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Discussione: Glasmine 43

  1. #1
    Utente registrato L'avatar di AndreaBG
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    Glasmine 43

    Spinti dall'idea di produrre mine non identificabili dai metal detector dell'epoca e dalla carenza di materie prime i tedeschi durante la seconda guerra hanno prodotto mine con i più svariati materiali, dal legno al vetro fino al calcestruzzo e alla porcellana.
    Oggi vi mostro una mina antiuomo in vetro, la Glasmine 43.

    Qui in foto abbiamo l'accenditore hebelzunder, un detonatore sprengkaspel 8, un adattatore in bachelite e una riproduzione in legno della carica da demolizione sprengkorper da 200g.
    Questa mina poteva anche utilizzare l'accenditore chimico buckzunder.

    m.jpg

    Marchio sull'accenditore

    n.jpg

    Rimosso il tappo di sicurezza possiamo posizionare il detonatore nell'accenditore.

    b.jpg


    La carica posizionata nel corpo in vetro della mina

    v.jpg

    Con detonatore, accenditore, carica e piastra di sicurezza al loro posto

    o.jpg

    Ora andrebbe messa la sottile piastra di rottura, era spessa meno di 1mm, è sopravvisuta alla guerra ma non alle poste quella che vedete è una riproduzione più spessa fatta in vetreria.

    w.jpg

    E per finire la piastra di pressione

    q.jpg

    il marchio sulla piastra

    QW.jpg

    Il funzionamento è molto semplice, una volta che il malcapitato mettava il piede sulla piastra di pressione quest'ultima rompeva la piastra di rottura e il piede azionava l'hebelzunder che faceva detonare la mina.

    Qui sotto alcune pagine del bollettino dell'intelligence americana, marzo 1945, sulle armi e tattiche dell'Asse

    glass.PNG


    glass1.PNG

    glass2.PNG

    glass3.PNG


  2. #2
    Utente registrato L'avatar di CHri
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    I tedeschi né sapevano una più del Diavolo! Bell' argomento e complimenti per la tua mina!

  3. #3
    Utente registrato L'avatar di AndreaBG
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    Citazione Originariamente Scritto da CHri Visualizza Messaggio
    I tedeschi né sapevano una più del Diavolo! Bell' argomento e complimenti per la tua mina!
    Grazie Chri!

  4. #4
    Moderatore L'avatar di Centerfire
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    Se non si conosce direttamente l'oggetto difficilmente può dare nell'occhio, non tanto come mina ma come oggetto rinvenuto al mercatino delle pulci oppure in casa, mescolato fra vasi vari...

    Non se ne vedono molte.
    Io (ne) ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
    Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione;
    e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
    E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
    È tempo di morire. (Blade Runner)

  5. #5
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    Gran pezzo,davvero complimenti !
    kappa

  6. #6
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    Beh, andreaBG, stai postando oggetti davvero favolosi in questo ambito, quindi ancora una volta COMPLIMENTI!!!!
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  7. #7
    Utente registrato L'avatar di stecol
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    Piccolo contributo:

    "La Glasmine 43 è una mina antiuomo ad azione locale funzionante a pressione messa a punto e utilizzata dai tedeschi durante al II G.M.

    Quando i tedeschi a partire dall'inverno 1942-43 iniziarono la ritirata sul fronte orientale, ebbero sempre più bisogno di stendere campi minati difensivi. All'epoca l'unica mina antiuomo in dotazione era la S-Mine 35, eccellente da tutti i punti di vista ma complessa e costosissima, quindi riproducibile in quantitativi insufficienti. Si cercò di ovviare al problema utilizzando le mine sovietiche catturate come le PMD e le POMZ, dalle quali si trasse ispirazione per la realizzazione delle successive Schümine e delle Stockmine.

    Ma anche questo non era sufficiente, quindi si cercò di utilizzare le industrie tedesche che fino a quel momento erano state scarsamente impiegate nello sforzo bellico. Inoltre a causa della sempre maggiore presenza di cercamine magnetici sul campo di battaglia, si studiarono mine che fossero poco evidenti a questi apparati.

    In base a queste considerazioni si intraprese la strada della realizzazione di ordigni in ceramica, terracotta e vetro. Dalle prove fatte si stabilì che i manufatti più adatti allo scopo per facilità ed economicità di produzione erano quelli in vetro, pertanto alla fine del 1943 si giunse all'adozione della Glasmine 43, nella cui produzione vennero pesantemente coinvolte le vetrerie della Bassa Sassonia: la mina venne utilizzata per la prima volta sul
    fronte orientale nell'Aprile del 1944.

    Il corpo della mina è una tazza di vetro del diametro di 155 mm, alta 105 dello spessore di 6 mm. Suddivisa in due vani da un diaframma, quello inferiore ospita una cartuccia di TNT o Melinite da circa 200 g (Sprengkörper 2, mentre in quello superiore trova posto l'accenditore. Il diaframma è un disco di lamiera o di legno forato al centro che serve da supporto per l'accenditore. L'accenditore si innesta sul diaframma tramite il detonatore, che passa attraverso il foro e si inserisce nella sottostante cartuccia esplosiva. Il diaframma poggia su un risalto anulare ricavato all'interno dell'involucro a circa 45 mm dal bordo superiore.
    Al di sopra dell'accenditore è posto un sottile disco di vetro che costituisce l'elemento tarato: al di sopra di questo era poggiato un piatto di pressione in vetro del diametro di 150 mm. Per aumentare la pressione di funzionamento potevano essere inseriti dei perni tarati sotto il disco. L'unione tra l'involucro e il diaframma era resa impermeabile mediante l'uso di colla specifica per vetro, oppure cera, resine, catrame.

