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Discussione: Un eroico tenente dimenticato

  1. #1
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    Un eroico tenente dimenticato

    Spero che, senza polemiche, possiate apprezzare questo racconto che vi inoltro così come inviatomi pochi giorni fa da un amico:

    F. P, non voglio citare il nome completo perché non autorizzato.
    Nel 1940, quando l’Italia entrò in guerra i giovani italiani, perché studenti, erano dispensati dal presentarsi alle armi. Ma quei giovani non accettarono questa discriminazione e inscenarono una dimostrazione, cioè si radunarono in Nord Italia e intrapresero una marcia, che passò alla storia come la marcia della giovinezza. Partirono in 20mila, lungo la strada se ne aggiunsero altri 5mila e attraversando l’Italia da Ovest verso Est percorsero a piedi un migliaio di chilometri. A poco valse questa manifestazione di patriottismo e di senso del dovere, perché il Governo di allora perseverò nel rifiuto, anche se, alla fine, dovette cedere qualcosa: a un migliaio di giovani fu concesso l’onore di Servire la Patria (come suona male oggi questa espressione).
    Torniamo a F.P., questi allora era un giovane di quindici anni e non faceva parte della suddetta marcia della giovinezza, ma sentiva l’obbligo di partire. Nel 1942, fuggì da casa e si arruolò nel raggruppamento CC.NN. Montebello. Rimase alcune settimane in questa formazione, poi gli ufficiali avendo controllato l’età gli consigliarono di tornare a casa.
    Ma quale casa?! Lui voleva combattere per l’Italia e, tra mille peripezie lo ritroviamo in Russia nelle file della Tagliamento. Partecipò a diversi combattimenti fino a quando la Tagliamento nel giugno 1943 fu rimpatriata per riorganizzarsi, avendo subite dure perdite.
    Poi avvenne il, croocked deal (espressione di Eisenhower) dell’8 settembre 1943 e F.P., similmente a centinaia di migliaia di altri giovani e meno giovani, aderì alla Rsi e rimase nella Tagliamento, esattamente nel Primo Plotone, e riprese le armi combattendo, fra l’altro contro gli angloamericani lungo il dorsale adriatico, sotto il comando del Tenente Giuseppe Mazzoni da Zara.
    A proposito del tenente zarino Giuseppe Mazzoni, F.P. alcuni anni fa mi rilasciò questa testimonianza.
    Leggete e giudicate, quanto ha ricordato F.P..
    Siamo agli ultimi giorni della guerra e precisamente nell’aprile 1945.
    La Prima Compagnia agli ordini del capitano Carlo De Mattei era rientrata a San Giacomo di Teglio, in alta Valtellina per riorganizzarsi prima di sferrare l’attacco decisivo alle postazioni trincerate del Mortirolo, dove si erano rinchiusi i partigiani delle Fiamme Verdi. Ci si stava dunque preparando, armi pulite e lubrificate, nastri della MG verificati, quando qualcuno, F.P. non ricorda il nome, entrò nella camerata che ospitava i legionari gridando fra le lacrime: <Ragazzi, è tutto finito, hanno ucciso il Duce. I tedeschi se ne vanno, siamo rimasti soli!>
    <Non mi è possibile descrivere ciò che ciascuno di noi ha provato in quei momenti. Non so se era più grande la rabbia o il dolore. Come naturale ci attaccammo alla radio per sentire le notizie: era vero! Il Duce, per il quale ognuno di noi era ancora disposto a dare la propria vita, era stato assassinato>.
    Mentre il Comandante di Compagnia, Capitano De Mattei, cercava di mettersi in contatto con eventuali camerati superstiti (erano tagliati fuori dal resto della Legione) e con il Cln locale per cercare di salvare i suoi legionari, il Tenente (Pino) Giuseppe Mazzoni, come detto, comandante del Terzo plotone della Prima Compagnia, adunava nel cortile tutti i Legionari e dopo aver illustrato la situazione generale, dichiarava: <Io ho perso non solo la guerra, ma la mia città, la mia Dalmazia. Avevo giurato di vincere o di morire. Una guerra si può perdere, ma con onore, non servendo ed ossequiando il nemico. Noi non abbiamo tradito! Viva il Duce, viva l’Italia!>. Appoggiò la pistola d’ordinanza alla tempia e sparò. Pallottola difettosa? Misericordia divina? Il colpo non partì. Il Tenente Pino Mazzoni fece scorrere il carrello della rivoltella mettendo in canna una seconda pallottola. Questa volta il colpo partì, lasciando tutti noi attoniti e sgomenti.
    La Legione d’Assalto M Tagliamento, non si arrese a nessuno, si sciolse volontariamente il 5 maggio 1945.

