464px-Scudetto_raggruppamento_mot.jpg

DICEMBRE 1943 . ITALIANI ATTACCATE MONTE LUNGO



Dopo molte insistenze da parte del Comando Supremo Italiano, che aveva già ottenuto l’utilizzo di varie unità navali al fianco degli alleati, un reparto italiano venne inviato al fronte per un’operazione di sfondamento delle linee tedesche. Era stato istituito il 27 settembre 1943 a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, denominato 1° Raggruppamento Motorizzato, con soldati di tutte le regioni d’Italia con uniformi logore e raccogliticce, equipaggiato con armamento leggero con il supporto di un gruppo di artiglieria, dotato di tutti i camion che la logistica militare italiana era riuscita a reperire, e non aveva avuto alcun aiuto alleato in termini di materiali. Il Raggruppamento era formato dal 67° Reggimento fanteria “Legnano”, dal 51° Battaglione Bersaglieri allievi ufficiali di complemento, dal 5° Battaglione controcarro, da una compagnia mista del Genio e da una unità di servizi. La Bandiera di guerra era quella della Divisione “Legnano”. Guidato dal Generale Vincenzo DAPINO, il Raggruppamento era a disposizione del Generale dell’Esercito americano Goeffrey KEYES. Nel quadro delle operazioni per lo sfondamento della “Winter Line”, il 1° Raggruppamento venne inserito nello schieramento della 36^ Divisione statunitense di fanteria e il comando alleato, per saggiare le capacità operative di questo nuovo reparto, gli assegnò un compito: attaccare e conquistare “Monte Lungo”, nel comune di Mignano Monte Lungo, in provincia di Caserta. Il piano elaborato dal comando della 36^ Divisione “Texas” prevedeva un assalto simultaneo, da sinistra verso destra ai monti Maggiore, a cura del 142° Reggimento di fanteria statunitense, a Monte Lungo, a cura del 1° Raggruppamento, a San Pietro infine ed al Monte Sammucro a cura del 143° Reggimento fanteria statunitense ed a quota 950, a destra del Sammucro a cura di un battaglione Ranger anch’esso statunitense.
La sera del 7 dicembre i nostri soldati raggiunsero, in autocolonna, il bivio di Presenzano e, di qui, proseguirono a piedi per le basi di partenza. Il mattino dopo, sul campo di battaglia gravava una densa nebbia e appoggiati da un breve tiro di preparazione, coperti prima dall’oscurità e poi dalla nebbia, fanti e bersaglieri superarono di slancio le prime difese nemiche puntando risolutamente sulla quota principale di Monte Lungo.
Nel frattempo però le operazioni per i Reggimenti statunitensi non andavano assolutamente bene. L’azione dei fanti della 36^ Texas erano fortemente contrastate sul Monte Maggiore, a destra del Monte Lungo ed a sinistra di questo, sugli accessi per San Pietro infine, mentre sia il monte Sammucro che la quota 950, dopo un iniziale successo, erano state rioccupate da un contrattacco tedesco, facendo mancare al saliente centrale costituito dai nostri, ogni copertura sui fianchi.
La mancanza di copertura è pagata a caro prezzo. Quando la nebbia si alta, i bersaglieri del 51° battaglione sono colti d’infilata dal fuoco tedesco predisposto dai fianchi di Monte Maggiore verso il Monte Lungo. I fanti del 67° Reggimento riuscirono a colpi di bombe a mano ad occupare la quota principale di Monte Lungo, ma un contrattacco tedesco li ricacciò indietro. Il primo attacco a Monte Lungo si concluse così con un fallimento.
Nei giorni successivi vennero diramati gli ordini per la reiterazione dell’attacco e l’occupazione di Monte Maggiore e di Monte Lungo scardinò definitivamente lo schieramento tedesco. Alle ore 9,15 del 16 dicembre, fanti e bersaglieri italiani, preceduti da 45 minuti di preparazione della nostra artiglieria, ripartono all’attacco, questa volta con le spalle coperte dal 142° Reggimento statunitense che aveva occupato Monte Maggiore. Alle ore 12,30 la vetta era definitivamente in mano italiana. Il nostro tricolore e la bandiera americana sventolarono, per la prima volta unite, sulla cime del monte conquistato. A conclusione di cruenti combattimenti si contarono 79 Caduti e 89 feriti.

“Il bollettino la nostra presenza – organo dell’ANMIG”