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Discussione: Baionetta per Fucile Mod. '91

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    Baionetta per Fucile Mod. '91

    Grazie alla generosità di un conoscente che in estate, accompagnato da ricercatori locali, passeggia sui fronti WWI posso aprire un topic sul restauro di un pezzo interessante.
    Interessante non tanto per l'oggetto in se, piuttosto comune, ma in quanto molte persone si chiedono come fare e quanto fare su questa tipologia di oggetti, trovando con difficoltà le soluzioni cercate.
    In questo lavoro io andrò avanti nel recupero del pezzo "ad oltranza", fermandomi solo prima di renderlo una ferraglia e documentando il tutto con immagini e descrizione degli interventi.
    Così facendo avrete modo di rendervi conto delle difficoltà, delle diverse tecniche e dei risultati che via via si vanno ad ottenere. Ognuno poi deciderà se e quanto intervenire sul proprio pezzo, come sapete il recupero/restauro in questo campo della militaria è strettamente legato a gusti personali e ciò che può sembrare ottimo per uno è orrendo per altri.

    Inizio quindi con una serie di immagini della baionetta così come mi è stata consegnata:

    Vista laterale

    [attachment=8:34mgd5lp]DSCF2673.jpg[/attachment:34mgd5lp]

    Come noterete le condizioni non sono disperate, la parte messa peggio è l'anello per la canna, strappato e piegato con una violenza impressionante.
    L'impugnatura dalla parte superiore, ci sono dei rimasugli del legno delle guancette, la terra incrosta tutti gli anfratti ed angoli...

    [attachment=7:34mgd5lp]DSCF2675.jpg[/attachment:34mgd5lp]


    La punta della lama ha subito una discreta piegatura seguita da un tentativo di raddrizzamento che ha generato questo profilo serpentino...

    [attachment=6:34mgd5lp]DSCF2676.jpg[/attachment:34mgd5lp]


    Il pulsante dello sgancio è diventeto monoblocco col codolo e la ruggine ricopre tenacemente ogni millimetro di acciaio.

    [attachment=5:34mgd5lp]DSCF2677.jpg[/attachment:34mgd5lp]


    La prima considerazione che ho fatto è stata di escludere un intervento "umido". L'acido è facile da usare e lavora al posto tuo mentre riposi ma il risultato in questo caso sarebbe orrendo restituendoti qualcosa di molto simile ad una pietra pomice, spugnoso, grigiastro, assolutamente inguardabile.
    La strada da percorrere sarà quindi tutta "a secco", asportazione meccanica degli ossidi sfruttando la ruggine come stuccatura per mantenere i profili preesistenti che si presenteranno con queste macchie scure, non bellissime ma compatibili con l'età ed il vissuto del pezzo. Anche se in origine la finitura è brunita sperare di salvare tracce del trattamento è puramente utopistico, il risultato finale sarà quindi quello di una tipica finitura "in bianco".

    Primo intervento, munito di guanti in pelle e spazzola di acciaio per saldatura ho eliminato lo sporco grossolano e le scaglie di ruggine superficiali e poco aderenti.

    Secondo: ho tenuto per una decina di minuti la parte terminale della lama sul fornello della cucina a gas, non sarà calda quanto quella di una fiaccola da saldatore ma dovrebbe aiutare a rilassare le tensioni interne del materiale per una successiva raddrizzatura. E' importante che il raffreddamento sia il più lento possibile per ottenere il migior risultato.

    Terzo: ho sottoposto le sedi delle guancette e la cava di attacco all'azione della sabbiatrice, o meglio, pallinatrice. Questo per avere una pulizia quasi totale nelle zone piu difficili da raggiungere e che daranno meno problemi di estetica in futuro.

    Quarto: inizio a passare la tela abrasiva grana 120 sul codolo mantenendola bagnata e pulita col petrolio. Lavandola continuamente con lo stesso vedo il risultato del lavoro che sto facendo. Pazienza ed attenzione sono elementi preziosi in questo lavoro. Mi fermo quando vedo che ho eliminato le bolle di ruggine sporgenti dal profilo.

    Quinto: passo la spazzola di acciaio rotante sul codolo per avere una prima idea di quanto posso ottenere, la stessa usata sui rami della guardia mi conferma che non è in grado di rimuovere la patina di ruggine ma solo di lucidare il metallo nudo. Passo una leggera telatura anche sulla guardia per vedere cosa c'è "sotto" lo strato rugginoso.

    Sesto: con un piccolo bilancere a mano intervengo sulle piegature della punta ottenendo un discreto risultato, per arrivare alla perfezione mi rimane da eliminare una leggera curvatura ad "S" residua. Lavoro da fare come ultimo.

    Settimo: sempre col bilancere mi dedico al pulsante del dente di aggancio. Posso esercitare un forza notevole ma estremamente controllata per vedere con attenzione se ci sono dei cedimenti anomali. Con uno schiòcco il pulsante si muove! Avevo spruzzato ore prima dell'olio sbloccante ma non pensavo che fosse possibile ripristinare il movimento.

    Ecco come si presenta dopo questi interventi:

    Sedi guancette:

    [attachment=4:34mgd5lp]DSCF2679.jpg[/attachment:34mgd5lp]

    [attachment=3:34mgd5lp]DSCF2680.jpg[/attachment:34mgd5lp]


    Il codolo col pulsante sbloccato, la molla di ritorno è incredibilmente dura ed elastica nononstante un secolo di intemperie!

    [attachment=0:34mgd5lp]DSCF2681.jpg[/attachment:34mgd5lp]


    La parte finale della lama, notare la leggera piega ancora presente nel passaggio fra piatto e punta:

    [attachment=2:34mgd5lp]DSCF2678.jpg[/attachment:34mgd5lp]



    Gli "attrezzi" che impiegherò per ultimare il lavoro.
    Tela abrasiva grana 120, grana 320 e paglietta abrasiva. Manca il flacone col petrolio ed il pennello insieme alla vaschetta.

    [attachment=1:34mgd5lp]DSCF2682.jpg[/attachment:34mgd5lp]


    Se avete la pazienza di seguirmi vedrete cosa accadrà alla guardia ed alla lama. Aspetto le vostre opinioni anche in merito al problema "guancette", sto ancora rimuginando se ricostruirle o meno. Per farlo dovrei asportare perni e rondelle originali e rifarne dei nuovi.

    Alla prossima puntata!
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    Io (ne) ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
    Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione;
    e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
    E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
    È tempo di morire. (Blade Runner)

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