratezza nei restauri.

  4. #14
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    Complimenti per le foto londinesi.
    Sono baffobruno e approfitto prendendo la palla al balzo, dato che ho visto (e sentito parlare)
    di Messerschmitt 262. A nessuno di voi risulta notizia di presenze di
    tale velivolo in versione da fotoricognizione in Italia, meglio ancora se con utilizzo come campo-trampolino dell' aeroporto di Treviso (allora appartenente al Luftgaukommando XXVIII)? Il bellissimo libro sull' ANR di Arena ne accenna solo di striscio.
    Grazie sin d' ora per qualsiasi risposta.
    Baffobruno

  5. #15
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    Ciao baffobruno non posso dirti molto ma dai miei scritti mi risulta che l'unico aereo a reazione realmente adibito alla ricognizione aerea era l'Arado Ar234B-2 chiamato Blitz era un apparecchio ad ala alta a doppio getto che usava gli stessi reattori Jumo 004B del
    Me 262 sistemati in gondole sotto le alicon tre ruote retrattili nella fusoliera in cui erano anche 3750 litri di gasolio e due cannoncini fissi MG 151 da 20mm che sparavano all'indietro con mira periscopica. Questo efficentissimo aereo entrò in servizio nel settembre del 44 in una unità* speciale ((Sonderkommando) appositamente costituita a Rheine/Hopsten ed entro la fine dell'anno erano state compiute altre 1000 missioni di fotoricognizione volando alla quota di 10.000 metri. La copertura fotografica era superba e incrementò radicalmente la fino all'ora inesistente capacità* di ricognizione della Luftwaffe sull'Italia settentrionale e sull'Inghilterra meridionale. Forse è a questo che ti riferisci. [ciao2]
    luciano

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