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Discussione: Un episodio della "guerra dimenticata" Iran-Iraq 1980-1988

  1. #1

    Un episodio della "guerra dimenticata" Iran-Iraq 1980-1988

    Un estratto dal libro

    LA GUERRA DIMENTICATA
    IL CONFLITTO IRAN-IRAK 1980-1988
    A cura di Carlo Lagomarsino e Andrea Lombardi

    Copyright © 2010 Associazione Culturale ITALIA Storica

    _________________________

    Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

    “Gli iracheni ci temevano perché ogni uomo ha paura della morte, ma noi no.”

    Un Pasdaran veterano della guerra Iran-Irak, 1998.


    “Behesti, questa non è una guerra per soldati, ma per preti. Vogliono che noi muoriamo: non solo che muoia il nemico, ma che muoriamo noi!”. [...] A nord, l’artiglieria pesante aprì il fuoco e con lontani, monotoni colpi seminò la morte nello Shatt al-Arab. Dall’ingresso della tenda, la guardia chiamò con un cenno i due. Il Generale era pronto.
    Alì e Behesti entrarono nella fetida oscurità del bunker.

    Bruce Sterling, The Gulf Wars, 1991.

    ____________________________

    Prefazione

    Una guerra lunga otto anni. Un milione di morti e milioni di pro-fughi. Armi chimiche e missili balistici contro attacchi in massa di ragazzini-soldato. La comunità internazionale preoccupata solo del prezzo del petrolio e di vendere armi ai contendenti. L’intervento americano per il controllo delle risorse petrolifere, tra incidenti in-ternazionali e il traffico clandestino d’armi. Una guerra dimentica-ta, oggi come allora. Trenta anni fa, la guerra Iran-Irak, 1980-1988: in questo libro la storia del conflitto è ricostruita dai saggi La guerra Iran-Irak, 1980-1988 di Saskia M. Gieling, dove sono approfonditi gli antefatti storici delle ostilità tra Irak e Iran, il con-testo politico internazionale e gli sviluppi diplomatici durante il corso del conflitto, Storia militare della guerra Iran-Irak, 1980-1988 a cura di Carlo Lagomarsino, che tratta in dettaglio l’organizzazione militare e le operazioni belliche delle due nazio-ni, analizzando i vari momenti della guerra, dall’offensiva irache-ne di inizio guerra alle controffensive iraniane, agli anni della guerra di posizione ai bombardamenti aerei e missilistici sui centri abitati (la “Guerra delle città”) e sul traffico navale nel Golfo (la “Guerra delle petroliere”), toccando poi punti controversi come la guerra chimica e l’intervento americano nel conflitto. Il saggio Le armi chimiche di Javed Ali, tratta poi il programma di armi chimi-che iracheno, il loro uso sul campo contro l’Iran e contro i curdi, le reazioni dell’ONU e degli Stati Uniti, mentre "Gli Stati Uniti e la guerra Iran-Irak" di Stephen R. Shalom analizza polemicamente ma accuratamente la politica americana nel Golfo Persico: le ma-novre diplomatiche per accrescere la propria presenza militare nel-la regione, l’appoggio dato all’Irak, le forniture di armi all’Iran (lo scandalo Iran-Contra), e le operazioni aggressive dell’US Navy, culminate nell’Operazione Praying Mantis, definita la maggiore operazione aeronavale statunitense dalla seconda guerra mondiale, e la strage di civili nell’abbattimento dell’Airbus civile iraniano.

    In appendice, la guerra aerea, il testo della Risoluzione ONU 598 che pose fine al conflitto, e l’elenco delle aziende occidentali e non che contribuirono allo sviluppo delle armi chimiche, battereo-logiche e nucleari irachene.

