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Discussione: MAS sul lago di Ladoga

  1. #21
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Citazione Originariamente Scritto da luigi59
    Dovete scusarmi se vi ho tediato ma ho scritto di getto ciò che mi sono tolto dal cuore.
    Stai scherzando vero? Attendiamo con ansia che ci racconti tutte le avventure del Mas 527!!!
    Questo lo consideriamo solo un antipasto!
    Luigi, raccontaci tutto quello che sai e che pensi giusto condivere con noi, saremo contentissimi di ascoltarti!

  2. #22
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Citazione Originariamente Scritto da Vexillifer
    Citazione Originariamente Scritto da luigi59
    Dovete scusarmi se vi ho tediato ma ho scritto di getto ciò che mi sono tolto dal cuore.
    Stai scherzando vero? Attendiamo con ansia che ci racconti tutte le avventure del Mas 527!!!
    Questo lo consideriamo solo un antipasto!
    Luigi, raccontaci tutto quello che sai e che pensi giusto condivere con noi, saremo contentissimi di ascoltarti!
    Quoto
    Ho letto con molto interesse quanto hai scritto e spero di poter leggere molto altro, un pezzo di storia che non deve essere dimenticata .

    Il Storia Illustrata che citi (agosto 1974) l'ho pure io.
    Vero quanto dici riguardo al giornalista Lino Pellegrini, infatti è lui che ha firmato su L'Illustrazione italiana del 42 la corrispondenza particolare.

