La presenza negli eserciti di inizio secolo di reparti di volontari automobilisti e motociclisti non è certo una novità, la motorizzazione era appena all'inizio e i privati molto benestanti, proprietari dei primi mezzi di trasporto meccanici, mettevano le loro automobili e motociclette a disposizione dei comandi militari in cambio di un trattamento di favore in caso di mobilitazione.
Contemporaneamente proseguiva il lento tentativo, ostacolato in ogni modo dalle gerarchie militari più tradizionaliste, di sostituire il cavallo con la bicicletta, la vera rivoluzione del trasporto dell'inizio del secolo scorso, per economizzare risorse nei bilanci militari, sempre troppo miseri di fronte all'elefantiasi che aveva colpito gli eserciti europei.
Anche in Austria-Ungheria venenro costituiti reparti di volontari automobilisti e motociclisti, reparti di cui si conosce organizzazione e equipaggiamento.
Il distintivo che ho acquistato da poco si riferisce invece agli i.r. volontari ciclisti, che nulla hanno a che fare con i reparti ciclisti regolamentari dell'esercito asburgico, e sui quali la documentazione è scarsina, per non dire nulla.
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