    ____________________

    Estratto dal Capitolo

    Storia militare della guerra Iran-Irak, 1980-1988
    a cura di Carlo Lagomarsino

    La guerra d'attrito, 1985-1987

    La sola importante offensiva terrestre del 1985, che coinvolse circa 60.000 soldati iraniani, fu condotta a marzo vicino Bassora; di nuovo, l’assalto ebbe come unico risultato delle nuove pesanti perdite. Nel 1986, però, l’Iraq subì una grave sconfitta nella regione meridionale. Il 9 febbraio, l’Iran lanciò un riuscito assalto anfibio attraverso lo Shatt al Arab e catturò il porto petroli iracheno di Al Faw, abbandonato in precedenza. L’occupazione di Al Faw, un’impresa logistica di rilievo, coinvolse 30.000 soldati regolari iraniani, che si trincerarono rapidamente. Saddam Hussein si ripromise di eliminare la testa di ponte “a tutti i costi”, e nell’aprile del 1988 gli iracheni riuscirono riconquistare la penisola di Al Faw.

    Nel marzo 1986 il Segretario Generale dell’ONU Javier Perez de Cuellar, accusò formalmente l’Iraq di usare armi chimiche contro l’Iran. Citando il rapporto di quattro esperti in guerra chimica inviati dall’ONU in Iran nel febbraio e marzo del 1986, il Segretario Generale ordinò a Baghdad di terminare la sua violazione della Convenzione di Ginevra del 1925 sull’uso delle armi chimiche.
    Il rapporto ONU concluse che le “forze irachene avevano usato la guerra chimica contro le forze iraniane”; la armi usate includevano sia l’iprite che il gas nervino.
    Il rapporto dichiarava inoltre che “l’uso di armi chimiche sembra[va] più ampio [nel 1986] che nel 1984”. L’Iraq cercò di negare di aver usato agenti chimici, ma le prove, nella forma delle molte vittime colpite dai gas inviate via aereo verso gli ospedali europei per essere curate, erano schiaccianti.
    Secondo un rappresentante inglese alla Conferenza per il disarmo di Ginevra nel luglio 1986, “la guerra chimica irachena era responsabile di circa 10.000 vittime”. Nel marzo del 1988, l’Iraq fu nuovamente accusato dell’impiego massiccio di armi chimiche durante la riconquista di Halabjah, una città curda nell’Iraq nord-orientale, vicino al confine iraniano.

    Nel 1986 gli iracheni, incapaci di scacciare gli iraniani da Al Faw, passarono all’offensiva prendendo la città di Mehran in maggio, solo per perderla nel luglio 1986. Il resto del 1986 vide degli attacchi “mordi e fuggi” di ambo le parti, mentre gli iraniani ammassavano quasi 500.000 soldati per un’ennesima “offensiva finale”, che però non fu messa in pratica. Gli iracheni iniziarono allora una campagna di bombardamento con una serie di attacchi aerei coordinati in luglio. I pesanti attacchi sull’isola di Kharg costrinsero l’Iran ad affidarsi a delle installazioni improvvisate più a sud, sulle isole Serri e Larak. Al che gli aerei a reazione iracheni iniziarono a colpire Sirri e Larak, grazie al rifornimento in volo e appoggiandosi a una base militare saudita. Inoltre continuavano gli attacchi al traffico navale: nel 1986 i due belligeranti attaccarono 111 navi neutrali naviganti nel Golfo Persico.
    Nel frattempo, l’Iraq aveva costruito a scopo difensivo una imponente serie di fortificazioni lungo i 1.200 chilometri di fronte. L’Iraq dedicò particolare attenzione alla città meridionale di Bassora, dove furono costruiti una serie di bunker in cemento armato, posizioni di tiro per artiglieria e carri armati, campi minati, sezioni di filo spinato, il tutto protetto da un lago artificiale lungo trenta chilometri e largo 1.800 metri: molti osservatori militari presenti riconobbero l’efficiente uso degli iracheni del proprio Corpo del Genio nell’erigere queste difese.
    Alla fine del 1986, proliferavano le voci di una decisiva offensiva iraniana contro Bassora: l’8 gennaio 1987, iniziò infatti l’Operazione Karbala 5, con le unità iraniane che si spinsero verso occidente, tra il Lago del pesce e lo Shatt al Arab. Questa annuale “offensiva finale” prese la città di Duayji e inflisse 20.000 perdite all’Iraq, ma ad un costo maggiore di perdite iraniane. Negli strenui combattimenti di questa operazione, Baghdad perse anche 45 aviogetti. Di seguito, un resoconto di parte iraniana su questi combattimenti:

