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Discussione: l'elmetto regio m.33

  1. #21
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    Daniele , premesso che tutti i 33 hanno una loro storia e meritano il dovuto rispetto, anch'io sono vicino a quanto dice Piesse in tutto. Aspettiamo con piacere il rivetto del CC nero. Grazie per macro, rendono l'idea. [ciao2]

  2. #22
    Utente registrato L'avatar di piesse
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    Daniele, hai ragione, i colori sono spesso un concetto un po' soggettivo, comunque per fare un esempio, se guardi i due elmetti che ho postato io, il primo è un grigio-verde diciamo 42/43, mentre le due tinte liscie di quello rugoso sono proprio i due grigioverde, uno ante 36 e l'altro 36-40; la vernice rugosa poi la puoi considerare post 43.
    Dopo la guerra non comparve però subito il kaki, che è molto caratteristico e riconoscibile, anche se c'è sia piuttoisto lucido, semilucido e opaco, però per esempio la Marina adottò un verdone simile a certi verdoni post 43, ma anche qualche altro corpo.
    La schematizzazione del libro mi sembra troppo rigida e semplicistica.
    Ma il kaki postbellico (quello che sembra essere sui tuoi elmetti, è molto riconoscibile comunque.
    Non per essere palloso ma invio a caso qualche foto di postbellici con questo colore tipico.

    Tra parentesi ti faccio notare come sia l'Artiglieria da Montagna che il Fanteria abbiano rivetti a scalino bellici, ma siano in tutto e per tutto elmetti postbellici.






  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da piesse
    ....Ma il kaki postbellico (quello che sembra essere sui tuoi elmetti, è molto riconoscibile comunque.....Tra parentesi ti faccio notare come sia l'Artiglieria da Montagna che il Fanteria abbiano rivetti a scalino bellici, ma siano in tutto e per tutto elmetti postbellici.
    Verissimo, è una tragedia trovare questi rivetti su elmi post bellici, credo che per un'analisi approfondita di un 33, ci voglia molta conoscenza e molta esperienza, come in tutto del resto!
    Perciò:
    1) verifica dei rivetti copriforo d'areazione
    2) verifica della vernice
    3) verifica delle barrette reggi soggolo d'alluminio se sono marcate internamente (lettere e corona, però non tutti i bellici lo erano purtroppo)
    4) verifica della cucitura della cuffia in pelle (cucitura a righe parallele tipo un uguale oppure a piccola zeta)
    5) verifica delle fibie di fissaggio dei sottogola rettangolari e non trapezioidali
    6) verifica del sottogola in cuoio grigioverde e non in tela
    7) verifica dei marchi impressi sul cuoio del sottogola (scudo sabaudo)
    etc etc etc
    Di certo che se il vostro 33 ha tutte queste caratteristiche vuol proprio dire che avete un cul... eh volevo dire che è proprio un bel text book!!!! [ciao2][ciao2][ciao2]

  4. #24
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Bravo Celtico, hai centrato tutti gli argomenti.Una cosa importante:
    nel primissimo periodo postbellico (1946-47 e 4 il kaki non era
    come quello degli anni '60 e '70, era infatti un color kaki rossiccio.
    Si trova spesso sugli elmetti M.33 dei Carabinieri (vedi anche l'M.33
    della Fanteria, postbellico ultimamente postato da Piesse).[ciao2]PaoloM

  5. #25
    Utente registrato L'avatar di piesse
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    A confermare le parole di Paolo circa il colore (non che ce ne sia bisogno, naturalmente![]) ecco invece un Fanteria successivo al precedente; notare anche qui però la presenza di rivetti a scalino bellici......


  6. #26
    Utente registrato L'avatar di piesse
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    E tanto per stimolare ancora la discussione e l'osservazione, questi due Marina, molto interessanti.
    Intanto sono di provenienza certissima, mai passati da collezionisti, ma direttamente il primo dall'Arsenale di la Spezia, recuperato oltre vent'anni fa e rimasto nel garage di un amico Ufficiale di Marina che me ne ha fatto recementemento gentile omaggio e l'altro, sempre dalla stessa persona, ma da un'altra nota struttura militare locale.