    Grazie per il tuo intervento davvero molto gradito
    luciano

  3. #23
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Parlare solo di tutte le avventure del MAS 527 di mio padre mi sembra assai ingeneroso nei confronti del genitore stesso visto che alla guida della MS 33 il medesimo concquistò due medaglie d'argento al valor militare (dopo l'armistizio) mentre a bordo del suddetto MAS 527 invece una sola sempre d'argento. Ovviamente scherzo.
    Mi fa assai piacere avere suscitato in tanti di Voi un così notevole interesse. Del resto ciò è accaduto anche con le insegnanti delle due figlie che ho le quali mi hanno convocato per raccontare agli alunni la vita militare vissuta dal genitore. Inevitabile durante i mei racconti qualche lacrimuccia.
    Diciamo che il genitore era nato con la vita militare nel sangue. Il suddetto mi raccontava sempre di essere rimasto affascinato ed ispirato da tale vita militare osservando una parata di giovani tedeschi in Corso Italia a Pisa (la strada centrale) i quali marciavano imperterriti nonostante la presenza di un notevole temporale.
    Entrato in Accademia Navale a Livorno non ancora diciottenne il genitore raccontava sempre che per lui era come se tale vita militare la avesse sempre svolta tale era la passione che aveva dentro di sè.
    Questo nonostante la vita durissima ai quali i "pivoli" (i nuovi arrivati) venivano sottoposti. Si pensi che perfino d'estate, perchè non accusassero dolori allo stomaco od altro, gli accademisti erano costretti ad indossare le pancere di lana. Inevitabili i controlli e le punizioni se dette pancere non venivano trovate applicate.
    Due frasi mi sono rimaste impresse del Comandante Bechi: la prima proprio in occasione della sua destinazione Lago Ladoga quando raggiunse assieme agli ufficiali italiani i colleghi tedeschi a Berlino per poi proseguire la rotta aerea per Helsinki.
    Diceva infatti mio padre: ebbi una ulteriore conferma della legge non scritta degli uomini quando mi accomodarono in aereo e vidi la dislocazione di tutti i militari a bordo (davanti tutti gli ufficiali tedeschi in ordine di grado e poi quelli italiani anch'essi in ordine di grado) con i vertici del regime fuori a salutare la spedizione.
    Altra frase che mi è rimasta impressa quando la sua carriera terminò negli Abruzzi con l'affondamento della MS 33 dopo che mio padre aveva sbarcato i devastatori inglesi i quali dopo avere danneggiato le fortificazioni tedesche venivano ripresi a bordo dal genitore. Purtroppo sulla terraferma i devastatori inglesi vennero catturati, isolati tra di loro e sotto tortura comunicarono il segnale convenzionale che avrebbero dovuto fare a mio padre per essere ripresi.
    La MS 33 dopo essersi avvicinata alla terraferma venne fatta oggetto di violente cannonate provocando il successivo affondamento.
    Mio padre nonostante la compressione del nervo radiale che aveva immobilizzato il suo braccio sinistro riuscì a mettere a mare l'equipaggio (i feriti più gravi dentro le zattere mentre gli altri meno gravi aggrappati alle stesse) abbandonando l'imbarcazione per ultimo (viene a mente qualcun altro come paragone vero?).
    Purtroppo in prossimità della terraferma i tedeschi accesero i riflettori e cominciarono a sparare riuscendo ad uccidere tutti tranne due militari: mio padre ed un guardiamarina vicentino.
    Il genitore riuscì a raggiungere a stento, guadando 200 metri sott'acqua, una casa di contadini (prima rimase svenuto circa mezz'ora sulla terraferma) raccontando di notte di essere un militare della imbarcazione incendiata (A Roseto degli Abruzzi la popolazione locale era di notte tutta fuori sulla costa non capendo che cosa stesse accadendo) chiedendo se poteva essere accompagnato in Ospedale.
    Ricevute le prime sommarie cure nella casa colonica mio padre venne accompagnato a Città di Penne all'Ospedale dove venne ricoverato sotto falso nome (Corradi Piero - ho chiesto ed ottenuto nell'anno 2011 copia della cartella clinica) e successivamente trasferito presso il convento dei Frati cappuccini di Città di Penne, dove peraltro sono stato nell'anno 2010 consegnando agli allora frati copia dell'articolo "Adriatico Centrale" scritto dall'ex paracadutista Silvio Tasselli ed apparso su "Storia e Battaglie" nell'anno 2005 volume n.46 (narra in sostanza ciò che vi ho appena detto).
    Da notare che i tedeschi avevano rinvenuto un paio di bermuda di mio padre sporchi di sangue abbandonati sulla terraferma e da lì erano risaliti alla vera identità del comandante della MS 33.
    I cani dei tedeschi avevano fiutato questi bermuda ed erano arrivati vicinissimo alla abitazione di chi aveva ospitato il genitore ma quando questi era già in Ospedale. A Città di Penne in ospedale i tedeschi arriveranno sempre quando il comandante era travestito da frate in convento.
    Successivamente il genitore con due numeri di scarpe inferiori al suo (n44 anzichè 46) in pieno inverno ed a piedi arriverà a Firenze e qui riceverà una bicicletta pagata sulla parola una volta giunto a destinazione (Fornacette in provincia di Pisa).
    Da notare che quando si presentò a mia madre il genitore era impossibilitato a dare notizie di sè da otto mesi ed aveva ricevuto la terza medaglia d'argento alla memoria in quanto il Comando della Marina italiana era convinto che, nonostante la taglia che i tedeschi avevano affibbiato addosso al genitore, costui fosse morto nel conflitto navale.
    Con questo al momento termino e vi formulo i miei migliori auguri di Buona Pasqua.

  4. #24
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Travolto dall'emozione mentre scrivevo mi sono dimenticato la seconda frase del genitore che mi era rimasta impressa:

    "capii che cosa fosse veramente la guerra nelle battute conclusive quando mi ritrovai ferito e con il dovere di mettere a mare tutto l'equipaggio. Prima di allora ero stato io a far capire agli altri che cosa rappresentasse la guerra".

    Scusatemi dell'inconveniente!

  5. #25
    Utente registrato L'avatar di Franz56
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    Re: MAS sul lago di Ladoga


    Grazie di aver condiviso queste memorie...

    Me le sono lette tutte d'un fiato...
    E' una fortuna che capita di rado poter leggere racconti così...

    Che uomo è stato tuo padre, un uomo con la "U" maiuscola...!!!
    E Uomini così ce ne furono sicuramente molti altri...
    Da esserne veramente fieri...

    Peccato che ormai se ne sia "perso lo stampo"...

    Di Uomini così oggi ne avremmo veramente bisogno... peccato che ormai sono rarissimi... quasi una "specie in via d'estinzione"

    Grazie ancora e Buona Pasqua...
    La vita è un temporale... prenderlo nel .... è un lampo...!!!
    El vento, el ... e i siori i gà sempre fato quel che i gà voludo lori...