    L’avanzata doveva iniziare il giorno dopo, alle 2.00 del 9 gennaio. Le nostre forze avrebbero dovuto iniziare l’operazione al calare delle luce della luna. La mezzanotte si stava avvicinando. Mohsen Rezaei chiese ad un Ufficiale del Comando di salire sul terrapieno e di riferire sulla situazione del nemico. Riferì che non vi era nulla di anomalo da segnalare nelle linee avversarie. Il [Martire] Mohammad Hassan Nazarnejad, l’Ufficiale alle Operazioni della 21ª Divisione “Imam Reza”: “Quella notte, pioveva. Ero preoccupato del fatto che se fosse piovuto più forte i nostri uomini avrebbero avuto delle difficoltà a muoversi… Ero molto impaurito… Mi recai da Qa’ani [il comandante della Divisione]. Mi chiese, sorpreso, come mai fossi così pallido. Gli dissi che ero preoccupato per la pioggia. Mi disse che magari era una grazia di Allah. [Qualche istante più tardi] lo sentii mormorare, chiedendo ad Allah di aiutarlo”.
    Le unità attaccanti dovevano gradualmente avvicinarsi alle posizioni nemiche. Dopo qualche minuto, mentre l’area era ancora illuminata dalla luce lunare, divamparono dei combattimenti a sud della zona d’operazioni, angosciando tutti noi nelle isole Bovariyan.
    Infatti, gli iracheni avevano scoperto una colonna delle forze iraniane l’avevano messa sotto tiro. Pochi minuti dopo, i tentativi nemici d’illuminare l’area indicarono che si erano resi conto delle intenzioni iraniane.
    Pertanto, i comandanti furono costretti a diffondere il codice d’inizio dell’Operazione Karbala 5 già alle ore 01.35. Improvvisamente, la regione di Shalamcheh si riempì di grida di “Allahu Akbar” e l’intero fronte, dal posto di confine di Bubiyan alle isole Bovariyan, divampò .

    Tentando di catturare Bassora, Teheran lanciò diversi attacchi, alcuni dei quali dei ben dissimulati attacchi diversivi, come le Operazioni Karbala 6 e Karbala 7. Queste offensive si svilupparono in combattimenti accaniti, come ben illustrato da questa testimonianza:

    Circa 10.000 Basij della “Sepah Muhammad” dovevano formare l’avanguardia di uno di questi attacchi. Anche se considerato un attacco diversivo, Karbala 6 coinvolse in effetti due delle più potenti Divisioni delle Forze Armate iraniane. Un soldato della 77ª Divisione meccanizzata dell’Esercito iraniano ricorda: “L’operazione avrebbe dovuto iniziare di notte. Dei volontari avevano preso posizione con il 40° Reggimento “Sarab” dell’Esercito. I soldati e i volontari aspettavano l’ordine d’attacco.
    Si sarebbe dovuto osservare il più stretto silenzio, ma i Basiji spararono così tanti colpi senza motivo che il nemico fu messo in allerta. Fummo costretti ad iniziare l’attacco prima dell’ora convenuta, e i 10.000 avanzarono verso le posizioni irachene.
    Gli iracheni abbandonarono le loro posizioni, ma mentre i Basiji avanzavano, il nemico contrattaccò con i corazzati, cogliendo i 10.000 in un movimento a tenaglia.
    I Basiji si trovarono circondati, e la maggior parte di loro era armata solo di Kalashnikov e due caricatori di riserva.
    Allora, la 77ª Divisione meccanizzata “Khorasan”, e la 31ª Divisione Pasdaran “Ashura” avanzarono, attaccando i fianchi destro e sinistro del contrattacco iracheno.
    La 77ª era armata di carri armati, artiglieria da 106 mm, 130 mm e 230 mm, e appoggiata da elicotteri controcarro. La 31ª era armata di carri armati iracheni catturati. Assieme, la 77ª e la 31ª inflissero pesanti perdite agli iracheni, e ruppero l’accerchiamento. Ma quando ci riuscimmo, mi resi tristemente conto che molti dei Basiji erano già stati uccisi”.