    Firmato: P. F. – Primo Plotone, Leg Tagliamento

  2. #2
    Utente registrato L'avatar di Franz56
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Cavoli... che storia...!!!
    La vita è un temporale... prenderlo nel .... è un lampo...!!!
    El vento, el ... e i siori i gà sempre fato quel che i gà voludo lori...

    "Se un bischero dice 'azzate vorti'osamente può apri' un varco spazio temporale, in cui può incontrassi po'i se'ondi prima, generando 'osì un'infinita e crescente marea di 'azzate"... Margherita Hack

  3. #3
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Bellissima storia

  4. #4
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Bellissima e toccante storia, purtroppo credo che al giorno d'oggi solo chi ha qualcosa di "diverso" dentro possa coglierne il significato.
    Se non erro, da quella marcia del '40 nacque Battaglione Volontari Giovani Fascisti, di cui il comandante Balisti, una volta rientrato in Italia, istituì casa sua come punto di ritrovo dei suoi commilitoni, oggi è un piccolo museo reggimentale.
    vedi www.piccolacaprera.it

  5. #5
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Citazione Originariamente Scritto da Vexillifer
    Nel 1940, quando l’Italia entrò in guerra i giovani italiani, perché studenti, erano dispensati dal presentarsi alle armi. Ma quei giovani non accettarono questa discriminazione e inscenarono una dimostrazione, cioè si radunarono in Nord Italia e intrapresero una marcia, che passò alla storia come la marcia della giovinezza. Partirono in 20mila, lungo la strada se ne aggiunsero altri 5mila e attraversando l’Italia da Ovest verso Est percorsero a piedi un migliaio di chilometri. A poco valse questa manifestazione di patriottismo e di senso del dovere, perché il Governo di allora perseverò nel rifiuto, anche se, alla fine, dovette cedere qualcosa: a un migliaio di giovani fu concesso l’onore di Servire la Patria (come suona male oggi questa espressione).
    Tra quel migliaio di giovani c'era anche mio zio, che dovette tribolare non poco per avere l'onore di servire la Patria.

    Dopo un’estenuante sfilata di giovinezza per le strade dell’Italia settentrionale (Genova, Piacenza, Cremona, Mantova) il 1° e 2° Raggruppamento incontrano per strada l’altra colonna del 3° Raggruppamento Volontari della GIL, provenienti da Fano lungo il litorale adriatico. L’incontro avviene proprio alle soglie di Padova, ove insieme giungono marciando il 16 settembre 1940. Il 10 ottobre 1940, il Duce assiste dal palco in Corso del Popolo, in località Prato della Valle, alla sfilata delle varie rappresentanze giovanili in armi, dinanzi ai suoi occhi attenti e severi, passano le schiere dei suoi Giovani Fascisti. Tutti felici e fieri di aver partecipato ad una simile parata, prima per le strade d’Italia e poi proprio davanti a colui che essi ammiravano tanto. Passata la festa iniziano le grane, il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio ha ufficialmente chiesto a Mussolini di smobilitare tutti i Btg. della GIL il quale dopo vari tentennamenti accetta l’idea di Badoglio, soprattutto per non innimicarsi le alte sfere dell’Esercito. E' così che scoppia una vera e propria rivolta alla Fiera Campionaria di Padova. I ragazzi della GIL non vogliono proprio sentire di tornarsene a casa a fare i figli di famiglia. Scoppiata la rivolta la Fiera diviene luogo di sfogo e di distruzione. I ragazzi non vogliono affatto retrocedere dalle loro intenzioni. E così, ad un certo punto, si giunge alle maniere forti per farli andare via. Ma non è opera facile. Tanti di loro riescono a sfuggire all’operazione di sgombero che i vari ras locali sono incaricati di eseguire con l’ausilio delle CC.NN. Molti dei Volontari trovano un nascondiglio ed altri in un secondo tempo faranno ritorno alla base o si aggregheranno giungendo da varie località.
    Padova ricomincia così a pullulare di giovani irremovibili, chiusi alla Fiera nell’attesa di chissà quale evento che li possa nuovamente riportare sulla via del cimento. Gli irriducibili non hanno accettato di retrocedere da eroici volontari a bambini da bastonare. A questo punto il problema si ripresenta in tutto il suo peso: che fare di questi cocciuti ragazzacci? Un Maggiore dei Granatieri è così inviato a trattare con i Volontari rinchiusi fra le mura della Fiera. Fulvio Balisti, vero ufficiale e gentiluomo dalla stoffa d’altri tempi, grazie alla sua capacità oratoria e la sua propensione al dialogo con i giovani (non è cosa comune saper sospendere la distanza anagrafica in un colloquio con i più giovani, tanto più arduo è poi riuscire a conquistarne la causa), riesce a farsi dire cosa davvero vogliano questi riottosi alla smobilitazione. Ben presto fra i giovani e Balisti si trova un punto d’incontro, un momento di potentissimo coagulo: l’idea di Patria.
    Dopo essersi chiariti reciprocamente, il 15 novembre 1940 alle 5 del mattino il Magg. Balisti si presenta ai cancelli della Fiera-Caserma dei Volontari e li conduce ordinatamente di persona alla stazione. Alcuni scendono a Montebello, vicino Montecchio Maggiore, altri, circa settecento, invece, sono accampati ad Arzignano. Ma il fatto straordinario è che ad ogni ora svariati ragazzi, sfuggiti ai loro mastini, fanno entusiastico ritorno fra le fila dei Volontari. "Il nostro posto è qui".
    I Volontari sono dunque inquadrati insieme a 14 ufficiali nel I Btg. speciale Volontari della GIL . Viene costituito anche un II Btg. e si pensa pure all’eventuale III Btg. speciale per i ritardatari.

