Dal messaggero Veneto di oggi, 13/10/2013.

FIUME VENETO. Quattro ore di lavoro per recuperare i resti interrati di un Macchi C-205 Veltro, abbattuto nei cieli di Fiume Veneto, il 18 marzo 1944, dall’aviazione americana. Quattro ore per “liberare” il giardino di Danila Trevisan da un residuo bellico del secondo conflitto mondiale e proseguire nell’opera di riscoperta e divulgazione della storia dell’aviazione in Friuli Venezia Giulia.
Il merito dell’operazione, realizzata sotto una fastidiosa pioggerellina, va attribuito al Gruppo ricerche storiche aeronautiche, associazione costituitasi nel 1996 e già protagonista, nel 2009, di un’operazione analoga a Concordia Sagittaria: in quel caso erano stati recuperati i resti di un aereo tedesco, un caccia Bf-109, al cui interno si trovavano ancora i resti del pilota, poi restituiti alla famiglia. I componenti del sodalizio hanno inteso ringraziare, oltre alla padrona di casa, le autorità comunali e quelle di pubblica sicurezza.
A pilotare il Veltro abbattuto a Fiume Veneto si trovava il sergente maggiore Angelo Zaccaria, che assieme ad atri 29 piloti era decollato dall’aeroporto di Campoformido per contrastare un’incursione statunitense con 350 bombardieri scortati da 126 caccia. Il piano statunitense prevedeva di colpire gli aeroporti di Campoformido, Maniago, Lavariano e Villorba.
Cinque fortezze volanti e due caccia vennero abbattuti dagli italiani e dai tedeschi, decollati da Maniago e Lavariano. A fronte di questi successi, i cacciatori italiani lamentarono la perdita di tre Macchi C-205. Due di questi furono abbandonati dai loro piloti, i tenenti Stabile e Cavatore.
Il Macchi di Zaccaria attaccò i caccia di scorta e colpì uno dei due motori di un P-38 Lightning, ma non si avvide di un altro caccia statunitense che accorse in soccorso del compagno in difficoltà. I colpi del P-38 pilotato da Philips dell’82nd fighter group centrarono il Macchi italiano e Zaccaria fu costretto ad abbandonare il suo aereo utilizzando il paracadute.
Durante la fase di abbandono venne colpito mortalmente e il suo paracadute lo accompagnò, semiaperto, sino al contatto con il suolo che avvenne sul sagrato della chiesa di Pescincanna. Il sergente maggiore Zaccaria fu poi sepolto nel cimitero di Ravenna, sua città natale.
Ieri una delle tante pagine tragiche della seconda guerra mondiale è stata riportata d’attualità. I resti del Macchi C-205 saranno custoditi nel magazzino del Grsa, in attesa di essere esposti in qualche museo. Dal canto suo, la padrona di casa ha ringraziato l’associazione per il lavoro svolto, completamente a titolo gratuito.