    L’Iran sospese infine l’Operazione Karbala 5 il 26 febbraio 1987.
    Anche se l’offensiva iraniana arrivò vicino allo spezzare l’ultima linea di difese a est di Bassora, Teheran non riuscì a ottenere lo sfondamento decisivo a ottenere una vittoria completa, o anche di assicurarsi i relativi guadagni territoriali ottenuti sull’Iraq.
    Alla fine del maggio 1987, proprio quando sembrava che la guerra fosse giunta a un completo punto morto sul fronte meridionale, i rapporti dall’Iran indicavano come il conflitto si stesse intensificando sul fronte settentrionale dell’Iraq. Questa offensiva, denominata Operazione Karbala 10, fu uno sforzo congiunto delle unità iraniane e dei ribelli curdi del Kurdistan iracheno, che riuscirono a circondare la guarnigione di Mawat, mettendo in pericolo i pozzi petroliferi iracheni vicino a Kirkuk e l’oledotto settentrionale verso la Turchia. L’Iraq inizialmente puntò solo a una strategia difensiva, contando di battere gli attacchi iraniani tenendo la linea del fronte e infliggendo delle perdite inaccettabili agli attaccanti: furono così respinte le consecutive offensive iraniane sino al 1986 e 1987, quando la penisola di Al-Faw fu perduta e le truppe iraniane raggiunsero le porte di Bassora. Messo in difficoltà dalla perdita della penisola e preoccupato dal pericolo alla sua seconda più importante città, Saddam ordinò un cambiamento di strategia. Da una postura difensiva, nella quale le uniche operazioni difensive furono i contrattacchi per dare respiro alle proprie forze sotto pressione, o per sfruttare degli assalti iraniani falliti, gli iracheni adottarono una strategia offensiva. Fu delegata ai comandanti militari inferiori una maggiore autorità decisionale; questo cambiamento indicò anche una maturazione delle capacità militari irachene e un miglioramento dell’efficienza delle forze armate.
    Il successo di questa nuova strategia, e il relativo mutamento della dottrina e dei metodi di combattimento iracheni ridussero virtualmente a zero le capacità militari iraniane. Inoltre, con il procedere delle ostilità, l’Iran aveva sempre maggiori difficoltà nell’ottenere i pezzi di ricambio per i propri aerei, cosa che, assieme alle perdite subite, fece scendere rapidamente il numero degli aerei iraniani operativi disponibili. Questi fattori portarono al risultato che per la fine del 1987 l’Iran era sempre meno in grado di sostenere una efficace difesa contro le forze terrestri e aeree dell’Iraq, costantemente rifornite.
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  2. #2
    Utente registrato L'avatar di Franz56
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    Re: Un episodio della "guerra dimenticata" Iran-Iraq 1980-19

    Ottima segnalazione...
    Ho avuto dei colleghi che proprio in quel periodo erano in Iraq a fare "setting up" di radar e radioassistenze...
    Purtroppo era vietatissimo fare foto o riprese video quindi niente immagini...
    Però mi hanno raccontato di quando un maggiore irakeno li portò a visitare la linea del fronte...
    Roba da far venire i capelli bianchi...!!!
    "Cunei" di cadaveri di iraniani mandati a saltare sui campi minati irakeni per sminarli...
    Peggio, molto peggio, dei nostri assalti ad ondate del 15-18...
    La vita è un temporale... prenderlo nel .... è un lampo...!!!
    El vento, el ... e i siori i gà sempre fato quel che i gà voludo lori...

    "Se un bischero dice 'azzate vorti'osamente può apri' un varco spazio temporale, in cui può incontrassi po'i se'ondi prima, generando 'osì un'infinita e crescente marea di 'azzate"... Margherita Hack

  3. #3

    Re: Un episodio della "guerra dimenticata" Iran-Iraq 1980-19

    Citazione Originariamente Scritto da Franz56
    Ottima segnalazione...
    Ho avuto dei colleghi che proprio in quel periodo erano in Iraq a fare "setting up" di radar e radioassistenze...
    Purtroppo era vietatissimo fare foto o riprese video quindi niente immagini...
    Però mi hanno raccontato di quando un maggiore irakeno li portò a visitare la linea del fronte...
    Roba da far venire i capelli bianchi...!!!
    "Cunei" di cadaveri di iraniani mandati a saltare sui campi minati irakeni per sminarli...
    Peggio, molto peggio, dei nostri assalti ad ondate del 15-18...
    Grazie!