    "Se un bischero dice 'azzate vorti'osamente può apri' un varco spazio temporale, in cui può incontrassi po'i se'ondi prima, generando 'osì un'infinita e crescente marea di 'azzate"... Margherita Hack

  6. #26
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Altro grande eroe dello spessore di mio padre che mi viene in mente l'Ammiraglio Gino Birindelli.
    Ricordo di avere rimproverato nel senso buono del termine mio padre più di una volta dato che noi abbiamo abitato sempre a Pisa mentre il primo abitava a Firenze.
    Da parte mia pretendevo che i due si incontrassero alla presenza di noi figlii ma il mio genitore travolto dagli impegni quotidiani (era nel frattempo diventato un ingegnere di fama nazionale) rimandava continuamente l'incontro finchè purtroppo nel 1983 ci lasciò in maniera assai prematura all'età di soli 63 anni sconfitto da un male incurabile.

  7. #27
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Citazione Originariamente Scritto da cocis49
    Il Storia Illustrata che citi (agosto 1974) l'ho pure io.
    Vero quanto dici riguardo al giornalista Lino Pellegrini, infatti è lui che ha firmato su L'Illustrazione italiana del 42 la corrispondenza particolare.

    Su l'Illustrazione italiana venne pubblicata la foto in origine, a parte poi il numero di Storia illustrata? Perchè io le foto le ho viste su una pubblicazione finlandese!

    Grazie Luigi per il racconto davvero emozionante!

  8. #28
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Si che le foto siano state pubblicate anche su riviste finalandesi lo trovo ovvio e scontato.
    Non dimentichiamoci che a bordo dei MAS italiani vi erano sempre ufficiali finlandesi che conoscevano il lago Ladoga come le loro tasche e rappresentavano pertanto un elemento di sicurezza durante la navigazione.
    A bordo del MAS 527 ad esempio vi era il papà di jarno Saarinen, il pilota motociclistico purtroppo deceduto a Maggio del 1973 nel circuito di Monza assieme a Renzo Pasolini.
    Del resto lo stesso Ufficiale Saarinen sarà presente al momento della decorazione ricevuta da mio padre ad opera del generale Carl Gustav Emil Mannerheim il quale consegnerà a quest'ultimo una croce di guerra.

  9. #29
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Dopo avere scritto il mio ultimo messaggio sono andato a cercare la documentazione relativa agli altri due comandanti dei MAS 529 (Giuseppe Bianchini - torinese e cugino dello scrittore Mario Soldati) e 528 (Aldo Benvenuto - genovese).
    Detta documentazione altro non sono che i giustificativi delle decorazioni conseguite dai suddetti (quelle di mio padre le ho già inviate via e-mail a al responsabile del Forum) ed i riferimenti internet riguardanti i medesimi.
    Questo materiale così come l'estratto matricolare di mio padre (narra nel dettaglio tutto ciò che il genitore ha compiuto nella sua carriera militare) verranno da me inviati sempre al Responsabile del Forum martedì 10.4.2012 al mio rientro in ufficio previa apposita scannerizzazione dei documenti.
    Il Responsabile è da me autorizzato sin da adesso a pubblicare detto estratto matricolare.
    Devo dire che negli ultimi tempi ho cercato di mettermi in contatto con i parenti dei due comandanti ma senza alcun esito e nonostante abbia chiesto aiuto all'Ufficio Storico della marina.
    Se qualcuno potesse aiutarmi sotto questo aspetto9 mi farebbe un enorme piacere.

  10. #30
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    Re: MAS sul lago di Ladoga

    Caro Luigi ... bellissimo ed emozionante racconto!

    Aggiungo queste due foto inedite direttamente dal mio archivio:

    1 - Germania 1942: ristoro degli equipaggi dei MAS durante una sosta in Germania nel viaggio verso la Finlandia

    2 - il MAS 528 in pattuglliamento sul Lago Ladoga

    E la cartolina del 1942 realizzata in onore dei MAS italiani in Mar Nero...

    Bye
    Giò
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