    Il primo presenta caratteristiche indubbiamente belliche, compreso la verniciatura in grigio verde chiaro ante 1940; successivamente è stato riverniciato, anche all'interno con questo verde più scuro; però non appare smontato, salvo la pelle che secondo me è stata sostituita, prassi frequente in Marina.
    Secondo me il tipo di verniciatura e l'ancora senza corona, la struttura militare da cui proviene e l'epoca della sua radiazione, già* oltre 25 anni fa, può far ragionevolmente pensare anche a un elmetto ristrutturato post 43, durante la RSI, e rimasto in uso pressoché invariato, visto che il fregio per la MM è rimasto praticamente immutato. Certo, sarebbe interessante vedere cosa c'è sotto l'attuale insegna, ma sinceramente non me la sento di farlo.


    Il secondo invece è ancora un Marina Militare, anche questo presenta verniciatura sottostante grigio verde chiaro bellico, ma stranamente, pur all'apparenza non smontato, i rivetti sembrerebbero non propriamente riconducibili al periodo bellico.
    La verniciatura di ricondizionamento, applicata senza complimenti anche su zone rugginose, sembra invece chiaramente post, periodo fine anni 40/primi 50, ed è presente anche all'interno, anche sul cerchio, che ripeto invece non appare smontato.
    Sostituita invece è la pelle che in questo caso è del tipo biancastro antifungo e con due cuciture anziché una.
    Il soggolo è un classico ricondizionamento da arsenale, in pelle marrone, con rivetti non classici, e in numero di uno anziché due.

  7. #27
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    Sì interessante Piesse, magari posta anche gli interni così ci ragioniamo sopra.

    Dunque per continuare questa interessantissima discussione (almeno per me) e spero davvero che chi ne sa con certezza molto più di noi ci aiuti dando generosamente il suo conrtibuto, voglio esporvi ciò che sò circa alcuni degli aspetti più controversi (anche tra i veri esperti della materia): il rivetto del 33 bellico. [8D]

    Cominciamo con i rivetti primo tipo, penso che per tutti sia facile riconoscerli, per capirci è quello frontale del mio quattro fori e quello dell'ultimo elmo da me postato. [^] Dunque per fissare questi rivetti all'elmo l'esercito usava una macchinetta (che personalmente non ho mai visto e che penso funzionasse come le nostre moderne rivettatrici), questo rivetto sparato nell'apposito foro del guscio si apriva all'estremità* dividendosi in due dentini e fissava così la struttura portante dell'interno e permettendo il montaggio successivo della cuffia in pelle .
    Eccolo:
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    Successivamente cambiando tipologia di rivetto cambiò evidentemente anche la macchinetta rivettatrice ed i dentini diventarono sei e poi otto, e così si sono conservati anche nei post bellici, personalmente non ho mai trovato elmi con rivetti a Quattro dentini anche se devo dire che c'è chio afferma che esistevano. Qui su WW ho visto questo, evidentemente c'erano, magari non li ho mai visti io (che poi non significa proprio nulla, chissà* quante cose non ho mai visto [:245][:245][:245])

    Eccolo con i quattro dentini:
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    Ecco i rivetti bellici:
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    Ora mi è stato detto da alcuni vecchi collezionisti che dopo questa tipologia di rivetto bordato alla base (vedi foto sopra allegate) che si apriva internamente con otto dentini, e prima del classico rivetto bombato post bellico, in epoca tardo-bellica ne fu usato un'altro che era una via di mezzo tra quello bellici classici e quelli bombati post bellici, mi si dice che fosse di forma trapezoidale leggermente bombata e senza bordino oppure un'accenno di esso. Non so se questo sia vero, di certo ho visto molti elmi che presentavano questo tipo di rivetto (e numerose altre varianti) e qui sta appunto la ricerca della verità*, per capire se anche queste tipologie si possano accredeitare all'epoca bellica. Penso che dovremmo perciò aiutarci confrontando gli altri fattori dell'elmo con le predette caratteristi dei bellici (vernice, interno, soggolo, ecc...):
    Potrebbero essere tipo questi? [:251][:251][:251]:
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    Rivetto post bellico:
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    Mi sto rendendo conto mentre sto scrivendo che la materia è alquanto complessa anche per me che credevo di sapere le cose basilari, in effetti in mancanza di regole certe annaspiamo un pochino se non nel buio nell'ombra.... [:38]
    Pare che negli elmi di marina non avendo a bordo delle navi la macchinetta rivettatrice si arrangiassero fissandoli a mano, non so se è vero, però me l'hanno venduta così, e pare che sia per questo motivo che quest'ultima fantomatica tipologia di rivetto non abbia la bordatora esterna che era data dalla pressione della macchinetta.