    Sugli italiani nel conflitto, abbiamo raccolto nel libro una testimonianza di un marittimo mercantile, inoltre abbiamo segnalato la missione MMI nel Golfo all'epoca, e la missione ONU (anche con militari italiani) alla fine del conflitto a garanzia dell'osservazione del cessate il fuoco e dei confini tra le due nazioni, con anche la "mission" di coordinare lo scambio delle salme dei caduti.

    Sugli attacchi Basij sui campi minati cito dal libro:

    Nel luglio del 1982 l’Iran lanciò l’Operazione Ramadan in territorio iracheno, vicino Basrah. Anche se Basrah si trovava entro il raggio dell’artiglieria iraniana, la leadership religiosa ordinò degli attacchi “a onda umana” dei Pasdaran e dei Basij contro le difese della città, apparentemente attendendosi un colpo di stato che rove-sciasse Saddam Hussein. Tehran usò quindi i reparti Pasdaran e i volontari Basij in una delle più grandi battaglie terrestri dal 1945. Di età compresa tra i dodici e i cin-quanta anni e oltre, queste truppe dal morale alto ma relativamente poco addestrate sciamarono sopra i campi minati e gli ostacoli iracheni per aprire la strada ai corazza-ti. Tutti questi assalti furono contrastati dal fuoco dell’artiglieria irachena, che causò gravi perdite tra gli attaccanti; tuttavia questi attacchi permisero all’Iran di riconqui-stare del terreno prima che gli iracheni riuscissero a respingere la massa delle forze d’invasione.

    [...]

    Forze irachene, usando elicotteri d’attacco di produzione sovietica e francese , in-flissero pesanti perdite alle cinque Brigate iraniane (15.000 uomini) impiegate nella Battaglia di Majnoun. Mancando degli equipaggiamenti necessari per aprire dei var-chi nei campi minati iracheni, e potendo contare su numeri troppo limitati di MBT e AFV , il comando iraniano ricorse nuovamente alla tattica delle “onde umane”. Nel marzo del 1984, un giornalista dell’Europa dell’Est dichiarò di

    aver visto decine di migliaia di giovani ragazzi, legati assieme in gruppi di circa una ventina per impedire ai meno coraggiosi di fuggire, condurre uno di questi attacchi.

    Nonostante questi sacrifici, gli iraniani fecero scarsi progressi. Forse come risultato di questa performance, Teheran, usò per la prima volta una unità dell’Esercito regolare, la 92ª Divisione corazzata, alla battaglia delle Paludi qualche settimana più tardi.

  4. #4
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    Re: Un episodio della "guerra dimenticata" Iran-Iraq 1980-19

    http://maps.google.it/maps?hl=it&ll=30. ... 8&t=h&z=12
    questa zona , a nord di bassora , sembra costellata da avamposti e trincee .

  5. #5

    Re: Un episodio della "guerra dimenticata" Iran-Iraq 1980-19

    Citazione Originariamente Scritto da u03205
    http://maps.google.it/maps?hl=it&ll=30.903698,47.762718&spn=0.211804,0.4 04778&t=h&z=12
    questa zona , a nord di bassora , sembra costellata da avamposti e trincee .
    Interessante. Bisogna considerare che la zona di Bassora fu poi teatro di scontri nelle "guerre del Golfo" successive, 1990-91 e 2003.

    Le fortificazioni campali irachene nel 1980-88 furono costruite su dottrine ComBloc, con muniti caposaldi e estensivi campi minati e altri ostacoli passivi; le tattiche dell'esercito erano un mix sovietico e inglese. Al contrario, le postazioni iraniane a guerra inoltrata erano molto più primitive, anche se il nucleo centrale dell'esercito e aviazione regolari iraniane dei primi anni di conflitto era stato addestrato ad un buon livello di efficienza con tattiche americane.

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