Apro questo topic in memoria dei marinai della Regia Marina che in quella fatidica data persero la vita nel primo impegno navale del Regno d'Italia appena costituito, fu uno scontro in cui la flotta italiana comandata dall'Ammiraglio Persano in contrapposizione a quella Austriaca sotto il comando di von Tegetthoff.

La RM poteva vincere con estrema facilità data la supriorità in tonnellaggio e armamenti, ma qualcosa come accadrà anche successivamente a tal data non funzionò, ovvero al momento della pugna le solite invidie e gelosie prevalsero sul proprio dovere di soldato e lasciarono che le nostre navi migliori venissero accerchiate e affondate, mentre metà della flotta non s'impegnava e stava a guardare fingendo un impegno solo a fatti praticamente avvenuti.

Le nostre perdite furono due corazzate la Re d'Italia e la Palestro con più di 600 perdite in marinai e ufficiali, cadde anche il comandante Faà di Bruno della Re d'Italia che non volle abbandonare la nave ammiraglia.

Per decenni dopo quell'evento si stese un velo pietoso per non rimembrare tale fatto, solo attorno al 1900 circa si cominciò a scrivere qualcosa in merito, e poi fino al 1930 circa e poco più, poi praticamente il nulla fino alla mia tesi su questo tema e non solo.

Questo fatto bellico, venne messo in ombra dalla vittoria prussiana a Sadowa contro gli austriaci, che chiesero la pace quasi nell'immediato e che i prussiani accettarono lasciando poi il Regno d'Italia solo contro l'Austria per un certo periodo di tempo, poi venne la pace e recuperammo il Veneto.

Questo topic/post è in memoria di tutti loro, marinai e ufficiali e al comandante della Re d'Italia.

Lo stesso vate ( Gabriele D'annunzio), scrisse in loro memoria un componimento:

Sotto la bufera cinereo là verso Ancona
L’Adriatico s’oscura:
se di lungi tuona,
il rombo rimbomba giù giù per la cupa calura.

E’ un’ombra s’allunga, s’aggrava su l’acque (io la scorgo
con un brivido interrotto
crescere, nel gorgo
livido una macchia far come di sangue corrotto);
s’allunga da Lissa remota a la riva materna.
Ecco, appar Faà di Bruno.
Sarà dunque eterna
la vergogna? E ascolta. Nessuno risponde, nessuno?
Tu, tu o naviglio d’acciajo, veloce guizzante
Bello come un’arme nuda,
vivo palpitante
come se il metallo un cuore terribile chiuda;

messaggero primo di morte sul mar guerreggiato,
franco vèlite del mare,
oh rispondi! Il fato
è certo; e a quel Giorno s’accendono i fochi su l’are

Altre poesia iscritta a Palazzo Reale a Venezia:

Marinai d’Italia, giustissimo orgoglio del sangue
nostro, eletto fiore di giovinezza cresciuto
lungo i lidi ove i padri legarono l’alte galee
vittoriose, udite, marinai d’Italia, speranza
prima!……..

Navi d’Italia, prole
Ferrea de la grande
madre liberatrice

belle e tremende sempre
dai cuori a la futura
prova cinte di voti,
o Navi a cui le tempre
la nostra fede indura
contro i perigli ignoti,

siate oggi benedette
un’altra volta ancora
a la pace e a la guerra!

e l'ultima e del poeta Chioggiato

Un’isola deserta
In un deserto mare.
Un nome: Lissa!

Lissa? Avete detto Lissa?

Solo, a poppa, guardo la scia
Dilungarsi, farsi più vasta,
e nel mar che si fascia di brume:
rassembrare un superstite fiume….
si, tra ‘l bianco un bianco sovrasta:
si, tra l’iridi delle spume
ogni bolla è un’orbita vuota…
V’è qualcuno in quel bianco che nuota?
V’è qualcuno in quel bianco, e spia?

Lissa? Avete detto Lissa?

Pur di sotto l’acque profonde
una gente pace non trova:
tutto un mare non ne nasconde
quel martirio che si rinnova!
Quando un’elica l’onde squassa,
una gente dal sonno balza:
l’ossa scricchiolan fremebonde,
e un corteo di scheletri s’alza
a guatar la nave che passa.

Lissa? Avete detto Lissa?

Passa, e ancor l’annunzio non porta
Atteso giù negli ossari.
Videro mai palombari
nel fondo dei taciti mari
una gran nave morta,
una gran nave fedele,
che aspetta, spiegate le vele,
che aspetta, di sangue rossa,
il giorno d’una riscossa?

Lissa? Avete detto Lissa?

Quel giorno, con l’altre….. Ma tarda
quel giorno, e la ciurma s’accascia,
la ciurma di scheletri! Oh ambascia,
se già la carena si sfascia!
Attonita guarda, e dispera:
la ruggine cresce, infingarda
già tura le bocche ai cannoni;
già un polipo enorme ai pennoni
stracciò l’inchiodata bandiera;

Lissa? Avete detto Lissa?

Già la santabarbara è piena,
non di nitro, di mero sale…
Morti, e chi darà riparo
a l’angoscia vostra immortale?
Ah nessun di noi tanto vale
da troncar la tenace pena!
Ma nei nostri cuori puri,
più che voi, morti, l’amaro
ne sentiamo noi morituri!

Lissa? Avete detto Lissa?
Mi scuoto: e chi ride? E chi mostra
con man pacata lo scoglio,
cui contro si franse l’orgoglio
nostro e la fortuna nostra?
Li ascolto; nel mio dialetto…
Fratelli! Che brivido schietto
di gioia, di fede nel petto!
Fratelli! e la nostra bandiera!
…La nave, la ciurma è straniera.

Lissa! Avete detto Lissa!

Nel cuor la piaga aperta
resta, mentre dispare
tra ‘l fosco Lissa.



Ecco ora sono soddisfatto, dedico questo topic a tutti i marinai d'Italia sotto qualunque bandiera e colore possano aver combattuto, ai nostri ragazzi trattenuti in India ingiustamente e di cui non dobbiamo dimenticarci e a mio nonno combattente nella Regia Marina e si trovò a Taranto durante il bombardamento britannico.

Onore Onore Onore

Christian M.