    Bà* la materia è davvero tanta, un conoscente mi diceva che gli interni in pelle degli elmi di marina bellici ovviamente erano due pezzi cuciti, sinceramente io non concordo con lui perchè ad esempio il mio primo postato marina è decisamente bellico e marcato in tutto eppure ha una normalissima cuffia intera.
    Sarebbe bello che qualcuno parlasse dei marchi delle astine in alluminio di fissaggio dei soggoli, e qualcun altro sei soggoli e dei marchi del cuoio, e qualcun altro delle vernici.
    A proposito di vernici, io ho qualche perplessità* sulle vernici cosiddette verdone scuro di fine guerra che credo si possano confondere facilmente con quelle post belliche.
    Poi magari se qualcuno volesse esporre per benino tutte le tipologie di fregi e le tecniche di verniciatura ecc....
    Spero di aver dato un "la" senza alcuna presunzione, ho scritto quel poco che sapevo e vorrei aver detto di più, ma credetemi solo per scrivere queste poche righe ci ho messo il pomeriggio (tra ricerche, tagli di foto, ripensamenti ecc...) però mi sono inmpegnato come potevo per il forum... aiutiamoci a vicenda. ciao. [ciao2][ciao2][ciao2]

  8. #28
    Utente registrato L'avatar di daniele1955
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    Per documentare la spiegazione di Celtico vi posto i rivetti primo tipo a due linguette e forse .........e dico forse, quello che potrebbe essere il colore verdone a cui si riferisce

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  9. #29
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Vedo che questo topic si sta facendo interessante. Le risposte ve le
    state dando, piu' che esatte voi stessi (Celtico e Daniele). C'è solo
    da chiarire che la macchinetta e' un aggeggio pesante 7 o 8 kg, quindi perfettamente adatto anche in marina, pertanto vi invito a non
    trarre delle conclusioni affrettate.Inoltre, ogni bullone veniva applicato a mano, e non sparato:applicato il rivetto d'aereazione, chiamiamolo correttamente cosi',veniva poggiato l'elmetto sulla macchinetta, che, con una leva, appositamente abbassata, faceva aderire perfettamente il rivetto al foro prescelto, piegando all'interno le linguette.Per farvi capire, avete mai usato la macchinetta a leva per applicare i tappi sulle bottiglie di vetro? Ebbene, il sistema e' pressoché quello.
    Mi pare che sapete distinguere benissimo un rivetto d'aereazione bellico da uno postbellico.Mi rendo conto della difficolta' di avere
    a che fare con elmetti bellici poi ricondizionati nel periodo postbellico!Ebbene come gia' detto infinite volte in tutti i forum, se
    c'era necessita' gli accessori interni erano cambiati, ma se
    l'elmetto era rispondente ai requisiti, veniva assegnato sino ad
    esaurimento. Niente di strano.A mio fratello ,sotto le armi ad inizio
    anni '80, capito' un elmetto con soggolo di cuoio tinto kaki e con
    i rivetti d'aereazione primo tipo a due linguelle!!
    [ciao2]PaoloM

  10. #30
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    [i].....i rivetti d'aereazione primo tipo a due linguelle!! [ciao2]PaoloM
    Grazie Paolo, sapessi che piacere si prova a sentirsi dire le cose chiaramente!!!! E soprattutto come sono realmente!!! [ciao2]

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