    La Gl.Mi.43 di norma utilizzava gli accenditori Hebelzünder 44 (SM 4) a funzionamento meccanico o SF 18 a funzionamento chimico. Quest'ultimo, appositamente concepito per l'uso subacqueo della Glasmine 43, era costituito da un piatto di vetro che andava a sostituire il diaframma in lamierino, al cui centro era ricavato un alveo in cui erano collocate due fiale contenenti reagenti chimici e un foro per il passaggio del detonatore. Sulle fiale era posto un cilindro flangiato in vetro con la testa a fungo, dove la flangia poggiava sui bordi dell'alveo e la testa a fungo si trovava immediatamente sotto al disco di vetro che costituiva l'elemento tarato.

    La mina ha utilizzato anche altri accenditori a pressione come lo SF 5 (noto anche come CZB - Chemisch Zünder Buck) a funzionamento chimico e lo SF 6 funzionante a frizione. Per utilizzare alcuni di questi accenditori, il diaframma in lamierino venne spesso sostituto da un disco di legno, sia per aumentare lo spessore del supporto, necessario per alcuni tipi di accenditore, sia per azzerare la rilevabilità elettromagnetica, visto che gli accenditori
    erano fabbricati con materiali amagnetici. La ricerca per sondaggio di questa mina, a causa dell'estrema fragilità dell'elemento tarato è estremamente rischiosa.

    Per la carica esplosiva adottata, la Gl.Mi. 43 ha una potenza paragonabile a quella delle Schümine 42 e delle PMD-6, ma l'efficacia è incrementata dalla generazione di schegge provocata dalla frantumazione dell'involucro in vetro, che insieme all'eventuale presenza di sassi o schegge appositamente collocati nel vano superiore ne estendeva il raggio d'azione efficace ad una quindicina di metri.

    La posa della Glasmine 43 è solo manuale e può essere effettuata in qualsiasi tipo di terreno, anche se caratterizzato da un alto tasso di umidità, ponendola sulla superficie, col piatto di pressione a filo col terreno o fino ad un massimo di 3-5 cm sotto la superficie. L'esteso uso di vetro in tutte le componenti, l'impermeabilizzazione,
    l'utilizzo di accenditori a funzionamento chimico e di TNT come carica di scoppio può estendere la vita operativa di questa mina a molti decenni.

    Grazie a queste caratteristiche venne messa a punto una variante concepita per l'uso in ambiente litoraneo denominata Glasmine 43 (W) (wasserdicht - impermeabile), meglio conosciuta come Schützenküstenmine, con piatto di pressione in pietra per appesantirla impedendone il galleggiamento. Per appesantirla ulteriormente poteva essere aggiunta anche la già citata zavorra di sassi.

    La Glasmine 43 si dimostrò poco pratica nell'uso, difatti l'uso del vetro nella struttura e nel meccanismo si era rivelato controproducente a causa della intrinseca fragilità. Questo costringeva ad approntare la mina sul posto durante la fase di posa richiedendo un notevole dispendio di tempo, mentre in caso di rimozione, sia la fragilità del disco di vetro che la sensibilità di alcuni degli accenditori utilizzati, costringevano ad operazioni lente e pericolose.
    Pertanto nell'uso comune venne sostituita dalle Behelfs-Schützenmine della serie S-150/A-200, molto più semplici da usare e impermeabili senza preparazione.

    Nel biennio 1944-45 vennero prodotti oltre undici milioni di involucri della Glasmine 43 (1.125.000 nel 1945), ma alla fine della guerra almeno nove milioni giacevano nei magazzini (9.700.000 secondo alcune fonti). Questi residuati trovarono un impiego molto più pacifico nell'immediato dopoguerra. Le vetrerie della Bassa Sassonia per evitare le requisizioni o la chiusura in quanto coinvolte nella produzione bellica, colorarono le "tazze" coprendole
    di ornamenti, trasformandole in tazze e ciotole. Il successo fu tale che le industrie furono costrette a riprendere la produzione nel 1946-47, aggiungendo alla gamma di prodotti una pentola, ottenuta trasformando ulteriormente gli involucri con l'aggiunta di manici e i piatti di pressione, munendoli di pomelli, in coperchi."


    Ciao
    Stefano
    É difficile volare con le aquile quando hai a che fare con i tacchini ....

  8. #8
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    Dopo il tuo intervento, caro stecol, abbasso il cappello..........
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  9. #9
    Utente registrato L'avatar di AndreaBG
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    Grazie per i commenti, molto interessante il contributo di Stecol, non ero a conoscenza dell'utilizzo subacqueo delle glasmine.


    Chissà quante di queste mine hanno finito la loro "vita operativa" come insalatiere e simili per poi essere cestinate dalla donna di casa alla prima scheggiatura o peggio lanciate contro il marito

  10. #10
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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