  6. #6
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Citazione Originariamente Scritto da Strafexpedition
    Bellissima e toccante storia, purtroppo credo che al giorno d'oggi solo chi ha qualcosa di "diverso" dentro possa coglierne il significato.
    Se non erro, da quella marcia del '40 nacque Battaglione Volontari Giovani Fascisti, di cui il comandante Balisti, una volta rientrato in Italia, istituì casa sua come punto di ritrovo dei suoi commilitoni, oggi è un piccolo museo reggimentale.
    vedi http://www.piccolacaprera.it
    viewtopic.php?f=181&t=37020&start=0

  7. #7
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Profonda ammirazione e rispetto per per quegli uomini per quegli ideali, quando Patria e Onore non erano ancora parole vuote.
    Cerco foto, lettere, cartoline e materiale in genere della brigata Abruzzi, specie se del 58° reggimento. Il periodo di riferimento è quello dalla guerra italo-turca alla Grande Guerra.
    Sarò molto grato anche a chi mi darà informazioni e riferimenti letterari della stessa.
    Grazie.
    Giacomo

  8. #8
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Citazione Originariamente Scritto da BR1
    Citazione Originariamente Scritto da Strafexpedition
    Bellissima e toccante storia, purtroppo credo che al giorno d'oggi solo chi ha qualcosa di "diverso" dentro possa coglierne il significato.
    Se non erro, da quella marcia del '40 nacque Battaglione Volontari Giovani Fascisti, di cui il comandante Balisti, una volta rientrato in Italia, istituì casa sua come punto di ritrovo dei suoi commilitoni, oggi è un piccolo museo reggimentale.
    vedi http://www.piccolacaprera.it
    viewtopic.php?f=181&t=37020&start=0


    ....come immaginavo, e magari ci saremo anche visti di persona.....

    Onore a chi a combattuto per un ideali, giovani d'età, grandi nel cuore, immensi al Cielo, eterni nella memoria!

    ".......I ragazzi della GIL non vogliono proprio sentire di tornarsene a casa a fare i figli di famiglia. ......... I ragazzi non vogliono affatto retrocedere dalle loro intenzioni. ....Ben presto fra i giovani e Balisti si trova un punto d’incontro, un momento di potentissimo coagulo: l’idea di Patria. ....."

    Se penso alla gioventù di oggi mi viene da vomitare.....

  9. #9
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    Re: Un eroico tenente dimenticato

    Grazie per aver postato questo interessante racconto!

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