Molto volentieri sperando di fare cosa gradita, condivido questo aneddoto riguardante il fronte occidentale della grande guerra.
Un collega di lavoro sapendomi appassionato di Grande Guerra, un giorno mi porta in visione un calamaio appartenuto al nonno paterno.
Il calamaio, di ottima fattura tipico nella raffinatezza dell’area franco/belga è un bell’esempio di artisanat de tranchée.
Di questo encrier se ne erano perse le tracce e per tantissimi anni non si sapeva più che fine avesse fatto, lui lo ricordava benissimo quando da bambino frequentava la casa del nonno e lo vedeva in bella mostra sopra un imponente scrittoio assieme ad un accendino e ad altri oggetti.
Finalmente e recentemente frutto di un’ennesimo trasloco il calamaio è ricomparso, mentre gli altri oggetti probabilmente sono finiti presso altri parenti e purtroppo perduti.
Il calamaio in alluminio e rame è totalmente smontabile, è finemente inciso e riporta il nome di due località, Nieuport e Boesighe due paesini nello stesso settore di Yser.
Come se non bastasse, quasi per farsi perdonare della lunga assenza, assieme c’era una bellissima penna costruita con due bossoli saldati contenenti nelle ogive in una un pennino e nell’altra un lapis, anche questa fittamente e pregevolmente incisa con le parole: souvenir de la guerre 1914 1918.
Pierre, il soldato in questione, di cittadinanza e nazionalità Belga era nato a Anvaing il 3 dicembre 1896, secondo di tre fratelli al tempo domiciliava in Italia per questioni di lavoro (strano per l’epoca una migrazione all’inverso) era venuto in Italia con la famiglia per la costruzione e la successiva messa in produzione dello zuccherificio di Pontelongo (PD) la ditta era Belga come tutti gli impiegati occupati, all’inizio del conflitto venne richiamato in Patria per la mobilitazione generale.
Conclusa la tragica esperienza fece ritorno a casa e come a tutti i reduci gli venne conferito le Medailles de la Victoire et Commemorative con relativo attestato con tanto di firma di Albert I Re del Belgio, si congedò con il grado di Sergent.
Un soldato come tanti, come i più che parteciparono alla Grande Guerra, non ci è dato sapere se compì gesta eroiche o che altro, quello che è certo è che il più grande valore l’ha portato a casa, la cosa più importante, la propria vita.
E per noi posteri il piacere di vedere ed apprezzare il suo souvenir di un’epopea.